Denuncia dei sindacati: in dieci anni persi 400 posti di lavoro negli uffici postali trentini
Sabato manifestazione di Cgil, Cisl e Uil: "L'ulteriore privatizzazione delle Poste italiane, con la cessione della quota del 29,26% oggi in mano al ministero dell'economia, rischia di compromettere la tenuta del servizio e di avere ripercussioni negative sull'occupazione"
I NUMERI I dipendenti in Trentino sono passati da 1.271 a 842 unità
PROTESTA "Troppe multe alle auto mentre consegnamo la posta"
GOVERNO Per Poste una privatizzazione in più fasi
TRENTO. "L'ulteriore privatizzazione delle Poste italiane, con la cessione della quota del 29,26% oggi in mano al ministero dell'economia, rischia di compromettere la tenuta del servizio postale nelle periferie e di avere ripercussioni negative sull'occupazione".
È la preoccupazione che Jacopo Spezia, Antonio Lopresti e Concetta Inga di Slc Cgil, Cisl Slp e Uilposte hanno presentato al presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.
Gli stessi sindacati organizzano un presidio di protesta contro la privatizzazione delle poste sabato 18 maggio alle 10 davanti al commissariato del Governo di Trento. Secondo i sindacati la privatizzazione porterà ad un arretramento dei presidi territoriali, alla chiusura di uffici postali e ad un calo del personale.
"Negli ultimi dieci anni si sono persi più di 400 posti di lavoro in Poste Italiane Spa nella sola provincia di Trento, una riduzione di organico che ha prodotto una perdita di qualità e ha reso difficoltoso garantire tutti i servizi nelle località più periferiche", spiegano Spezia, Lopresti e Inga.
Allo stesso tempo Poste italiane ha promosso il progetto Polis, finanziato con le risorse del Pnrr, che punta a semplificare la vita dei cittadini nei centri più piccoli e meno raggiungibili e assicurare le medesime opportunità tra gli abitanti dei grandi e dei piccoli centri. Un progetto che coinvolge diversi uffici anche in Trentino.
"Per questa ragione - affermano ai sindacati - crediamo che anche la Provincia possa svolgere un'azione importante nel contrastare il disinvestimento sul nostro territorio dove i piccoli centri sono la maggioranza".
La richiesta dei sindacati a Fugatti - si legge in una nota - è quella "di farsi promotore di un tavolo di lavoro con Poste Italiane e sindacati per affrontare questi nodi e lavorare sia per rendere più efficiente il servizio per i cittadini sia per dare garanzie occupazionali agli oltre ottocento addette e addetti che oggi operano in Trentino. Dal presidente, però, non sono arrivate rassicurazioni e la strada per un impegno convinto della Provincia in questa partita sembra tutta in salita".