Giustizia / Il caso

Il governo e il caso Chico Forti, esposto del Codacons e critiche a Meloni per l'accoglienza in aeroporto

Rienzi attacca: "Scelta assurda della premier accogliere personalmente il detenuto trentino, indispensabile capire perché lo Stato abbia destinato ingenti risorse economiche per il rientro su un velivolo dell'Aeronautica italiana"

FAMIGLIA Lo zio: "Siamo amareggiati, il caso è diventato politico"
IL CASO Forti nel carcere di Verona: chiede di andare dalla madre
IL PUNTO Le prossime tappe per Forti, da oggi a Verona

SCHEDA Dieci cose da sapere della vicenda di Chico Forti

TRENTO. Il trasferimento del 65enne trentino Chico Forti in Italia per scontare il resto della pena all'ergastolo, comminatagli in Florida 25 ani fa per omnicidio, ha registrato in Italia per lo più commenti favorevoli, ma anche posizioni divergenti.

Da ieri Forti si trova nel carcere di Verona, dopo aver trascorso le prime 24 ore in quello romano di Rebibbia. Ieri ha raggiunto il Veneto su un mezzo della polizia penitenziaria e adesso proseguirà la vita carceraria nella struttura di Montorio, dove ha già formalizzato la richiesta di poter essere portato a Trento per fare visita all'anziana madre, 96enne che sarebbe impossibilitata a spostarsi da sola.

Ma veniamo alle reazioni, che con il passare delle ore hanno visto moltiplicarsi anche le sottolineature critiche, specie da parte di chi non ha gradito la scelta della premier Giorgia Meloni di andare addirittura di persona all'aeroporto di Pratica di Mare, sabato mattina, per accogliere il velivolo dell'aeronautica italiana che ha riportato in patria il detenuto trentino.

E proprio sui costi del viaggio a carico delle casse statali si concentra un esposto del Codacons.

Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori presenterà oggi una denuncia alla magistratura contabile chiedendo di aprire un'indagine sulla spesa sostenuta dallo Stato italiano per il rientro del detenuto.

"Al di là - scrive il presidente Carlo Rienzi - della scelta del tutto assurda della premier Meloni di accogliere Forti all'aeroporto di Pratica di mare, appare indispensabile capire i motivi che hanno portato lo Stato a destinare ingenti risorse economiche per il rientro in Italia. Si apprende infatti che il ritorno dell'ex imprenditore da Miami sarebbe avvenuto con un Falcon 900 del 31esimo Stormo dell'Aeronautica italiana, aereo pagato dagli italiani con soldi pubblici".

Nel mondo politico, se da un lato si è registrata soddisfazione trasversale per la mitigazione delle condizioni carcerarie e delle prospettive di pena per Chico Forti, non sono mancate critiche alla scelta della premier Meloni di accogliere personalmente Forti all'aeroporto. Diversi esponenti dell'opposizione parlamentare hanno ritenuto questo comportamento istituzionale una esagerazione.

"Davvero non comprendo questo tripudio di Governo su Chico Forti. Va bene la soddisfazione per l’azione diplomatica andata a buon fine, ma la presidente del Consiglio che lo va ad accogliere all’aeroporto non ha nessun senso", ha scritto per esempio su X Enrico Costa, deputato di Azione.

Quanto ai mass media, ha colpito, ieri, domenica, il titolo in prima pagina del Fatto quotidiano, a caratteri cubitali: «Benvenuto assassino». Il giornale di Marcdo Travaglio critica una «accoglienza da capo di Stato» per il condannato trentino per omicidio e sottolinea: «La premier onora Forti che la elogia al Tg1».

Critico, non tanto sulla vicenda Forti, ma su come lo Stato italiano abbia avuto un comportamento diverso con lui è Beniamino Zuncheddu, il pastore sardo, ingiustamente condannato che si è fatto la bellezza di 33 anni di carcere da innocente ed è stato assolto il 27 gennaio scorso e rimesso in libertà dai giudici della Corte d'appello di Roma. Al Festival della giustizia penale di Modena ha raccontato la sua storia. Il suo legale, Mauro Trogu ha detto che

«Zuncheddu è molto felice che Enrico Forti abbia ottenuto di scontare la sua condanna in Italia e che le istituzioni si siano prodigate per favorire che ciò accadesse.

Non nasconde però la sua delusione per essere stato totalmente ignorato da quelle stesse istituzioni che sembrano guardare più a ciò che accade nei tribunali esteri che non a come viene amministrata la giustizia in Italia, e non si sono accorte della sua assoluzione con formula piena.

Da parte dello Stato - ha spiegato - non ho avuto niente, nessuna scusa, da nessuna parte. Mi sarei aspettato qualche cenno, però niente. Si sono fatti da parte». Lo Stato gli deve ancora un risarcimento.

Chi ha qualche osservazione da fare è anche il padre di Ilaria Salis, Roberto: «Il governo con noi ha avuto 11 mesi di profilo basso per fare tutto quello che era necessario e non è successo nulla. Io sono portato a pensare che le condizioni di Ilaria siano iniziate a migliorare nel momento in cui c'è stata una campagna mediatica intorno a lei».

Infine, a proposito della scelta della premier Meloni di accogliere Forti all'aeroporto (prima di volare all'indomani alla convention dell'estrema destra spagnola di Vox) c'è anche chi ha fatto notare che nelle stesse ore, malgrado i reiterati inviti, nessun membro del governo italiano ha avuto invece il "tempo" di incontrare i delegati in missione a Roma per il Consorzio europeo Media Freedom Rapid Response.

Delegati europei arrivati a Roma per verificare una serie episodi di allerta segnalati dalla Mappa sulla libertà di stampa dell’European centre for Press and Media.

Fra i casi in cima alla lista la situazione dell'informazione Rai sempre più filo-governativa e le voci di cessione dell'agenzia di stampa Agi dal controllo statale tramite Eni al deputato leghista Antonio Angelucci, imprenditore nella sanità ed editore di Il Tempo, Libero e Il Giornale.

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