Tempi di attesa per i passaporti: un po' meglio, ma non troppo, a Trento prenotazioni da 65 giorni
La rilevazione nazionale di Altroconsumo, Bolzano meglio di noi, ma «ora servono misure strutturali». Il rilascio alle Poste? «Ok, ma aumenterà ancora i costi che sono fra i più alti d’Europa»
TRENTO. Con le vacanze estive alle porte, Altroconsumo ha voluto verificare qual è la situazione del rilascio e rinnovo del passaporto per gli italiani che si preparano ad andare all’estero per piacere, lavoro, studio o altro ancora. A distanza di 5 mesi dall’inchiesta di novembre 2023, la situazione è migliorata, anche se permangono delle criticità. E Trento, fra le città monitorate, non brilla per tempi brevi, ma non è neanche fra le peggiori.
« In questi ultimi mesi – dice Altroconsumo - dopo due anni di caos e disagi per i cittadini, sono stati comunque adottati due provvedimenti importanti che potrebbero dare una svolta al sistema di rilascio e rinnovo dei passaporti rendendolo più veloce ed efficiente, l’agenda prioritaria e la possibilità, da luglio, di fare il passaporto anche negli uffici postali di tutta Italia, una soluzione che dovrebbe portare a un alleggerimento della pressione sulle Questure. Si confermano comunque in generale procedure solo d'urgenza per provare a tamponare la situazione, ma sarebbe quantomeno necessario per i cittadini poter contare su soluzioni strutturali e non sulla solita "normalizzazione” dell'emergenza che scarica su tutti il costo di queste decisioni».
Le ultime rilevazioni di Altroconsumo sui tempi di attesa per il passaporto sono state effettuate il 30 aprile e hanno coinvolto 19 città (Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Cagliari, Catania, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Pordenone, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trento). Provando a prenotare un appuntamento per il rilascio sulla piattaforma ministeriale che fornisce le disponibilità presso i commissariati presenti all’interno della provincia, è apparso subito chiaro un netto miglioramento della situazione. Mentre a novembre scorso le città con un’attesa superiore a 150 giorni erano ben 4, ora ce n’è soltanto una (Pordenone). Inoltre, mentre a novembre 2023 le città in cui non era possibile trovare disponibilità di appuntamenti erano addirittura 6, oggi ce n’è solo una (Bergamo). In 8 città su 19 poi, l’attesa per il primo appuntamento è contenuta entro i 10 giorni.
Le città più problematiche risultano essere Pordenone, con 244 giorni di attesa, seguita da Cagliari e Milano, rispettivamente con 127 e 100 giorni. La città più virtuosa è Pescara, dove il primo appuntamento è disponibile addirittura dopo 2 giorni, ma molto bene si piazzano anche Bolzano, Perugia e Potenza con appuntamenti dopo 6 giorni, Catania con 7 giorni e Ancona con 8.
A Trento l’attesa rilevata è di 65 giorni.
Se il nodo delle tempistiche sembra dunque in via di risoluzione, resta invece il tema dei costi, che risultano molto elevati (116 € per rilascio o rinnovo): il passaporto italiano è infatti tra i più costosi in Europa superato solo dal Portogallo. Per questo Altroconsumo ha lanciato una petizione per chiedere alle istituzioni di attivarsi non solo per accorciare i tempi, ma anche per ridurre i costi per ottenere il passaporto, sarebbe inoltre utile attivare anche i Comuni per il rinnovo o rilascio del documento.
Federico Cavallo, Responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo, commenta: «A oltre un anno e mezzo dall'inizio delle forti criticità e dopo molti annunci e promesse, non resta che aspettare e vedere se le novità introdotte sapranno finalmente risolvere i problemi e le lungaggini riscontrate sin qui. Da luglio, infine, dovrebbe essere possibile fare il passaporto negli uffici postali in tutta Italia: una soluzione che speriamo possa portare a un alleggerimento della pressione sulle Questure e un aumento delle opzioni per le persone. C’è da dire, però, che questa via aumenterà ulteriormente costi sostenuti dai cittadini italiani, che sono già tra i più alti d’Europa: il costo complessivo per il rilascio del passaporto salirà infatti di altri 14,20 euro, arrivando a ben 130,20 euro. A nostro avviso, lo Stato non dovrebbe scaricare sui cittadini i costi originati dalle proprie inefficienze».