Continua la stretta sulle slot machine: via gli apparecchi da altre tre sale
Il Tar conferma la distanza minima di 300 metri dai luoghi sensibili anche per le sale scommesse aperte da anni
TRENTO. Tre sale scommesse a Trento dovranno rimuovere le slot machine perché troppo vicine a luoghi sensibili. Lo ha deciso, con due distinte sentenze, il Tar del Trentino, respingendo così i ricorsi di due operatori contro i provvedimenti notificati dal Comune.
Nel primo caso il Comune aveva dato il via libera al rilascio della licenza per l'attività di scommesse, specificando però il divieto di installazione delle slot applicando la legge regionale del 2015 che vieta l'insediamento di apparecchi da gioco a meno di 300 metri dai luoghi sensibili.
Nel caso preso in esame la società Sisal Gaming s.p.a. era subentrata alla sua controllante Sisal Entertainment s.p.a. nel marzo 2023 nell'esercizio dell'attività di raccolta di scommesse sportive ed altri giochi pubblici in via Fratelli Fontana 30 e in via Maffei 9.
A seguito dell'avvicendamento nella gestione operativa di tali attività, la società subentrante aveva presentato al Comune di Trento un'istanza per il rilascio delle licenze per proseguire nell'attività cambiando la ragione sociale. Una formalità amministrativa, devono aver pensato i nuovi titolari.
Il Comune, invece, ha rilasciato le licenze disponendo però il divieto di installare le slot. Come sottolineato dai giudici, la norma che impone la distanza di 300 metri non ha efficacia soltanto sulle nuove aperture: per gli esercizi già in attività, infatti, è stata prevista la rimozione degli apparecchi «entro sette anni dalla data di entrata in vigore della legge se collocati nelle sale da gioco, ed entro cinque anni negli altri casi», termine già scaduto in quanto la legge è in vigore dal 2015.
Il Tar ha inoltre confermato l'assenza dell'effetto espulsivo, che non permetterebbe l'insediamento delle attività di gioco all'interno del territorio comunale a causa della legge sul distanziometro. Già in passato, sia il tribunale regionale di Trento che il Consiglio di Stato avevano negato la presenza di tale condizione nel capoluogo. Secondo una verifica svolta in uno dei precedenti casi, secondo i giudici è possibile l'insediamento di attività di gioco sul 22,4% del territorio urbanizzato.
Anche togliendo da questo calcolo «le aree in cui l'effettivo stato dei luoghi rende improbabile la possibilità di localizzazione delle funzioni del gioco», sarebbe permessa l'installazione di apparecchi nell'11,2% del territorio urbanizzato». Le due sale scommesse dovranno quindi rimuovere gli apparecchi, pur continuando a poter portare avanti il resto dell'attività legata alle scommesse.Niente slot nemmeno in via Suffragio. Il titolare della sala giochi «Mini slot» aveva fatto ricorso contro il provvedimento del Comune di Trento che gli era stato notificato a fine luglio 2023 e con il quale era stata disposta l'immediata rimozione degli apparecchi da gioco ubicati all'interno dell'esercizio.
Anche in questo caso la polizia locale aveva ravvisato la violazione delle distanze previste dalla normativa .In seguito al controllo degli agenti era stata elevata all'esercizio una sanzione di 1.666 euro e ordinato di provvedere all'immediata rimozione dell'apparecchio da gioco.
Il Tar ha respinto il ricorso ritenendo le questioni legittimità costituzionale prospettate dalla parte ricorrente manifestamente infondate.Secondo gli ultimi dati forniti dall'Agenzia delle Dogane e dei monopoli in Trentino Alto Adige sarebbero stati spesi, nel 2022, oltre 340 milioni di euro nel gioco d'azzardo, Si tratta di quasi 900 euro per ogni trentino adulto di età compresa tra i 18 e i 74 anni.