Ambiente / Lavori

Dalle frese Tav due milioni di metri cubi: nelle ex cave trentine, tranne le terre inquinate (in Veneto)

Il punto con i Comuni e i concessionari: migliaia di camion per portare la terra ad Ala, Avio, Civezzano e Sardagna. Ma anche fuori regione. Intanto parole di soddisfazione arrivano dal governatore Fugatti per la decisione di Rfi di aprire una linea di credito che permetterà di riprendere i lavori del bypass, da tempo interrotti

TRENTO. Dei due milioni di terre da scavo che le frese sputeranno fuori dalla Marzola durante lo scavo dei tunnel per la circonvallazione ferroviaria almeno un milione e mezzo saranno «terre pulite», classificate in tabella A, terre che potranno essere utilmente utilizzate per chiudere i buchi lasciati da alcune storiche cave e sulle quali, dove ci saranno le condizioni, si potrà addirittura coltivare. E i presupposti affinché questo materiale rimanga in Trentino sembrano esserci.

Il punto della situazione è stato fatto in Provincia nel corso di un incontro coi Comuni interessati, cioè Trento, Civezzano, Ala ed Avio, e i titolari delle concessioni di estrazione.

Serviva in particolare un chiarimento sullo stato dell’arte delle autorizzazioni delle singole cave per vedere di riusolvere alcune questioni burocratiche. Il sito di Pilcante di Ala ad esempio, con il suo milione di metri cubi di spazio disponibile, sarebbe strategico ma al momento non è ancora autorizzato.

Che lo smaltimento delle terre da scavo sia anche un’occasione per migliorare dal punto di vista ambientale alcuni siti lo prevede anche una delle prescrizioni inserite nella procedura di valutazione di impatto ambientale del bypass ferroviario e dunque questo lavoro preparatorio va anche in quella direzione.

Le prescrizioni dicono anche di sfruttare se possibile i siti più vicini al punto di scavo, per evitare un eccessiva movimentazione di camion. Ma l’orientamento sembra essere quello di tenere in Trentino le terre migliori e ricorrere invece a siti in terra veneta per lo smaltimento di quel mezzo milione di terra da scavo classificata in tabella B perché in parte contaminata.

Nell’incontro il dirigente del Dipartimento ambiente della Provincia, Roberto Andreatta, ha colto la disponibilità dei Comuni ad essere parte attiva nel progetto. Ci sono comunque i tempi per metterlo a punto e risolvere gli eventuali problemi burocratici visto che la previsione di avvio delle frese è ormai orientata ad un orizzonte temporale di un annetto.

Intanto parole di soddisfazione arrivano dal governatore Fugatti per la decisione di Rfi di aprire una linea di credito che permetterà di riprendere i lavori del bypass, da tempo interrotti: «Non ho mai dubitato che sarebbe successo» ha commentato.

 

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