Famiglie cooperative e disdetta dell'integrativo: muro contro muro azienda-sindacati
Lungo confronto, ieri, sfociato in un nulla di fatto: respinta la richiesta di congelare l'attuale contratto durante la trattativa sul futuro. Scattano nuove iniziative di protesta dei lavoratori dei supermercati, domani, giovedì 6 giugno, presidio a Trento
CONTRO Famiglie Cooperative, scatta la lotta dopo la disdetta dell'integrativo
SCHEDA Famiglie cooperative, disdetto il contratto integrativo
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TRENTO. Al termine di tre ore di discussione si è concluso con un nulla di fatto, ieri, 4 giugno, il confronto di questa mattina tra Filcams, Fisascat e Uiltucs e la delegazione dei presidenti delle Famiglie cooperative.
I sindacati hanno posto sul tavolo la richiesta di una sospensione a tempo indeterminato della disdetta del contratto integrativo, al fine di affrontare in modo serio una trattativa cosi complessa, ma Via Segantini si è detta disposta a concedere una sospensione di soli quattro mesi per riprendere il confronto a fronte di una rimodulazione, sempre su base variabile di tutti gli elementi previsti dal contratto integrativo provinciale.
Le sigle sindacali hanno respinto tali richieste ritenendole provocatorie e lesive dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della Cooperazione.
L'atteggiamento della Federazione ha reso quindi impossibile l'auspicata ricomposizione del tavolo delle trattative Federazione che anche confermato il taglio immediato delle buste paga.
Per questa ragione - sottolinea una nota - giovedì pomeriggio a partire dalle 14, in via Segantini a Trento, verrà organizzato un presidio di protesta con l'intento di sensibilizzare il mondo della cooperazione sulla vertenza.
Intanto, sempre giovedì 6, la famiglia cooperativa di Povo ha dichiarato una giornata di sciopero. La prossima settimana verranno inoltre annunciate ulteriori azioni di mobilitazione.
Quel che appare certo, a questo punto, è che dal 14 giugno i 1900 dipendenti si troveranno con una busta paga più leggera: 170 euro in meno. Via anche tutta la parte normativa che era stata costruita negli ultimi 35 anni e che aveva contribuito a migliorare le condizioni di lavoro.
Sindacati e lavoratori continuano a non ritenere percorribile la via della retribuzione variabile legata ai risultati delle singole famiglie cooperative.
"Non è accettabile che si scarichino sulle lavoratrici e i lavoratori le inefficienze del sistema e che la cooperazione non sia disposta a trovare una soluzione che garantisca efficienza ed equità anche nei confronti dei propri dipendenti", fanno notare Carla Tatti, Fabio Bertolissi, Lamberto Avanzo, Valentino Bellin e Vassilios Bassios per Filcams, Fisascat e Uiltucs. Resta il fatto che per le organizzazioni sindacali - si legge ancora nella nota - è inammissibile che la Cooperazione avanzi richieste finalizzate esclusivamente ad abbassare il salario dei lavoratori e delle lavoratrici del settore ponendo la variabilizzazione del valore economico del contratto integrativo come argomento non negoziabile.