Gli incidenti sulla Ss47, la Menz&Gasser in fiamme: i vigili del fuoco di Novaledo sempre presenti
Si trovano una volta alla settimana e organizzano regolarmente delle esercitazioni: in questo modo quando ci sono delle emergenze sono sempre prontissimi e con un grande gioco di squadra non deludono mai. Lo si è visto in diverse occasioni, ad esempio quando c'è stata la devastazione di Vaia. Tra di loro ci sono tante donne, ben sei: stiamo parlando del Corpo comandato da Loris Zen
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EPISODIO 6 L'Unione distrettuale Alto Garda e Ledro
Le prime notizie del Corpo dei Vigili del fuoco di Novaledo risalgono all'inizio del 1900. Da allora la sua storia non si è più fermata. Da sei anni alla guida dei pompieri di questo centro che conta circa un migliaio di abitati è Loris Zen, un 44enne che è riuscito, portando avanti una strategia già tracciata dai suoi predecessori, a consolidare un gruppo giovane e dove spicca la presenza di donne, includendo anche gli allievi. Ogni anno gli interventi effettuati sono in media una quarantina: tanti di questi sono per gli incidenti che avvengono sulla Ss47.
Negli ultimi anni a rendere ancora più pericolosa la Superstrada della Valsugana c'è il sempre più frequente attraversamento dell'arteria da parte degli animali selvatici, in primo luogo dei cervi. Sul fronte degli incendi è ancora vivo nella memoria di tutta la comunità locale il rogo che nel 2002 ha devastato la Menz&Gasser. Anche allora tra i primi ad arrivare sul posto sono stati i pompieri di Novaledo.
I componenti dei Vigili del fuoco di Novaledo
- Loris Zen (Comandante)
- Paolo Nicoletti (Vicecomandante)
- Massimo Bassetti
- Nicola Cestele
- Loris Dallacosta
- Daniele Martinelli
- Daniel Anesini
- Adriano Baldessari
- Ilaria Baldessari
- Mauro Baldessari
- Giorgia Bassetti
- Fabiola Chiesa
- Chiara Corn
- Loris Eccher
- Christian Foradori
- Christian Fusinato
- Giovanni Fusinato
- Daniel Anesini
- Stefano Fusinato
- Omar Ghesla
- Michele Gozzer
- Sebastiano Gozzer
- Francesca Martinelli
- Michele Stefani
- Mariano Valentini
- Loris Zurlo
- Ivano Bastiani
- Remigio Cestele
- Giancarlo Martinelli
- Dino Pallaoro
- Gilberto Vasellai
- Stefano Sartori
L’intervista al comandante
Era la notte del 31 dicembre 2002: le fiamme alte decine di metri bruciarono lo stabilimento Menz&Gasser di Novaledo, dove l’azienda nata nel 1935 a Lana (Bolzano) aveva trasferito nel 1974 le produzioni di succhi e marmellate. Tra i primi ad arrivare sul posto furono i vigili del fuoco volontari della zona. Tra di loro c’era anche l’attuale comandante del Corpo, Loris Zen.
“Un disastro. Per noi questa realtà industriale era ed è di vitale importanza: molte persone del posto ci lavorano fin da quando si è insediata in loco. In quei drammatici momenti il timore era che quel rogo potesse far saltare tutto. Invece la Menz&Gasser è diventata ancora più forte. Quelle giornate per noi che abbiamo partecipato alle operazioni sembravano infinite”.
Loris Zen ha 44 anni e dirige i pompieri di Novaledo da 6 anni. “Questo spiega – è il mio secondo mandato. Sono più motivato che mai. Ho infatti un gruppo coeso, giovane e pronto a scendere in campo sia di giorno che di notte quando c’è bisogno. Mi stanno dando grandi soddisfazioni”.
A quanti anni, comandante, è iniziata la sua storia con i vigili del fuoco?
Da quando ne avevo 13 una parte della mia vita si intrinseca con questo Corpo. Sono stato un allievo, un vigile, un vicecomandante e ora ho l’onore e l’onere di coordinare tutto. Cosa mi ha spinto ad avvicinarmi a questo mondo? Papà, pure lui era un pompiere.
Una costante, la passione che si trasmette da generazione in generazione.
Guardi, non è sempre così. Spesso, è vero, avendo in casa un genitore che si impegna in un determinato settore del volontariato sei spinto a “copiarlo”. Ma nel mio team ci sono persone che hanno scelto di diventare un vigile del fuoco anche se con i pompieri non avevano mai avuto a che fare in precedenza.
Perché lo fanno?
Per diversi motivi, in primis quello di rendersi utili alla comunità e sentirsi in prima linea per aiutare chi ha bisogno.
Quanti vigili fanno parte del Corpo di Novaledo?
Una trentina, gli allievi sono sei. C’è una cosa che ci rende abbastanza unici in Trentino.
Quale?
Penso che siamo tra i Corpi che hanno più donne, ben sei se calcoliamo anche quelle tra gli allievi. Sono preziosissime: la nostra segretaria è fondamentale per gestire tutta la parte burocratica. Una burocrazia che rende la vita difficilissima a realtà come la nostra. Non vi rendete conto di quante carte devo firmare per svolgere la festa del paese che facciamo a luglio (quest’anno nel primo fine settimana) e che serve per rafforzare il nostro legame con la comunità e per raccogliere fondi da destinare al Corpo.
Quanti interventi fate all’anno?
In media tra i 30 e i 40. Ci richiede parecchie energie il tratto della Superstrada della Valsugana che passa proprio sotto il paese. E’ risaputa la pericolosità di questa arteria. Regolarmente ci sono degli incidenti più o meno gravi.
Ne ricorda in particolare uno?
Qualche anno fa c’è stata una giornata terribile. Abbiamo avuto un mortale la mattina, un altro durante il pomeriggio. Entrambi con la stessa dinamica, con dei veicoli cioè in contromano. Potrei raccontarne tanti altri episodi. Qualche decennio fa la Ss47 era comunque ancora più pericolosa. Le pinze idrauliche? Una volta le avevamo in dotazione, adesso per una serie di motivi no. Ce le hanno tanto per restare vicini a Levico. Mi piace a tal proposito evidenziare come la collaborazione con i pompieri dei centri limitrofi stia andando bene. Ci si aiuta a vicenda. Negli ultimi anni siamo stati spesso impegnati con altri Corpi per lo spegnimento degli incendi che hanno colpito pesantemente e ripetutamente i boschi di questo angolo del Trentino.
Parlando di Ss47, sono diventati frequenti gli incidenti provocati dagli animali selvatici che attraversano la strada. Conferma?
Sì. In modo particolare nel tratto vicino a Roncegno e nella zona di Levico e gli scontri sono spesso tra le macchine e i cervi. Parliamo di impatti violentissimi che di solito portano alla completa distruzione del mezzo.
Anche Novaledo, comandante, era stato colpito in modo violento dalla tempesta Vaia.
Avevo appena preso la guida dei pompieri e subito mi sono ritrovato a dovermi muovere insieme ai miei uomini in quel terribile evento legato al clima. Le forti folate di vento hanno messo in difficoltà diverse persone che si sono viste rovinare in pochi minuti l’attività o la casa. Alcuni nostri vigili del fuoco che avevano parcheggiato in caserma si sono ritrovati le macchine danneggiate dal materiale fatto volare dal vento. Speriamo di non rivivere situazioni simili.
Ma purtroppo bisogna rassegnarci al fatto – e non è un modo di dire – che il tempo non è più quello di una volta. Come vi hanno già detto altri comandanti nel vostro viaggio che state facendo in questo nostro mondo più che le fiamme ci impegna l’acqua. Se fino a qualche anno fa un temporale iniziava e finiva lì, adesso si porta con sé allagamenti, smottamenti e altre cose di questo tipo. Dobbiamo essere bravi a farci trovare pronti e preparati. Oltre a riunirci ogni settimana cerchiamo di effettuare delle esercitazioni. Siamo fortunati perché ritengo che abbiamo una buona attrezzatura. Attrezzatura che va però costantemente migliorata e a tal proposito abbiamo in progetto l’acquisto del CAFS.
Di cosa si tratta?
Di un sistema di formazione di schiuma con aria compressa. Permette di spegnere un incendio con un limitato consumo di acqua e di intervenire lì dove non si può usare l’acqua, ad esempio quando si opera vicino a degli impianti elettrici.
Altri acquisti in programma?
Mi piacerebbe comprare un furgone. Ci agevolerebbe soprattutto per portare avanti meglio l’attività con gli allievi.
Si ricorda un intervento curioso?
Quello per salvare un gatto incastrato nel camino. Invece, le anticipo una sua possibile domanda, è migliorata parecchio la situazione sulla gestione delle chiamate. Ora c’è il filtro da Trento e prima di allertare subito tutti i vigili di un determinato Corpo viene interpellato innanzitutto il comandante.
C’è stato un momento in cui ha pensato di lasciare e di dedicare questo tempo ad altro?
Mai, sono contento di quello che faccio. C’è da dire che sono anche avvantaggiato in quanto nel mio gruppo c’è un bellissimo clima e venire in caserma è un piacere. Certo, lo dico sempre agli allievi, essere un vigile del fuoco significa fare anche qualche piccolo sacrificio. Ne vale la pena.