Italia / Femminicidio

La donna uccisa a Modena era iscritta all'Ordine dei medici di Bolzano

La quarantenne Anna Sviridenko, italiana di origini russe, lavorava a Innsbruck, in passato era stata occupata in Alto Adige. Arrestato l'ex marito, era andato alla caserma dei carabinieri con il cadavere nel furgone. La vittima era madre di due figli piccoli e sul loro affido c'era una contesa legale

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TRENTO.  Si chiamava Anna Sviridenko ed era una specializzanda in radiologia dell'Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore) la donna di 40 anni uccisa ieri sera a Modena. Anna Sviridenko, italiana di origini russe e madre di due bimbi di due e di tre anni, era iscritta all'Ordine dei medici di Bolzano e da tempo lavorava a Innsbruck,  in una clinica.

Laurata in medicina nucleare, negli anni scorsi, aveva lavorato anche in strutture sanitarie in Alto Adige, anche per l'Azienda provinciale.

A portare il suo cadavere nel furgone, alla caserma dei carabinieri a Modena, è stato l'ex marito, arrestato per il delitto. La vittima sarebbe stata strangolata con un cavo elettrico. L'uomo è stato arrestato - secondo quanto riferito dalla Procura di Modena - in quasi flagranza per omicidio aggravato.

Secondo una prima ricostruzione, la vittima era andata a Modena per riprendere i due figli che dovevano tornare con lei in Austria.

Ci sarebbe infatti una storia di figli contesi dietro l'omicidio della quarantenne: la vittima, è emerso dalle prime indagini, aveva avviato davanti all'autorità giudiziaria di Innsbruck una procedura per regolamentare l'affidamento prevalente dei due figli minori e l'esercizio del diritto di visita.

A febbraio di quest'anno la vittima aveva presentato un'altra istanza al tribunale di Innsbruck, per ottenere l'affidamento esclusivo dei due figli.

"La nostra comunità è devastata dalla notizia della brutale uccisione di una sua specializzanda in radiologia. Il femminicidio è un cancro che non possiamo più tollerare, una vergogna che macchia la nostra umanità, e non ci sono mezzi termini per condannarla: è un atto vile, disumano e inaccettabile. È tempo che la nostra società si sollevi con forza contro questa barbarie", scrive Carlo Adolfo Porro, rettore di Unimore. L'ateneo, sottolinea, starà vicino alla famiglia della vittima ed è pronto a costituirsi "parte civile nel corso del processo che si instaurerà". Domani tutte le bandiere delle sedi universitarie saranno esposte a mezz'asta.

Il 17 maggio 2023 era stata decisa la collocazione prevalente dei figli nell'abitazione della madre e il diritto di visita del padre. A gennaio 2024 l'indagato aveva fatto ricorso al tribunale civile di Modena per separazione con addebito a carico della donna, contestando la giurisdizione austriaca. Il tribunale modenese, informa la Procura, ritenendo di non dover assumere provvedimenti temporanei urgenti, essendoci già una decisione di un giudice straniero comunitario, decisione riconoscibile in Italia, ha assunto la causa in decisione a maggio 2024 sulla questione preliminare della giurisdizione (cioé sulla competenza territoriale).

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