Studenti fuori sede ai seggi: «Ora anche per le politiche». E hanno votato in massa per le opposizioni
I risultati a Trento sono in controtendenza: affluenza oltre il 70 per cento, e Alleanza Verdi e Sinistra al 40 per cento
TRENTO. Sono 627 gli studenti fuori-sede che hanno votato nel corso delle elezioni europee in Trentino-Alto Adige. Hanno depositato la scheda nell'urna predisposta a Trento, capoluogo di regione, come previsto dalla legge recentemente emendata.
Gli studenti che avevano fatto richiesta hanno potuto votare presso la loro sede di studi senza doversi recare nei comuni di origine. L'affluenza è stata alta, pari al 70,2%: gli aventi diritto che avevano presentato richiesta erano 893. Le principali sigle della politica universitaria hanno plaudito a questo esperimento, che chiedono sia replicato nelle future elezioni.
A farsi "bandiera" del voto fuori-sede è il gruppo di Azione universitaria, collegato a Fratelli d'Italia, che rivendica la misura. «Il voto ai fuori-sede è stato reso possibile da un emendamento di Fratelli d'Italia - ha indicato Giulia Clara Balestrieri, portavoce della destra universitaria a Trento - Ho visto una grande affluenza, soprattutto di studentesse, il 65% dei votanti, segno di un'attiva partecipazione femminile. È una "prima volta" sperimentale, speriamo si possa votare in futuro anche per le elezioni politiche».
Anche i gruppi di orientamento progressista esprimono apprezzamento. Gianmarco Ruvolo, del gruppo UniTin, concede il merito agli avversari, ma puntualizza: «Questa formulazione del voto per i fuori-sede è nata da un'idea di FdI, la sinistra è arrivata tardi, ma non è uno strumento privo di errori. Si può votare solo nel capoluogo di regione e l'auspicio è che questa modalità di voto sia estesa anche ai lavoratori fuori-sede».
Claudia Scandola, coordinatrice degli studenti di sinistra Udu, apprezza il passo avanti, pur notando le criticità: «Si è rivelato uno strumento apprezzato dai fuori-sede, ma si può votare solo a Trento, il che da noi non è un grosso problema in quanto è Trento la principale città universitaria, ma a molti studenti è richiesto di spostarsi. È vero che l'emendamento era di FdI, ma si tratta di una richiesta portata avanti da tutte le parti politiche. Va applicato e migliorato nelle future elezioni».
Venendo ai risultati, tra i fuori-sede è arrivato un plebiscito per le forze di opposizione al governo nazionale: l'Alleanza Verdi-Sinistra ha ottenuto il 40,67% dei voti. Al secondo posto il Partito Democratico, con il 25,68%, segue Azione con il 12,44% e Stati Uniti d'Europa 7,97%. Al lumicino i voti per il centrodestra con Fratelli d'Italia al 3,67% e lo 0,64% (quattro voti) per la Lega. Balestrieri di Azione universitaria riflette: «Sulla destra nel mondo giovanile c'è tanta disinformazione, la destra è percepita in modo errato come un'area che non promuove la libertà e la democrazia, è un falso ideologico».
Ruvolo, di UniTin, evidenzia lo scontento dell'elettorato giovanile verso le forze al governo: «Tutti gli indicatori mostrano come nella fascia 18-25 anni le preferenze vadano verso i gruppi progressisti. Non ci sentiamo rappresentati da questa classe dirigente al governo». Dello stesso avviso Scandola, di Udu: «Il risultato è chiaro e si spiega da solo. Dai giovani c'è un forte dissenso verso il governo, lo dimostra anche il tasso di affluenza. I giovani sono andati a votare».