Da lunedì senza casa con due bambini, l'appello di un lavoratore: «Nessuno che ci dia alloggio»
Il caso emblematico di Diego Hernandez, di origini colombiane con permesso di soggiorno a tempo indeterminato, ma ora sfrattato. Le accuse di Zannini (Avs) alle istituzioni e ai privati: «È disposto a pagare anche 800 euro, ma nessuno pronto ad accogliere lui e famiglia»
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TRENTO. Lunedì: questa la scadenza ultima per Diego Hernandez e sua moglie, entrambi lavoratori e con due bambini di 2 e 12 anni a carico, di trovare una nuova sistemazione.
Arrivato nel 2022 dalla Colombia e in protezione speciale dopo la richiesta di asilo politico, Hernendez e la sua famiglia rischiano infatti di rimanere per strada a causa del mancato supporto delle istituzioni ma anche dei privati. «Sono arrivato qui da solo due anni - racconta Hernandez - e ho ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo grazie allo stato di protezione speciale, ossia una tutela per chi è impossibilitato a tornare nel proprio paese. In pochi mesi mi sono dato da fare e ho trovato un lavoro a tempo indeterminato come magazziniere. Da circa nove mesi mi hanno raggiunto mia moglie, anch'essa lavoratrice part-time, e i miei figli».
Un lungo e difficile percorso però quello legato alla ricerca dell'abitazione in cui vivere, fatto di precarietà e tanti no: «Quando sono arrivato a Trento ho cercato casa grazie all'aiuto di un'assistente sociale che mi ha trovato prima una sistemazione in un hotel e poi a dicembre dell'anno scorso a Villa Sant'Ignazio. Ora però siamo costretti ad andarcene». La cooperativa di accoglienza residenziale infatti, pensata per casi di massima urgenza, non può più garantire suo malgrado l'abitazione a causa dell'ingresso di un'altra famiglia in difficoltà.
«Nonostante il supporto di chi si occupa dell'emergenza casa, - continua Hernandez - non riusciamo a trovare un'altra sistemazione nemmeno nel privato in cui trovo solo persone che mi dicono che gli appartamenti sono solo per studenti o che non sono adatti ad una famiglia di quattro persone anche se non è così; e tanti altri no».
A far arrabbiare sopratutto il silenzio e il rifiuto da parte di istituzioni e cittadinanza: «La ricerca che facciamo da ormai più di otto mesi non ha portato a niente - ha ribadito Jacopo Zannini, già consigliere comunale a Trento e ora attivista di Alleanza Verdi Sinistra per l'emergenza casa in Trentino- La famiglia di Hernandez, con due bambini piccoli, rischia di finire per strada nonostante si sia impegnata a cercare lavoro. Qui le questioni sono due: o il comune e la Provincia si impegnano a trovare un altro spazio temporaneo per non far finire per strada una famiglia con due minori o i privati mettono a disposizione una casa, anche non nelle migliori condizioni».
La questione poi è ovviamente anche politica dati i tagli, l'aumento del costo degli affitti, gli sfratti e l'incremento della richiesta turistica: «Come Diego ci sono tante altre persone come lui - continua Zannini - Non è possibile accettare che ci siano delle famiglie con lo stato di rifugiato o comunque con una copertura assicurata dello Stato che finiscono per strada. L'appello è anche e sopratutto rivolto alla provincia e al comune per tamponare queste situazioni di emergenza perché se è vero che sono stati fatti dei tagli non si può tagliare sulla pelle delle famiglie».
Nel frattempo Diego è pronto anche ad "alzare l'asticella" arrivando a 800 euro per un affitto a Trento ma anche in provincia: «Per quanto riguarda i privati sono disponibile a pagare anche questa cifra e ad abitare con la mia famiglia in qualsiasi paese dove si possa arrivare con il bus, anche a Mattarello o Lavis ad esempio. Il nostro obiettivo è quello di rimanere qui». «Io vedo una persona che nel nostro territorio si è integrato facilmente trovando lavoro dopo pochi mesi - ribadisce Zannini -. Lui sta facendo il possibile ma non può fare i miracoli».
Problema di fondo rimane quindi la disattenzione al tema da parte delle istituzioni ma anche il solito problema della presenza di una quantità notevole di alloggi non utilizzati, seconde o terze case tenute vuote da anni invece di essere date in locazione a chi cerca un tetto, problema già noto ad ogni inizio anno accademico per gli affitti studenteschi.
A segnalare un caso simile già a marzo sempre Zannini che aveva lanciato un appello per un altro lavoratore migrante in regola e che onestamente sudava il suo salario. Il nuovo appello per Hernandez non fa quindi che confermare uno scollamento tra il mondo del lavoro e quello abitativo oltre che probabilmente ad una triste riluttanza ad affittare agli utenti di origine straniera. «Credo che questa sia anche un'occasione per dire - conclude Zannini - tuteliamo chi lavora, chi si da fare, chi sta nel territorio in maniera propositiva».
Nella foto, Diego Hernandez, (a sinistra) e Jacopo Zannini, già consigliere comunale a Trento e ora attivista di Alleanza Verdi Sinistra per l'emergenza casa [Daniele Panato/Agenzia Panato]