Spini, detenuto tenta di strangolare un agente: grazie all’intervento dei suoi colleghi si è evitato il peggio
È solo l'ultimo di una lunga serie di gravi episodi: a inizio giugno un detenuto uscendo dalla propria cella aveva colpito con uno schiaffo in pieno volto un agente, mentre pochi giorni dopo un altro detenuto aveva tentato di appiccare un incendio nella propria cella dando fuoco a un materasso e per domare le fiamme e portare in salvo il detenuto due agenti erano rimasti lievemente intossicati
TRENTO. Era intervenuto per sedare una lite tra due detenuti, ma ha finito per avere la peggio: un agente di polizia penitenziaria, l'altro ieri, 13 giugno, è stato afferrato per il collo da uno dei due, che ha tentato di strangolarlo. Ora l'agente fortunatamente sta meglio, ma dopo essere stato soccorso e trasferito al Santa Chiara di Trento è stato dimesso con una prognosi di quindici giorni.
Solo grazie all'intervento dei colleghi dell'agente, giovedì è stato evitato il peggio: come riportato sia dal Sinappe (Sindacato nazionale autonomo della polizia penitenziaria) che dall'Uspp, l'Unione dei sindacati di polizia penitenziaria, che hanno denunciato l'accaduto, l'agente era accorso all'interno di una delle celle del carcere di Spini, dalla quale stavano arrivando grida sempre più forti.
Una volta compreso che all'interno due detenuti stavano litigando animosamente, l'agente è subito intervenuto per cercare di riportare la calma, ma uno dei due detenuti ha afferrato per il collo l'agente, cercando di strangolarlo e solo il tempestivo intervento dei colleghi ha permesso di bloccare l'aggressore. L'agente è stato subito soccorso e trasferito in ambulanza all'ospedale Santa Chiara, dove come detto fortunatamente le sue condizioni non sono state giudicate gravi, anche se a seguito dell'aggressione subita è stato dimesso con una prognosi senza dubbio rilevante.
«All'amministrazione - ha dichiarato Andrea Mazzarese del Sinappe - si chiede il pronto allontanamento del detenuto in altra struttura e un inasprimento delle misure, mentre all'assistente di polizia intervenuto con senso responsabilità va l'augurio di una pronta guarigione».
L'Uspp ha commentato duramente l'episodio: «Nella casa circondariale di Trento la situazione è da tempo la limite», ha attaccato la sezione del Triveneto della sigla sindacale: «Per questo chiediamo alla politica che intervenga. A tutti i colleghi che quotidianamente a Spini devono fronteggiare situazioni di tensione, va la nostra solidarietà con l'auspicio che si possa confidare presto in tempi migliori».
L'episodio ha avuto anche strascichi dal punto di vista delle relazioni tra lavoratori rappresentati dalla sigla sindacale e i vertici della casa circondariale del capoluogo: «Per ora tutto i rapporti sindacali con la Direzione della casa circondariale di Trento sono stati interrotti».
Quello dell'altro ieri è infatti solo l'ultimo di una ormai lunga serie di gravi episodi: a inizio giugno un detenuto uscendo dalla propria cella aveva colpito con uno schiaffo in pieno volto un agente, mentre pochi giorni dopo un altro detenuto aveva tentato di appiccare un incendio nella propria cella dando fuoco a un materasso e per domare le fiamme e portare in salvo il detenuto due agenti erano rimasti lievemente intossicati.
Da tempo tutte le sigle sindacali denunciano come il sovraffollamento della struttura di Spini si affianchi a un organico di agenti sottodimensionato.