La morte di Annamaria Frioli: «Dobbiamo ripensare la città separando le auto dalle bici»»
Le reazioni il giorno dopo il tragico incidente di via Maccani che è costato la vita alla ciclista 70enne. L'assessore Facchin: «Sosteniamo da tempo che vanne ripensate la città e la viabilità». Nuovo appello della Fiab: «Bisogna metttere al primo posto gli utenti deboli della strada»
LA TRAGEDIA Investita in bicicletta in via Maccani: morta Annamaria Frioli
TRENTO. Il silenzio avvolge via Maccani il giorno dopo il tragico incidente che ha sconvolto il capoluogo che è costato la vita alla ciclista 70enne Annamaria Frioli. E inevitabilmente, anche in questa triste occasione, si torna a sollevare la questione "sicurezza stradale". «Lo sosteniamo da tempo che dobbiamo ripensare la città e la viabilità: è necessario un cambio di mentalità», ha sottolineato l'assessore comunale alla mobilità Ezio Facchin.
La riflessione dell'amministrazione va ben oltre quei fatali attimi che hanno portato alla morte della donna (nella foto sopra il luogo della tragedia), che si trovava in sella alla sua bici: la dinamica - ricordiamo - deve ancora essere chiarita dalla polizia locale che si è occupata dei rilievi e dalla procura del capoluogo che porterà avanti le indagini per ricostruire gli ultimi istanti di vita della 70enne.
«Esprimiamo cordoglio e dolore per questa morte - ha dichiarato il sindaco, Franco Ianeselli - Al di là degli accertamenti in corso, al vaglio delle autorità competenti che cercheranno di ricostruire la dinamica e capire eventuali responsabilità, ciò che è certo è che abbiamo avuto un'altra vittima sulla strada, dove ancora dobbiamo ricordarci, purtroppo si può perdere la vita.
Annamaria Frioli
Fondamentale sottolineare l'importanza del rispetto del Codice della strada, che dovrebbe valere sempre e non soltanto il giorno successivo ai tragici episodi. Questo tema spesso viene ridotto al fatalismo e agli eccessivi controlli, mentre come amministrazione cerchiamo di tenere il punto proprio perché mettiamo al primo posto la vita delle persone e la loro sicurezza».
Ad esprimersi l'assessore Facchin: «Come Comune stiamo imboccando la strada giusta per spingere verso una mobilità sostenibile, cercando dunque di ridurre la velocità in città anche con l'introduzione delle zone 30 perché va cambiata la mentalità».
Senza fare riferimento a questo specifico caso il rappresentante della Giunta ha precisato come però «in caso di impatti con un'andatura più lenta si riducano le probabilità che il sinistro risulti mortale». Perché la «velocità in ambito urbano va gestita in modo attento - così Facchin - lavorando sulla separazione dei flussi auto e bici, quando gli spazi lo consentono. Questo incidente lascia tanta amarezza: il tutto ci fa tornare indietro a qualche mese fa, all'episodio in via Venezia che già aveva segnato profondamente la città».
Il sinistro mortale è arrivato dritto in consiglio comunale con un'interrogazione presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d'Italia: «Tanti gli incidenti su via Maccani verificati negli ultimi decenni - si legge nel documento - abbiamo già sollevato con forza in aula il problema della pericolosità della ciclopedonale di recente realizzazione, in relazione agli attraversamenti sulle strade secondarie che confluiscono proprio su via Maccani. Vi è poi da sempre un dibattito relativo alla pericolosità delle numerose intersezioni sulla via, sicuramente un fatto oggettivo e non una teoria priva di fondamento».
A manifestare il proprio cordoglio anche la Fiab - Amici della bicicletta che torna a farsi sentire sul tema della sicurezza: «Bisogna continuare a puntare su una città diversa, che metta al primo posto gli utenti deboli della strada - ha dichiarato il vicepresidente Marcello Jeziak - Le auto devono viaggiare prestando attenzione in città. Dobbiamo ripensare gli spazi, per muoverci in sicurezza tutti, con qualsiasi mezzo».