Volontari / I nostri corpi

Dall'incubo Vaia alle uscite per gli incidenti con le moto, vigili del fuoco di San Martino sempre al top

Dal 2016 a oggi il comandante è Marco Bancher, che assume il ruolo nel solco della tradizione familiare, come papà Saverio. Il gruppo allievi nasce nel 2006. Il racconto di chi ha contribuito a far nascere il Corpo: tra di loro c'è chi era addirittura in prima linea nei soccorsi al Vajont

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di Manuela Crepaz

Un corpo giovane che nel tempo ha raggiunto un ottimo livello qualitativo in tutti i settori dell'emergenza: dagli incidenti agli incendi, dalle calamità naturali agli interventi nell'ambito dei servizi. I pompieri di San Martino di Castrozza, diretti dal comandante Marco Bancher, sono un pilastro non solo della realtà locale, ma pure di quella di tutta la vallata. Una delle prove più dure che i vigili del fuoco di questo angolo del Trentino orientale hanno dovuto affrontare - come successo per tanti altri corpi della nostra provincia - è stata in occasione di Vaia.

San Martino di Castrozza, i vigili del fuoco in azione

Fra vigili in servizio, allievi, vigili di complemento e onorari - oltre ad un membro sostenitore - il Corpo di San Martino sfiora le 50 unità

"Sono stati - spiega Bancher - momenti difficilissimi, Tutti i pompieri di San Martino hanno partecipato alle operazioni successive a quel terribile evento. Pure in quella circostanza abbiamo avuto la conferma della grande preparazione di tutti i singoli componenti del corpo che ho l'onore di coordinare".

IL COMANDANTE: "LO STESSO ENTUSIASMO DEL PRIMO GIORNO"

Da quant’è vigile del fuoco di San Martino e che percorso ha seguito?

Sono vigile del fuoco da vent'anni. Seguendo inizialmente il percorso formativo previsto, sono poi diventato caposquadra, per alcuni anni ho prestato servizio come vicecomandante e ora da sette anni sono comandante.

Cosa vuol dire per lei essere vigile del fuoco?

Essere vigile del fuoco per me significa dare una mano alla comunità e mettersi a disposizione nelle emergenze. Il mio papà era Saverio Bancher, uno dei fondatori del corpo dei Vigili del Fuoco Volontari di Primiero e mi ha trasmesso la voglia di intraprendere questa strada e la passione per i vigili del fuoco.

Anche suo figlio sta seguendo le orme paterne.

Sì, mio figlio è già allievo dei vigili del fuoco e sarei orgoglioso che diventasse vigile del fuoco come il nonno e il papà. 

Quali sono gli interventi più frequenti che vi vedono chiamati?

Gli interventi variano molto perché abbiamo la stagionalità qui a San Martino di Castrozza, dall'apertura porta agli incidenti stradali soprattutto motociclistici visto Il Passo Rolle, anche l'intervento sanitario molto spesso diventa difficile in quanto siamo distanti da Fiera di Primiero e talvolta arriviamo prima noi del 118.

Marco Bancher, comandante dei vigili del fuoco di San Martino di Castrozza: «Con Vaia una grande prova di solidarietà»

Il nostro viaggio alla scoperta dei vigili del fuoco del Trentino continua con il corpo di San Martino di Castrozza, in Primiero. Ce lo racconta il comandante, Marco Bancher

Gli eventi che, ultimamente, hanno coinvolto maggiormente il Corpo?

Uno degli incendi che mi ricordo recentemente è quello della Malga Fratazza, che ha interessato veramente tutto il corpo. Vaia, veramente, è stato un esempio di solidarietà nei confronti dei nostri concittadini e tutti si sono messi a disposizione. Ventisei vigili e tutti e ventisei hanno partecipato alle operazioni di emergenza. Abbiamo una preparazione secondo me molto adeguata e quindi quando si va su gli interventi siamo abbastanza sicuri e molto sicuri di quello che facciamo quindi la paura in quel momento non dobbiamo averla e dobbiamo fare l'intervento.

Come conciliare le attività stagionali/turistiche con l’impegno volontaristico nei vigili del fuoco?

Per garantire servizio cerchiamo di fare dei turni all'interno del corpo, in più fortunatamente abbiamo personale che svolge mansioni diverse nella propria vita e quindi nell'arco della giornata riusciamo ad avere sempre una sufficiente copertura di personale negli interventi. I numeri all'interno del corpo sono stabili, abbiamo anche un gruppo allievi composto da 12 allievi che sarà linfa negli prossimi anni per il proseguo del corpo.

I COMPONENTI DEL CORPO

  • Marco Bancher      comandante
  • WIlly Daldon          vice comandante
  • Augusto Valline      capo plotone 
  • Fiorenzo Tomas     capo squadra
  • Ferruccio Zaetta    capo squadra

VIGILI

  • Giovanni Bettega
  • Alberto Boghetto 
  • Yuri Caserotto 
  • Enrico Daldon
  • Stefano Dall'Amico 
  • Guido De Bertolis 

  • Andrea Debertolis
  • Hermann Della Giacoma 
  • Gianantonio Fontan 
  • Donato Fontana 
  • Andrea Gabrielli
  • Luca Gobber
  • Simone Sartena
  • Matteo Scalet 
  • Pietro Simon 
  • Rolando Simon 
  • Alessando Soffiati 
  • Stefano Taufer
  • Martino Tisot
  • Alberto Tisot
  • Giovanni Tollardo
  • Mirko Zamborlin 
  • Giacobbe Zortea

VIGILI ALLIEVI

  • Francesco Bancher
  • Francesco Beccari 
  • Isabel Caserotto 
  • Martina Caserotto 
  • Klaus Dall'amico 
  • Vittoria Debertolis 
  • Gabriele Longo 
  • Matilde Mott
  • Emily Prler
  • Angelo Taufer
  • Gabriel Tomas
  • Roberto Valline 

VIGILI DI COMPLEMENTO

  • Rolando De Marco
  • Giorgio Scalet
  • Gianluigi Secco

VIGILI ONORARI

  • Antonio Fontana
  • Giuseppe Maerjld
  • Silvio Taufer

MEMBRO SOSTENITORE

  • Mauro Taufer

I RICORDI DEL MITICO "BEPI TOCA"

Nel 1974, il Corpo dei Vigili Volontari del Fuoco di San Martino di Castrozza prende forma autonoma, staccandosi da Primiero, sebbene la data ufficiale di fondazione sia certificata nel 1992. Quest’anno ricorrono pertanto i “primi” cinquant’anni dall'inizio di quella che sarebbe diventata una straordinaria storia di coraggio e dedizione.

A capo di questa storia c'è stato per dieci anni, dal 2006 al 2016, il “mitico” Bepi Toca, all’anagrafe Giuseppe Maerjld. L'eredità di Bepi è radicata in un profondo senso del dovere e nel valore del lavoro di squadra, una filosofia trasmessa da generazioni: anche suo nonno e suo padre erano pompieri.

«Non sarete mai capaci di gestirvi!», questo era il pensiero dominante all'epoca, ma Bepi e la sua squadra hanno rapidamente smentito questa profezia. Attraverso tenacia, capacità gestionale e straordinarie doti operative, i vigili volontari di San Martino di Castrozza hanno dimostrato che nulla è impossibile quando si lavora uniti per un obiettivo comune.

Fin dal suo ingresso nel corpo, Bepi ha portato con sé uno spirito di dedizione e umiltà che lo ha reso un comandante amato e rispettato. «Quando sono andato in pensione, mi hanno chiesto di rimanere almeno nel direttivo, ma ho risposto: “I tempi cambiano e non voglio farvi ombra”».

«Se entrate per sentirvi dire bravi, state fuori. Non siamo qui per metterci in mostra» era il mantra di Bepi ai giovani volontari. Per lui, la leadership non significava comandare dall'alto, ma comprendere e valorizzare ogni singolo vigile, delegando responsabilità per farli sentire partecipi e determinanti. «Vanno senza paura in mezzo al fuoco se sai capirli e valorizzarli» afferma, riflettendo su anni di servizio durante i quali ha sempre posto l'armonia e la coesione del gruppo sopra ogni altra cosa.

Bepi è ricordato come il comandante di San Floriano. Una delle decisioni più originali di Bepi, infatti, è stata quella di spostare la festa dei pompieri dal 4 dicembre, Santa Barbara, al 4 maggio, San Floriano. «Un periodo più tranquillo per la comunità turistica di San Martino. Il 4 dicembre è una data difficile, l'inizio della stagione turistica», spiega. Questa scelta pratica, avallata anche dal vescovo Giovanni Maria Sartori, aveva scombussolato un po’ tutti gli altri corpi primierotti, ma Bepi, al tempo, aveva tirato dritto.

L’esperienza di Bepi è stata costellata di interventi anche drammatici. Il suo battesimo di fuoco è stato il tragico disastro del Vajont a soli 17 anni. Seguono poi il terremoto del Friuli nel 1976 e quello tra Umbria e Marche nel 1997. A Foligno, gli interventi dei vigili del fuoco trentini sono stati così apprezzati che, due anni dopo, durante una visita con sua moglie, Bepi è stato salutato da una signora con: «Ti conosco, tu sei quello dei tetti!», per il contributo nella costruzione delle casette prefabbricate per i terremotati. «Siamo stati bravi come Trentino a costruire le casette dove i terremotati avevano perso la loro abitazione, non c’è stato lo spaesamento provato altrove e hanno poi costruito casa proprio lì», ricorda con orgoglio.

Bepi ripensa poi alle alluvioni a Canelli e a Cogne, sfide affrontate con mezzi limitati ma con ingegno e determinazione. «Ai tempi, ci dovevamo “industriare” a creare ciò che ci serviva, quanti brevetti!», dice.

Uno degli eventi che lo ha segnato maggiormente, è stato il disastro di Stava, ma l’esperienza più toccante è stata la missione umanitaria in Albania durante la crisi del Kosovo. «La guerra è la cosa più brutta in assoluto», racconta Bepi, ancora visibilmente emozionato. Ricorda le immagini strazianti di donne e anziani che cercavano di lavare i bambini con l'acqua delle pozzanghere.

La moglie Carmen interviene, mentre lui si chiude nel silenzio: «Mi ha chiamato alle due di notte e mi ha detto: “Ho capito dove è nato il diluvio universale”». Bepi sfoglia un pacco di foto e torna a descrivere scene di una desolazione profonda, con persone costrette a ingegnarsi per sopravvivere, arrabattandosi con un po' di nylon attorno ai piedi nudi al posto delle scarpe, mentre Apache americani sorvolavano il campo con i mitra.

In pochi giorni, il gruppo di vigili volontari è riuscito a portare acqua potabile al campo profughi immerso nel fango, fornendo un aiuto essenziale a migliaia di persone in una situazione che sembrava disperata. «Abbiamo dato da mangiare a diecimila persone», ricorda con umiltà. Carmen conferma la profondità dell'impatto emotivo di queste missioni: «Quando suonava la sirena, l’apprensione era tanta. Ma la paura vera l’ho sperimentata solo quando Bepi era in Albania. È tornato distrutto per quello che aveva visto. Incapace di parlarne e di raccontarlo».

La storia di Bepi Maerjld non è solo quella di un comandante dei vigili del fuoco che ha guidato il suo corpo per anni con dedizione e abilità senza pari. È la storia di un uomo che ha vissuto attraverso le tragedie e le emergenze, arricchendo la sua comunità con la sua resilienza, compassione e senso del dovere.

Oggi, a 78 anni, Bepi continua a essere un punto di riferimento per San Martino di Castrozza. Nonostante il ritiro dal servizio attivo, la sua eredità è viva nelle storie, nei ricordi e nelle lezioni che ha impartito ai giovani vigili. «Non rimango per non farvi ombra», aveva detti al direttivo il giorno del suo pensionamento, nonostante l’appello a rimanere, ma la sua ombra è inevitabilmente presente, non per oscurare, ma per illuminare il cammino di chi è chiamato a seguire le sue orme.

ALBERTO TISOT E LA STORIA DEL CORPO  DI SAN MARTINO

Alberto Tisot (nella foto qui sotto), comandante dei vigili del fuoco di San Martino di Castrozza dal 2006 al 2016 e ora ispettore dell’unione distrettuale di Primiero, ne è convinto: “Per andare verso il futuro bisogna conoscere il passato”. E allora, facciamo un passo indietro per ripercorrere le tappe del Corpo dei Vvf di San Martino. Dopo le vicende postbelliche, Ivo Crepaz, già pompiere nell'85° Corpo Nazionale dal 1949, ebbe l’incarico dalle amministrazioni comunali di Primiero di ricostruire il Consorzio dei Vigili del Fuoco risalente al 1878, assieme all’amico Saverio Bancher.

La gestione unitaria dei vigili del fuoco dei comuni di Siror, Tonadico, Transacqua e Fiera di Primiero comincerà ad operare nel 1955 con vicecomandante e poi ispettore distrettuale il primo, comandante il secondo.

E Tisot aggiunge: “Mentre a Primiero le cose procedono verso una presenza fissa e organizzata dei pompieri volontari, a San Martino l’antincendio è ancora lasciato alla buona volontà di tutta la cittadinanza. Il servizio antincendio consisteva in alcune manichette e scale disponibili per quanti avessero voluto aiutare in caso di calamità. L’evento scatenante fu l’incendio dell’Albergo Cimone il 29 marzo del 1955. In quell’ occasione, ricordata da tutto il paese ancora oggi, si pensò all’opportunità di creare un corpo anche nella frazione di San Martino, che nel frattempo stava vedendo aumentare le case, le attività e la popolazione in maniera esponenziale.

È in questo contesto che un primo nucleo di volenterosi iniziò ad organizzarsi come distaccamento del Consorzio di Primiero. Si avvicendarono al comando del distaccamento varie persone fino a raggiungere una situazione di stabilità all’inizio degli anni ‘70, quando, con il mai dimenticato comandante Roberto CiciValline, il "distaccamento" diventa Corpo e quindi gode di una certa autonomia operativa e di mezzi, completata nel 1992 con l’autonomia amministrativa come tutti i Corpi della Provincia”.

Nel 1995 viene a mancare il Comandante Valline, sostituito per qualche mese dal vicecomandante Antonio Fontana, per tutti el Toni de Ronch, che lascia nel 1996 per motivi di salute. Dal 1996 al 2006 il comandante è Bepi Toca, all’anagrafe Giuseppe Maerjld, lo segue Alberto Tisot dal 2006 al 2016.

Dal 2016 a oggi il comandante è Marco Bancher, che assume il ruolo nel solco della tradizione familiare, come il papà Saverio. Il gruppo allievi dei Vigili del fuoco nasce nel 2006. Nel 1990 viene finalmente data una sede autonoma al Corpo, che prima era in promiscuità nel magazzino comunale e nel 2016 viene aggiunto un ulteriore blocco per far fronte alle nuove esigenze nate negli anni, e oggi la caserma è adeguata.

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