Giustizia / Crimine

La mafia in Trentino è «impresa», l'allarme del Procuratore Raimondi che svela una nuova inchiesta

In audizione alla Commissione antimafia, il magistrato illustra anche l’utilizzo dei super-computer necessari alle indagini finanziarie sui circuiti delle criptovalute mondiali. E parla dei tentacoli sul settore alberghiero: un centinaio di "interessi sospetti" su hotel in difficoltà

TRENTO. "Quello che appare in tutta la sua evidenza è l'insediamento imprenditoriale. Noi abbiamo spesso un'immagine legata al passato di quella che può essere la figura giornalistica dell'appartenente a un'associazione di criminalità organizzata di stampo mafioso. Oggi non è così. Oggi le persone sono imprenditori, prestati anche a collegamenti istituzionali, che addirittura sono stati eletti come assessori nel Comune di Lona Lases proprio allo sfruttamento delle cave di porfido". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Trento Sandro Raimondi, chiamato a parlare delle indagini sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Trentino in occasione dell'audizione presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali.

"Questo aspetto - ha aggiunto Raimondi - ormai è circoscritto. Altri insediamenti di natura 'ndranghetistica legati ad un settore commerciale non ne abbiamo avuti. Ovviamente stiamo continuando le nostre indagini, anche con altre procure distrettuali, con il coordinamento della Direzione nazionale antimafia. Sono indagini che sono nate da poco, vedremo gli ulteriori sviluppi. Non abbiamo ulteriori elementi per poter fare relazioni sicure su questo. Magari l'anno prossimo sì, come mi auguro".

"Ormai non c'è più la possibilità di considerare uno Stato con le vecchie componenti: territorio, popolazioni, confini. Oggi non ci sono più confini. I confini sono svaniti, sono evaporati, perché attraverso l'economia digitale, attraverso la possibilità di acquistare criptovalute e di accreditarle su conti alle Cayman o alle Barbados, non abbiamo più dei controlli. La sfida che abbiamo davanti come inquirenti è quella di dare un volto all'anonimo" ha affermato, parlando della lotta al riciclaggio, il procuratore Raimondi.

"Attraverso i colleghi statunitensi della procura di Miami e anche attraverso gli agenti della Homeland security investigation - ha aggiunto Raimondi - stiamo studiando insieme alla polizia di Stato delle modalità per cercare di indagare. Come sapete, il mondo dei bitcoin ha una borsa mondiale che posso vedere ogni giorno entrando nel sito, che monitora tutti i passaggi di queste stringhe, sempre anonime. Questa sfida però si può fronteggiare attraverso la collaborazione di tutti. Due anni fa feci, e adesso stiamo cercando di diventare operativi, un accordo con Leonardo company, e l'Hpc di Ginevra ci darà l'utilizzo di due dei computer più veloci del mondo per le indagini preliminari. Con la grande capacità di calcolo si può forse riuscire a investigare fenomeni molto importanti come quello del riciclaggio e come quello delle frodi petrolifere".

 "C'era un settore del Trentino, quello degli alberghi, dove abbiamo visto che c'erano delle attenzioni su un centinaio di alberghi in difficoltà da parte di soggetti che non ci convincevano. Se vedi che un fondo di Singapore acquista due alberghi a Cavalese, pensi che uno di Singapore neanche sappia dove è Cavalese". Lo ha spiegato il procuratore in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie.

Raimondi ha precisato che gli acquisti erano legati anche alle "non performing loans, dove non c'è controllo sulla bontà di chi compra il credito". Viste le operazioni sospette, ha aggiunto il procuratore della Repubblica di Trento, "ho fatto creare alla Provincia una task force che lavora con il mio centro intercettazioni e una società che si chiama Trentino Digitale, dove abbiamo un sistema di software che si chiama Qlik sense, che consente di avere dati dalle banche, dalle aste giudiziarie e così via, e quando ci sono due anomalie su cinque scatta l'indagine patrimoniale". 

"Fenomeni di usura in Trentino non ne ho visti" ha poi riferito il procuratore della Repubblica Raimondi. "In Trentino abbiamo un'impresa virtuosa, un'impresa che funziona, un artigianato che funziona e una politica che funziona. Dal 2018 non abbiamo riscontrato fenomeni di usura. Fenomeni di intimidazione sì, proprio con riferimento al settore del porfido, che poi per fortuna è finito", ha concluso Raimondi. 

 

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