Giustizia / Il caso

«Ha chiesto di far tacere Travaglio e Lucarelli», inchiesta della Procura su Chico Forti dopo il racconto di un altro detenuto

Oggi, 5 luglio, il Corriere della Sera e il Fatto Quotidiano, riferiscono dell'apertura di un fascicolo della magistratura veronese in seguito a quanto un altro carcerato avrebbe attribuito all'ergastolano trentino, dopo le dure critiche espresse dai due giornalisti sulle modalità del rientro in Italia e quel titolo: «Benvenuto assassino»

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TRENTO. La Procucura di Verona ha aperto un fascicolo riguardante Chico Forti, per una presunta vicenda che sarebbe avvenuta nel carcere di Montorio, dove l'ergastolano trentino è stato trasferito dopo il rientro in Italia.

Lo scrive oggi, venerdì 5 luglio, il Corriere della Sera, in un articolo intitolato "Chico Forti in carcere «aveva chiesto l’aiuto dei clan per mettere a tacere Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli»".

Il giornale milanese riferisce che, secondo l'ipotesi, «un detenuto del carcere di Montorio ha confidato che l’ex campione di surf, recluso lì da oltre un mese, gli avrebbe chiesto di contattare qualche ‘ndranghetista per mettere a tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e una terza persona. In cambio Forti gli avrebbe promesso un aiuto futuro, non appena riuscirà a ottenere la libertà».

Nell'articolo, viene citato anche il capo della Procura, Raffaele Tito: «Confermo l’indagine, abbiamo già avvertito le istituzioni e sentito tutti i possibili protagonisti. Per noi naturalmente non è una fesseria ma non aggiungo altro».

Secondo quanto si legge nell'articolo del Corsera, «a raccogliere la confidenza è stata una persona che lavora all’istituto penitenziario, con la quale i carcerati entrano spesso in contatto».

Una volta partita la segnalazione, scrive il Corriere, la Procura «ha sentito tre testimoni, fra i quali anche un secondo detenuto che ha assistito all’incontro di Forti con colui che avrebbe dovuto prendere contatti con gli amici ‘ndranghetisti. Al momento il fascicolo è contro ignoti perché non è stato ancora individuato il reato. Potrebbe essere istigazione a delinquere, da escludere invece il tentato omicidio. Della vicenda sono stati informati il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la Prefettura di Verona, il Tribunale di sorveglianza e la Dda di Torino».

Nell'articolo si ricorda poi, fra l'altro, che all'indomani dell'arrivo di Chico Forti in Italia, accolto all'aeroporto dalla premier Giorgia Meloni, il Fatto Quotidiano, diretto da Travaglio, aveva titolato in prima pagina: «Benvenuto assassino».

Oggi lo stesso Fatto Quotidiano dà notizia, in apertura di prima pagina (foto qui sotto), della vicenda sulla quale la Procura di Verona ha aperto il fascicolo.

All'epoca Travaglio aveva ricordato, fra l'altro: «Per tornare in Italia Forti ha dovuto accettare la sentenza di condanna. E la Corte d’appello di Trento ha dovuto riconoscere la sentenza americana cosicché da quel momento è un assassino anche per la giustizia italiana. La Meloni fa due cose che non si sono mai viste: primo manda a prendere Forti con un Falcon dell’aeronautica militare, secondo lo accoglie all’aeroporto come un Papa, un capo di Stato, un eroe nazionale».

Critiche sulle modalità del ritorno in Italia del detenuto trentino erano arrivate anche dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, così come, peraltro, da molte altre voci sui mass media italiani nonché da sindacalisti della polizia penitenziaria e vari esponenti politici.

Ora, per fare chiarezza sui contorni dell'episodio denunciato, bisognerà attendere le verifiche in corso e l'esito dell'inchiesta aperta dalla magistratura veneta.

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