Strutture / La novità

Il Punto d’Incontro trasloca in convento mentre si ristruttura la sede storica

La mensa dei poveri è stata allestita nella chiesa delle Orsoline mentre in via del Travai scatta il cantiere che durerà circa nove mesi. Sistemare gli spazi provvisori è costato 240.000 euro coperti al 50% da Provincia e Comune. Il direttore Civico: «Accogliamo 200 persone al giorno per mangiare, un’ottantina al servizio orientamento e ogni settimana 20 nuovisoggetti si rivolgono con noi»

DATI Sempre più persone si rivolgono al Punto d’Incontro
CARITAS Trentino tra le aree con alta incidenza di nuovi poveri

di Fabio Peterlongo

TRENTO. Nel settecentesco convento delle Orsoline arriva il Punto d'Incontro, con il suo carico di umanità, di fraternità e di dedizione agli ultimi. Il compendio di via Rosmini, adeguatamente ristrutturato, da l'altroieri, 3 luglio, ha acquisito una nuova funzione, quella di dare un luogo di riferimento agli invisibili, ai dimenticati.

Nella mensa collocata nella vecchia chiesa le persone senza fissa dimora potranno ricevere un pasto caldo. Nelle nuove docce potranno prendersi cura di sé. Potranno ricevere vestiario, lasciare i propri oggetti personali, avvalersi degli uffici dedicati all'orientamento e ai progetti di avviamento al lavoro.

«Grazie al sostegno di Comune di Trento e Provincia, in sintonia con le Orsoline, in due mesi di intenso lavoro siamo riusciti ad adibire uno spazio dignitoso e accogliente, - ha detto il direttore del Punto d'Incontro, Mattia Civico - Avevamo bisogno di un simile spazio visti i lavori di sistemazione presso lo spazio in via Travai, che dovrebbero concludersi entro nove mesi grazie ai fondi Pnrr».

I lavori di sistemazione del compendio delle Orsoline, che comprendono anche il trasferimento dei servizi esistenti, ammontano a circa 240mila euro, di cui circa la metà coperti dagli enti pubblici, l'altra metà a carico della cooperativa. «Accogliamo duecento persone al giorno per mangiare, - ha spiegato Civico - a cui si aggiunge un'ottantina di persone che si avvalgono del servizio sportello e orientamento, con i progetti di avviamento al lavoro per persone senza fissa dimora».

Sono numerose le persone nuove che continuano ad arrivare al Punto d'Incontro: «Ogni settimana circa venti persone entrano in contatto con noi. Spesso si tratta di migranti che hanno trovato un lavoro stagionale nell'agricoltura. Sono persone pagate molto poco e non hanno i mezzi per accedere ai servizi ordinari. Per noi queste persone hanno diritto a ricevere l'assistenza essenziale, tra i quali i servizi di medicina», riflette Civico.

A gravare in maniera pesante sulle realtà solidali come il Punto d'Incontro è la difficoltà per i richiedenti asilo ad accedere ai progetti ordinari d'accoglienza: «Dal momento in cui queste persone fanno richiesta d'asilo possono passare anche dodici mesi prima d'essere accolti nei progetti d'accoglienza - sottolinea Civico - E così non resta che rivolgersi a realtà come la nostra, dove offriamo servizi diurni, e ad altri che sono specializzati nell'accoglienza residenziale. Non a caso le strutture dotate di posti letto sono sempre piene».L'alternativa, purtroppo praticata da molte persone cosiddette "irregolari", è vivere all'addiaccio, dove capita. «Si parla molto della presenza di numerosi alloggi vuoti a Trento, i piccoli privati potrebbero dare una mano, ma è dovere delle istituzioni dare una risposta di sistema», indica Civico.

È suggestivo il fatto che il servizio mensa sarà collocato nella vecchia cappella delle Orsoline: «Per i nostri valori, il fatto che si spezzi il pane nel luogo del "pane spezzato" è molto significativo», riflette Civico facendo riferimento alla celebrazione eucaristica. Nei prossimi nove mesi la sede del Punto d'Incontro in via Travai sarà restaurata, in vista del ritorno nella struttura voluta da don Dante Clauser, ma Civico auspica che il convento delle Orsoline continuerà ad avere la stessa vocazione di presa in carico degli ultimi: «Siamo d'accordo con il sindaco Ianeselli che ha auspicato si dia vita ad una Fondazione che unisca tutti gli attori dell'accoglienza e che continui a gestire l'ex convento con simili finalità».

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