Animalisti preoccupati per un possibile abbattimento, Enpa, Leal e Lav diffidano la Provincia
Auguri di pronta guarigione al turista, ma anche critiche alla Provincia sulla «lentezza con cui procede il posizionamento dei bidoni anti-orso nei centri abitati del territorio trentino», animalisti al contrattacco e l'aggressione diventa "presunta"
DRO. "Auguriamo una piena e pronta guarigione al turista che questa mattina sarebbe stato aggredito da un orso a Dro, in Trentino. Tuttavia diffidiamo la Pat dall'assumere nuove iniziative persecutorie contro i plantigradi. E' fondamentale che la Provincia di Trento faccia anzitutto chiarezza sulle circostanze della presunta aggressione, accertando se l'animale fosse una mamma con cuccioli al seguito, se la zona fosse provvista di adeguata segnaletica, se l'uomo non fosse in compagnia di un cane e se avesse adottato tutte le misure di cautela che si debbono seguire nelle aree boschive".
Lo dichiara in una nota l'Ente Nazionale Protezione Animali "che ricorda, ancora una volta, i ritardi da parte delle autorità comunali e provinciali nell'applicazione di quelle misure di prevenzione che possono concretamente migliorare la convivenza tra uomini e orsi e prevenire possibili conflitti con le attività antropiche".
L'associazione animalista ricorda in particolare "la lentezza con cui procede il posizionamento dei bidoni anti-orso nei centri abitati del territorio trentino. Molti comuni - denuncia la Protezione Animali - ne sono ancora sprovvisti e questa rappresenta una gravissima omissione poiché, come noto, sono proprio i rifiuti organici ad attirare gli orsi nei centri urbani. Nei giorni passati - prosegue la Protezione Animali - abbiamo più volte chiesto di essere informati circa lo 'stato dei lavori', sollecitando l'adozione di una road map ma le istituzione trentine hanno ancora una volta fatto finta di niente".
Interviene anche la LAV. "Questa mattina un turista straniero sarebbe stato coinvolto in un incidente con un orso nel comune di Dro, a nord del lago di Garda riportando comunque lievi ferite. Quanto accaduto è riconducibile al gravissimo ritardo con il quale solo quest’anno sono state avviate le prime azioni strutturate di comunicazione per favorire la convivenza fra orsi e cittadini, ben ventiquattro anni dopo la ricomparsa degli orsi in Trentino. Inoltre, l’incidente porta alla ribalta il tema della chiusura dei sentieri dove è nota la presenza di mamme con cuccioli, una pratica comunemente utilizzata al fine di prevenire possibili incidenti nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ma che la Provincia di Trento ha sempre ritenuto impossibile da realizzare sul suo territorio” ha dichiarato Massimo Vitturi responsabile nazionale Animali Selvatici della LAV .
La scorsa settimana proprio in quella zona era stata avvistata un’orsa accompagnata dai suoi cuccioli, la condizione nella quale un’orsa può reagire con particolare vigore alla presenza di una minaccia che può essere rappresentata anche dalla sola presenza inaspettata di una persona. Avvistamento puntualmente riportato sulla cartina del sito provinciale sui grandi carnivori, che riporta tutte le aree di avvistamento di orse accompagnate dai cuccioli.
È quindi verosimile pensare che possa essere stata coinvolta proprio quella stessa femmina, in un contesto nel quale sembra che l’uomo fosse da solo e quindi molto probabilmente si è avvicinato in silenzio sorprendendo l’orsa mentre stava accudendo i suoi cuccioli.
“Già nel 2021 quando incontrammo l’assessora Zanotelli, le proponemmo di sviluppare un’applicazione per smartphone che, collegata alla mappa della Provincia, potesse dare informazioni aggiornate in tempo reale sulle zone da evitare perché frequentate da orse con cuccioli – ha aggiunto Massimo Vitturi della LAV – se tre anni fa invece di accompagnarci alla porta ci avesse ascoltati, è possibile che oggi non ci troveremmo a commentare questo incidente.”
Quanto accaduto deve quindi essere d’esempio perché la giunta Fugatti capisca finalmente l’importanza di provvedere a chiusure, anche parziali, anche virtuali utilizzando la tecnologia, di sentieri che si trovano ad attraversare zone frequentate da orse accompagnate dai cuccioli, chiusure in ogni caso che rendano responsabili della propria incolumità i cittadini che volessero comunque addentrarsi in quelle zone nonostante gli avvisi.
“Non è più tollerabile che la responsabilità degli incidenti venga sempre e comunque addossata agli orsi – ha concluso Vitturi di LAV – anche le persone devono essere consapevoli che sono i loro stessi comportamenti a poterli mettere a rischio, proprio come quando superiamo i limiti di velocità in automobile.”
Ora la LAV chiederà copia dei verbali redatti dai forestali trentini per ottenere tutte le informazioni utili a costruire la difesa dell’orso contro i prevedibili ingiusti attacchi a cui sarà sottoposto. “Faremo tutto il possibile per salvarlo!" – conclude la LAV.
Interviene anche la Leal. Lega Anti Vivisezionista.
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