Persone / Giustizia

Niente visite in carcere per Forti dopo l’inchiesta sulla 'ndrangheta

Non c'è però nessun provvedimento restrittivo ufficiale. "Noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione", dice Andrea Radice, che assieme all'avvocato Carlo Dalla Vedova difende Forti. Più probabile, dicono i legali, che si tratti di un contingentamento delle visite

IL FATTO «Ha chiesto di far tacere Travaglio e Lucarelli» 
L'ARRIVO Sotto casa a Cristo Re centinaia di persone

LA PENA Il consulente: "Potrebbe ottenere la libertà vigilata"

TRENTO. Le visite per Chico Forti in carcere a Montorio sono state contingentate dopo che la Procura di Verona ha aperto un fascicolo sul presunto contatto tra il trentino condannato all'ergastolo negli Stati Uniti e ambienti legati alla criminalità organizzata, si è detto 'ndrangheta, per - questa l'ipotesi da verificare - mettere a tacere i giornalisti Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli ed una terza persona.

Una circostanza smentita dallo stesso Forti. Ciò che però emerge è che dal 2 luglio scorso Forti non ha più ricevuto visite, anche se può continuare a chiamare la madre a casa ogni lunedì.

Non c'è però nessun provvedimento restrittivo ufficiale: "Noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione", dice Andrea Radice, che assieme all'avvocato Carlo Dalla Vedova difende Forti. Più probabile, dicono gli avvocati, che si tratti di un contingentamento delle visite ("su cui concordiamo", dice Radice), viste le numerose richieste, anche di esponenti politici, per andare a trovare il 65enne trentino. 

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