Fauna / Particolare

L'orsa di Dro con i suoi cuccioli: Kj1 abita in Val d'Ambiez, da vent'anni si sposta nell'Alto Garda in estate

Parla il veterinario De Guelmi: «Ogni anno attraversa mezzo Trentino senza farsi vedere. E’ scesa in basso alla ricerca di prugne. Il runner francese? E’ stato bravo, ha fatto quello che va fatto, e dovremmo insegnarlo»

GIUSTIZIA Il Tar blocca per la seconda volta l'abbattimento
I GIUDICI Lo stop del Tar all'uccisione 

IL FATTO Turista attaccato da un orso a Dro
FUGATTI Una nuova ordinanza contro KJ1
I DATI Grandi carnivori

di Chiara Zomer

TRENTO. «Da 23 anni quell'orsa fa lo stesso giro. E in questo periodo è a Padaro, per fuggire ai maschi e proteggere i cuccioli. Scommetto che è Kj1 e se è così ci vorrà poco tempo a dimostrarlo: negli anni sono stati raccolti tanti campioni». Alessandro de Guelmi è un veterinario. Per anni, per la Provincia, si è occupato degli orsi, delle catture in particolare. Conosce la materia. E può aiutare a capire.

Ci spieghi.

«Questo è il periodo degli amori per gli orsi. In questo periodo i maschi mettono in atto l'infanticidio, affinché le femmine possano tornare ad andare in calore. Per evitare questo, le femmine vanno o ad alta quota, sopra i 2mila metri, oppure vicino ai centri abitati, aree poco appetibili per i giovani maschi adulti».

Per questo c'era un'orsa a Dro?

«Io credo che si tratti d Kj1, una femmina di 23 anni, ormai da tantissimi anni frequenta nei mesi di giugno e luglio l'area di Padaro. Quest'anno si è abbassata fino a Dro, dove trova prugne selvatiche».

Quindi noi ci stiamo stupendo di un habitué?

«Sì. Stiamo parlando di un'orsa schiva, vive nel Brenta meridionale, in va d'Algone. Ogni anno attraversa mezzo Trentino senza farsi vedere, Brentà, Favé, Lomaso e approda ad Arco. È capace di nascondersi. A giugno, appunto, scende verso Padaro».

È diventata pericolosa tutto d'un colpo?

«L'orso è sempre potenzialmente un animale pericoloso. Ma ci sono condotte che ci mettono più a rischio di altre. Sembra di parlare al vento ma ripeto da tempo che il correre in silenzio nei boschi, fuori da centri abitati, soprattutto nelle ore crepuscolari, è un rischio. L'orso non sopporta di essere colto di sorpresa. Nelle zone dove la visibilità è scarsa, bisogna farsi sentire, far rumore con i bastoncini».

Torniamo ai runner.

«C'è un lavoro bellissimo fatto da Giulia Bomberi, in cui vengono presi in considerazione tutti gli attacchi all'uomo dal 2000 al 2015. Sono tutti attacchi difensivi, mai attacchi per nutrirsi di carne umana, che l'orso non mangia. Non sono mai stati attaccati i bambini, proprio perché non vengono ritenuti minacce. Erano sempre maschi soli che si muovevano in silenzio nei boschi. Mettere in pratica atteggiamenti adatti a non impaurire l'orso è fondamentale».

È possibile che un turista francese non lo sapesse.

«La persona che è stata attaccata è arrivata in silenzio, velocemente, in un'area boscata. Lui dice che non ha reagito, non si è mosso. È stato bravo».

Poteva finire peggio?

«Se invece di stare fermo immobile avesse urlato, cercato di scappare, o peggio tirato sassi, non se la sarebbe cavata con qualche graffio. Lui ha fatto l'unica cosa da fare quando si incontra l'orso. È stato fermo. Si dovrebbe insegnare nelle scuole, dire a tutti, continuamente. In questo caso, vedendolo fermo, l'orsa ha capito che lui non era una minaccia, l'ha lasciato».

Ma se è Kj1, davvero in 23 anni non si poteva far nulla?

«Diciamo che su 100 orsi solo uno è radiocollarato, il monitoraggio non viene fatto se non sugli esemplari pericolosi. Ma non si usa per studio di come si muovono, che sarebbe tanto utile per intervenire, dove serve, con l'attività di dissuasione. Come in questo caso».

Quest'estate già si era vista in effetti, giù in valle.

«Sì, si è detto che era in un giardino. Capiamoci: era in un'area a prato lontana dal centro abitato. Comunque sì. E la squadra anti orso, che pur c'è, è di altissima qualità a livello mondiale. Sono bravissimi, certo va data loro la possibilità di lavorare bene».

La sensazione è che quest'ora abbia le ore contate.

«Un animale pericoloso va abbattuto, non ci sono dubbi. Mettere in un recinto un orso selvatico nato in libertà, è la cosa più crudele che si possa fare. Ma l'abbattimento dovrebbe essere l'ultimo atto di un lavoro che spesso non si fa. Anche se qualcosa negli ultimi tempo è cambiato».

Se si tratta di Kj1 ha i cuccioli.

«Sì, tre. Hanno sei mesi. Abbattendola, siamo ai limiti della sopravvivenza: i cuccioli a quell'età se restano orfani hanno la stessa probabilità di sopravvivere di orsetti con la madre. Nella nostra esperienza, gli orsetti lasciati soli ad agosto sono sopravvissuti tutti. Certo, un mese in più sarebbe meglio».

Tre cuccioli sono tanti,

«Un anno ne ha fatti anche quattro. Kj1 è una grande fattrice».

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