Aumento automatico della "paga" dei consiglieri di mille euro, il regalone di Bisesti a Noggler
Fa ancora discutere l’adeguamento, legato alla retribuzione dei dipendenti regionali: il capogruppo leghista si difende: «Era per far risparmiare»
TRENTO. Quando si tratta della loro indennità i consiglieri provinciali preferiscono evitare di esprimersi sull’argomento, soprattutto se piovono aumenti “automatici” generosi di cui tutti beneficiano, senza distinzione di maggioranza e opposizione. La settimana scorsa in fase di assestamento di bilancio della Regione sono stati stanziati i fondi - 6,8 milioni di euro - per il rinnovo contrattuale dei 650 dipendenti regionali e delle Camere di commercio al quale è agganciata la rivalutazione delle indennità dei consiglieri provinciali/regionali, che viene «adeguata automaticamente sulla base degli incrementi percentuali previsti dai contratti e accordi collettivi», nessuno però tra i consiglieri regionali aveva sentito l’esigenza di rilevare pubblicamente l’imminente aumento.
Un aumento automatico che vale anche per i vitalizi degli ex consiglieri. Ieri però qualche voce si è levata, dopo che l’Adige ha ricordato che scatterà il meccanismo per le rivalutazioni delle indennità, che era stato deciso con una modifica di legge dal consiglio regionale l’anno scorso, il che porterà a un aumento mensile lordo di circa 1.000 euro posto che l’incremento contrattuale a regime per i dipendenti regionali è calcolalo dai sindacati intorno a un più 9,5%.
Il capogruppo provinciale della Lega, Mirko Bisesti, l’anno scorso aveva messo la firma all’emendamento che aveva modificato la norma in vigore per evitare un aumento ancora maggiore pari a circa il 13%, e ieri ha commentato: «Era l'unico modo per far risparmiare la Regione rispetto alle altre proposte (anche dell'opposizione, che sarebbero costate di più). Avevo mediato con la Svp per far sì che non ci fossero sempre proposte di richieste di aumento random senza criteri. Avevo posto un criterio fisso ed oggettivo».
Si era scelto di collegare l’aumento automatico al rinnovo contrattuale dei dipendenti regionali perché, dice Bisesti «il consiglio regionale fa riferimento alla sua istituzione e ai suoi dipendenti».
Paolo Zanella (Pd) ricorda però che l’anno scorso, quando si discusse la norma, i sindacati e l’opposizione avevano proposto l’aggancio alla media degli aumenti di tutti i contratti dei lavoratori o di tutti i dipendenti pubblici in generale in Trentino e Alto Adige. Ma è chiaro che questa soluzione avrebbe portato a una percentuale di aumento molto inferiore.
Il consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda) fa presente, invece, che lui (così come il Team K) aveva presentato un disegno di legge che prevedeva la cancellazione dell’adeguamento automatico all’Istat e abolire ogni forma di indicizzazione delle indennità e dei vitalizi. E proprio il suo disegno di legge era in discussione nel maggio dell’anno scorso. «Già - ricorda Degasperi - ci avevano pagato circa 20.000 euro di arretrati della rivalutazione Istat, la cui erogazione era stata bloccata per alcuni anni e io volevo porre fine all’indicizzazione. Ma nessuno voleva. Capito il taglio del prato ho ritirato il mio disegno di legge, ma poi l’allora presidente del consiglio Noggler ha lasciato che Bisesti lo facesse proprio e con un emendamento lo ha svuotato inserendo la norma poi approvata che aggancia le indennità agli aumenti dei dipendenti della Regione».
«Nella legge - osserva Degasperi - non veniva detto quando sarebbe scattato l’aumento. La settimana scorsa con l’assestamento di bilancio che prevedeva gli stanziamenti per il rinnovo contrattuale per i dipendenti regionali ho capito che sarebbe scattato ora anche per noi»,