Al convento dei Cappuccini anche un dormitorio serale per richiedenti asilo
Un'altra ala del grande complesso di via della Cervara sarà destinata all'ospitalità di studenti. Negli spazi lasciati dai frati anche corsi di italiano per stranieri e altre attività di solidarietà
LA STORIA I frati cappuccini lasciano Trento dopo cinque secoli
NOVITÀ Mensa della Provvidenza, una nuova sede da settembre
TRENTO. Il convento che fino ad un anno fa ospitava i Cappuccini, con la mensa, la biblioteca e ovviamente le cellette per i frati, è pronto a cambiare veste e destinazione. Appena pochi giorni fa le volontarie e i volontari che per oltre trent'anni si sono presi cura della Mensa della Provvidenza sfamando migliaia e migliaia di persone anche grazie alla generosità dei trentini, hanno salutato gli spazi della Cervara per prepararsi al nuovo avvio di settembre in via Giusti.
Gestita, dopo l'addio dei frati, dalla Diocesi di Trento attraverso la Fondazione Caritas, la mensa sarà trasferita dal prossimo autunno nell'attuale Centro di Ascolto Caritas.
Ma non è questa l'unica novità. Le porte del convento dei Cappuccini restano aperte, con un'ampia ala riservata a realtà pronte a tendere una mano a chi ne ha bisogno.
Se da una parte proseguono infatti le attività della Scuola Penny Wirton, che accoglie ogni anno centinaia di persone di origine straniera che chiedono di imparare l'italiano, in un'altra - si legge in un comunicato - si innestano due nuove esperienze, una progettualità di ATAS e la trasformazione di alcuni spazi, a cura di Astalli, da dedicare all'accoglienza di una trentina di persone richiedenti asilo. Nelle "celle" di un'ala dove un tempo dormivano i frati, ora potranno riposare i richiedenti asilo.
«Sarà un dormitorio serale», precisa Stefano Canestrini del Centro Astalli. «Con i suoi 734 posti disponibili, il sistema di accoglienza trentino è costantemente saturo e delle 1.805 persone che hanno presentato domanda di protezione internazionale nel 2023 solo 319 hanno trovato accoglienza in un progetto dedicato. Le altre sono finite nelle sacche della marginalità, tra periferie e ponti sull'Adige. La nuova accoglienza notturna al Convento, nata da una sinergia tra Astalli, Cappuccini e Comune di Trento e inserita nel novero della attività della "Chiesa che accoglie", prova a rispondere a una parte di questa umanità in fuga da guerre, violenze, discriminazioni, povertà e conseguenze del cambiamento climatico», spiega il Centro Astalli che si occupa da tanti di anni di accompagnare, servire e difendere i diritti delle persone rifugiate che arrivano in Trentino.
Non tutto il convento sarà però destinata all'accoglienza e ai corsi di italiano. Come era stato annunciato nei mesi scorsi, l'intenzione dei Cappuccini è quella di riservare una parte della struttura agli studenti. Forse anche per questo l'accordo per l'accoglienza ai rifugiati riguarda solo una parte della grande struttura.
«La nostra intenzione è quella di aprire a fine settembre, dunque non solo per l'emergenza freddo», spiega Canestrini.
Soddisfatto dell'accordo raggiunte anche l'assessore comunale Alberto Pedrotti che spiega come la proprietà della struttura rimanga ai Cappuccini, la gestione al centro Astalli mentre al Comune spetta al copertura finanziaria dell'attività. Lo scorso anno, per evitare che le persone dormissero all'addiaccio sotto i ponti, erano stati allestiti in tutta fretta 24 posti in una palestra. Quest'anno si cercherà di non arrivare a questo. P. T.