Fauna / Polemica

Lo scontro Paccher-Biancofiore sugli orsi: «Consenso unanime», «degno di una dittatura sudamericana»

Il leghista attacca i «salotti romani» ed abilmente contrappone l’immagine della borghesia nazionale alla rusticità alpina. Lei gli risponde per le rime: «I trentini vogliono soluzioni vere, che non siano “copémoli tuti”»

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di Gigi Zoppello

TRENTO.  E’ uno scontro al vetriolo, quello fra il leghista Roberto Paccher e la parlamentare Michaela Biancofiore (Civici d’Italia - NM - MAIE) sul tema degli orsi. Uno scontro estivo che – anche dal punto di vista delle strategie comunicative – si fa interessante. Da una parte il politico trentino che sbandiera la «totale unanimità dei trentini» all’abbattimento dei plantigradi. Dall’altra la senatrice eletta a Rovereto che non frena la lingua: «degno delle dittature dei paesi sudamericani».

Paccher si era lasciato andare ieri a dichiarazioni non certo concilianti: «Chi vive in Trentino è molto preoccupato per la situazione in cui ci troviamo per i grandi carnivori e quindi da parte della popolazione c'è un consenso pressoché unanime nei confronti della Giunta provinciale per l'abbattimento dell'orsa Kj1. C'è la richiesta dei territori di poter tornare a vivere il proprio territorio e la montagna con tranquillità. Le polemiche arrivano da chi non vive in Trentino» ha detto all'Ansa il politico e presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige Roberto Paccher. «Solo nei salotti romani si può pensare che l'orso sia un animale simpatico e da compagnia. La realtà è che è un animale feroce e pericoloso, e la sua aggressione può essere mortale. Gli interventi di abbattimento sono previsti dalla normativa e non mettono a rischio la sopravvivenza della specie sull'arco alpino»  ha aggiunto, abilmente contrapponendo una supposta borghesia molle e urbana alla autentica rusticità granitica dei trentini. 

Sugli annunci di boicottaggio del Trentino dal punto di vista turistico promossi dagli animalisti, Paccher sostiene che non vi siano rischi reali. «In Slovenia - ha precisato - si abbattono 500 orsi all'anno e nessuno lancia boicottaggi. È invece evidente che invece noi dobbiamo garantire la sicurezza anche a chi viene in Trentino per vivere l'ambiente naturale». Paccher, stigmatizzando la posizione del Pd sul tema, ha anche espresso favore nei confronti della sottoscrizione avvenuta nei giorni scorsi in Val di Sole per un referendum contro orsi e lupi. «Se è fattibile lo diranno gli uffici tecnici, ma dal punto di vista politico è da sostenere perché si dà voce ai territori, che non ne possono più».

Oggi però la replica proprio da Roma, con Biancofiore: «Pacher vive un Trentino che evidentemente non è quello della gente civile che incontro io. Mi dispiace dirglielo perché è un amico ma sono in Trentino anche ora, sono andata sul Peller e non ho incontrato un elettore in 3 giorni che mi abbia detto di essere per gli abbattimenti tout court. Specie quando si riesce a fare un ragionamento serio con le persone e a mostrargli la mia interrogazione. Pacher fa finta di non capire che i trentini vogliono una soluzione e che per i trentini, a differenza sua e di Fugatti, non significa “copemoli tuti, ma spostiamoli, ma radiocollariamoli, sterilizziamoli… come peraltro hanno chiesto l’Ispra e il ministero dell’ambiente. Arrogarsi di rappresentare l’animo e il sentimento di tutta la popolazione è degno delle dittature dei paesi sudamericani e non della tradizione, cattolica e liberale, della Provincia autonoma di Trento. Inoltre, gli consiglio di uscire ogni tanto dai confini di Borghetto, forse noterebbe che a partire dalla Lega e dal silenzio del suo leader spiccatamente animalista e che purtroppo da statuto è tenuto a rispettare la volontà delle federazioni, c’è enorme imbarazzo per il merito e i metodi da giustizieri della notte, che hanno leso l’immagine ambientalista della nostra splendida terra» conclude la senatrice Michaela Biancofiore, Presidente del gruppo Civici d’Italia - NM - MAIE.

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