La dilazione per le bollette Itea? Non è una soluzione, dice la Sunia-Cgil. E ci spiega il perché
Manuela Faggioni: «andrebbero indagati i contratti capestro firmati anni fa. Ed eliminate le storture nel regolamento dell’Istituto»
TRENTO. La dilazione sui pagamenti delle bollette per gli inquilini Itea "non è affatto la soluzione". Così, in una nota, Manuela Faggioni, responsabile del sindacato inquilini Sunia Cgil, dopo il provvedimento adottato dalla giunta provinciale, su proposta dell’assessore Marchiori.
"Innanzitutto, può risultare necessario suddividere in 48 rate anche un debito inferiore ai 2.500 euro, poiché la solvibilità dell'inquilino non dipende dalle dimensioni del debito, ma dal suo potere di spesa. Ricordiamo, infatti, che in molti casi anche una rata di poche decine di euro può fare la differenza sul bilancio mensile. Si tratta comunque di palliativi per tamponare una situazione che andrebbe risolta alla base: per questo ribadiamo che anche le bollette, come il canone, dovrebbero essere calcolate in base all'Icef, che andrebbe indicizzato all'inflazione", scrive la sindacalista.
Faggioni aggiunge: "Ricordiamo che i costi sono sì aumentati a causa del caro-energia, ma che la situazione è amplificata dalla sottoscrizione di quelli che non esitiamo a definire "contratti capestro". In occasione dell'ultimo tavolo provinciale sulla condizione abitativa, CGIL, CISL, UIL e i sindacati degli inquilini hanno chiesto a gran voce chiarimenti su questi contratti e l'assessore, confermando implicitamente che il caso esiste, ha assicurato che Itea e Pat stanno cercando di capire cosa sia successo. Per avere i chiarimenti dovuti, riteniamo sia fondamentale riconvocare il Tavolo a inizio settembre".
A peggiorare la situazione anche alcune norme presenti all'interno del Regolamento Itea, tra cui una che risulta particolarmente clamorosa: "Quando un inquilino riceve una revoca - per morosità o per altri motivi -, il canone di affitto passa a canone di mercato. Rendiamoci conto che per le situazioni reddituali più critiche, quelle che pagano un affitto inferiore ai 100 euro, ciò significa che il canone può addirittura decuplicare! Di fatto, l'inquilino, soggetto debole con ridotta capacità di spesa, invece di essere aiutato, viene messo in maggiore difficoltà da un'ulteriore riduzione della sua capacità di spesa. Come si può pensare che possa risolvere la sua posizione di moroso e rimettersi al pari con i pagamenti? Questa stortura del regolamento va sistemata al più presto".