Astronomia / L'evento

Appuntamento con le Perseidi, le stelle cadenti più attese nei cieli di agosto

Intervista con l'esperto Christian Lavarian, mentre si avvicina la notte di San Lorenzo. La luna sarà crescente e non disturberà l'osservazione, così come il meteo che pare sarà favorevole: il picco si avrà nella notte tra il 12 e il 13 agosto, il consiglio è di scegliere posti in montagna o in collina, distanti dall'inquinamento luminoso

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di Nicola Maschio

TRENTO. Quella di San Lorenzo, per gli appassionati di stelle cadenti, è sicuramente la notte più attesa. C'è chi si sposta in collina, chi in montagna, chi in un'altra città o paese per godersi lo spettacolo delle "lacrime", cercando il cielo più scuro per ammirare lo spettacolo. A spiegare qualche dettaglio in più su questo fenomeno ricorrente è "l'uomo delle stelle", Christian Lavarian (foto sotto), mediatore scientifico del Muse che, come ogni anno, ha fatto il punto su ciò a cui assisteremo nelle prossime nottate.

Lavarian, partiamo da una descrizione del fenomeno: le chiamiamo "stelle cadenti", ma in realtà non lo sono.

Nello specifico, sono meteore grandi come sassolini che vengono rilasciate da comete e asteroidi. Quando la terra, durante la sua orbita attorno al sole, attraversa nubi di particelle, queste ultime per via dell'attrito si riscaldano, si incendiano e cadono, dando origine alla scia luminosa. Bruciano a circa 50 o 100 chilometri sopra le nostre teste nell'alta atmosfera e in modo velocissimo, coprendo 20 o addirittura 30 chilometri al secondo. Voglio però rassicurare sul fatto che nessuno di questi frammenti arriva poi sulla terra, ma si consumano tutti durante il tragitto.

Ogni anno però si vedono sempre meno comete: perché?

La terra attraversa più o meno sempre la stessa zona di nubi, dunque le pulisce un po' come si fa con la polvere del pavimento. Il pulviscolo viene prodotto dalle comete, nel caso di San Lorenzo dalla Swift-Tuttle, la quale passando vicino al nostro pianeta potrebbe rilasciare nuove particelle. Il problema è che, per completare un giro attorno al sole, quest'ultima impiega 130 anni e quindi noi, attraversando la sua "polvere", ogni anno ne portiamo via un po'.

Quanto dovremo attendere per tornare a vedere una grande quantità di scie luminose?

Considerate che la Swift-Tuttle è passata vicino alla terra, l'ultima volta, nel 1993. Significa che torneremo a vedere un numero importante di meteore almeno dopo il 2120. Ma se per queste, le perseidi, i tempi saranno lunghi, per il fenomeno delle leonidi, in novembre, non dovremo aspettare così tanto.

Quindi anche in autunno è possibile osservare le meteore?

Certamente, soprattutto tra il 17 ed il 18 novembre. Il meccanismo è lo stesso delle perseidi, ma molto più preciso. La cometa delle leonidi infatti passa ogni 33 anni: significa che nel 2032, dopo il fenomeno intenso del 1999, vedremo tantissime meteore. È stato così anche nel 1966 e nel 1933. Nel 1993 invece, con la Swift-Tuttle, nonostante le grandi attese i fenomeni luminosi furono meno del previsto.

Concludendo, quali consigli per godersi al meglio lo spettacolo?

La luna sarà crescente e non disturberà l'osservazione, così come il meteo che pare sarà favorevole. Il picco si avrà nella notte tra il 12 e il 13, consiglio quindi di allontanarsi dalla città e scegliere posti in montagna o in collina, distanti dall'inquinamento luminoso, perché le meteore saranno soprattutto di piccole dimensioni. In Trentino abbiamo solo l'imbarazzo della scelta.

[nella foto, lo sciame delle Perseidi. La foto evidenzia il radiante, nella costellazione Perseo - fonte: NASA/Preston Dyches]

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