Maffeis, vescovo trentino di Perugia fa visita a una donna malata e attivista sul fine vita
"Si è presentato semplicemente come don Ivan, ha ascoltato senza giudicare. Solo dopo la sua partenza mi hanno detto che era il vescovo...", rivela Laura Santi, affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla che ha chiesto di poter completare le procedure per accedere eventualmente al suicidio assistito
REFERENDUM Eutanasia legale, è polemica dopo la bocciatura del quesito
EUTANASIA Assolti anche in Appello a Genova Welby e Cappato
BELLUNO Feltre, la vicenda della giovane Samantha
PERUGIA. Presentandosi semplicemente come "don Ivan", Maffeis, l'arcivescovo trentino di Perugia ha fatto visita a casa a Laura Santi, attivista dell'associazione Luca Coscioni, affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla che ha chiesto di poter completare le procedure per accedere eventualmente al suicidio assistito. A raccontarlo è lei stessa alla Nazione.
"Buongiorno Ivan, rispondo delimitando subito il campo. Io sono atea, sbattezzata, membro dirigente dell'associazione Luca Coscioni e mi piace De André. Comunque va bene, vediamoci", la sua risposta alla richiesta di farle visita. Qualche giorno dopo, don Ivan, il prete giornalista-filosofo che gira in motorino, visita i pazienti dell'hospice di Perugia - scrive la Nazione - ha bussato alla porta di Laura Santi (al centro nella foto qui sotto).
"Abbiamo parlato - ha spiegato - della mia vita, delle mie sofferenze, delle mie battaglie con l'Aism per l'eutanasia. Ha soprattutto ascoltato. Non ha fatto riferimenti alla Chiesa, al Vaticano, a Dio. 'Chi sta fuori da queste sofferenze, mi ha risposto, deve inchinarsi a voi. Noi non dobbiamo mettere bocca su cosa fate, come vivete, come non vivete. Io non posso stare dentro i vostri vestiti o dentro le vostre scarpe. Io non posso nemmeno immaginare quello che prova lei'".
Laura Santi ha quindi raccontato al vescovo delle sue battaglie legali sul fine vita.
"Sì, e per lui è un tema molto problematico" ha spiegato. Del vescovo, Santi ha detto di avere avuto "l'impressione di un uomo libero, molto umile e profondo. Non è venuto come uomo di Chiesa. Non ha cercato di convincermi o di dissuadermi dal fare qualche cosa. Mi ha abbracciata, mi ha passato la borraccia, si è seduto e mi ha ascoltata".
Quando e come hai capito che Ivan era l'arcivescovo? "Me lo ha detto la mia assistente - ha risposto Laura Santi - alla fine della visita, quando ormai se ne era andato. Che figura! Gli ho scritto. Penso che lo rivedrò. Abbiamo in sospeso un'altra chiacchierata...".