Accoltellamento alla residenza Fersina, la Cgil: «Occorre tornare ad un progetto di accoglienza diffusa»
La Funzione Pubblica ricorda le problematiche per gli operatori: «episodi di violenza amplificati dalla convivenza forzata in un’unica struttura»
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VIOLENZA Residenza Fersina: alta tensione, la cooperativa pensa di andarsene
TRENTO. Dopo il nuovo episodio di violenza alla residenza Fersina - l'accoltellamento di un ospite da parte di un altro ospite nella serata di Ferragosto - Luigi Diaspro, segretario Fp Cgil, ribadisce con forza la posizione del sindacato: "Quanto accaduto ieri è un'ulteriore conferma del fallimento dell'attuale gestione del fenomeno migratorio. La Giunta Fugatti ha completamento smantellato il precedente modello basato sull'accoglienza diffusa sul territorio provinciale, modello che limitava gli episodi di violenza, ora amplificati dalla convivenza forzata in un'unica struttura, e ora se ne vedono i risultati".
Nel mese di giugno, dopo un altro episodio di violenza, c'era stata una dura presa di posizione dei sindacati, dei lavoratori e delle lavoratrici della cooperativa Kaleidoscopio e delle minoranze. Tale posizione aveva portato a un aumento del numero degli operatori e della vigilanza privata in servizio alla residenza Fersina: "È evidente che non è sufficiente intervenire soltanto sull'aspetto securitario", sottolinea Diaspro. "Certe dinamiche continueranno a ripetersi fino a quando la Giunta non prenderà atto del fallimento dell'attuale modello e non tornerà a un sistema di accoglienza diffusa che metta al centro le persone. È arrivato il momento di ammettere di aver preso una strada sbagliata e invertire la rotta: è un atto dovuto nei confronti di operatori e operatrici, che hanno il diritto di lavorare in sicurezza e liberi dalla paura, e nei confronti degli ospiti della residenza che rispettano le regole, che hanno il diritto di avviare un reale processo di integrazione e costruzione di un nuovo percorso di vita".