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Ius scholae, in Trentino sono novemila i minori che potrebbero diventare italiani

Di loro 1.751 abitano in città, visto che 3-400 di questi ragazzini sono alle medie, significa che un centinaio all'anno diventerebbero italiani. Torino, Bologna e Brescia hanno annunciato iniziative simboliche dal peso anche politico: una cittadinanza onoraria a chi completa il percorso di studi

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di Fabrizio Franchi

TRENTO. Novemila minorenni di origine straniera in Trentino che potrebbero diventare italiani con lo ius scholae. Di questi 1.751 abitano in città. Se diventasse legge lo ius scholae, ovvero il diritto alla cittadinanza dopo otto anni di scuola dell'obbligo, visto che 3-400 di questi ragazzini sono alle medie, significa che un centinaio all'anno diventerebbero italiani. Anche se già adesso complessivamente sono un paio di migliaia quelli che giurano sulla Costituzione da maggiorenni. Insomma, la questione dello "ius scholae" sta facendosi largo nella politica italiana.

Antonio Tajani, leader di Forza Italia, in una intervista a "Repubblica" ha rotto gli indugi e ha fatto dichiarazioni nette: «Quanti militari figli di stranieri ci sono nel nostro esercito? E poi gli atleti, le scuole in cui vanno i nostri figli. Il mondo cambia e continua a cambiare, svegliamoci».

E alcune città stanno pensando a come anticipare una legge nazionale. Torino e Bologna, ieri anche Brescia, hanno annunciato mosse in tal senso.

E Trento? Il sindaco, Franco Ianeselli, ammette che la maggioranza di centrosinistra ne ha discusso, ma non intende fare forzature a pochi mesi dal prossimo voto per le comunali. Bisognerebbe cambiare lo statuto del Comune e sono cose che si fanno all'inizio di una consiliatura, dice Ianeselli, non alla fine. Così il centrosinistra lo inserirà nel suo programma per le elezioni.

«Si tratterebbe di dare una sorta di cittadinanza onoraria a chi completa il percorso di studi, sarebbe una cosa simbolica, ma anche i simboli sono importanti. Comunque è importante che i Comuni spingano il legislatore a intervenire».

In città la gran parte è concentrata a Gardolo: sono oltre 670 minorenni.

Ianeselli spiega che il centrosinistra aveva pensato alla cittadinanza onoraria «perché fa comunità. Se ci sta anche Forza Italia è possibile. Non ci vedo niente di estremista. È una cosa di buon senso, per citare Salvini».

E polemizza con la giunta provinciale di centrodestra: «Per il presidente Fugatti e la "sempre connessa" sua vice, non possono essere "maranza" quando serve e da premiare quando vincono. Nadia Battocletti dimenticano che è musulmana, anche se dice cose proprio belle ed è una campionessa straordinaria».

Per il sindaco è una «soluzione di civiltà. Il punto è provare a mettersi dall'altra parte. Lo ius scholae mi sembra un buon compromesso». Dunque il centrosinistra per ora lascia cadere la questione. E a destra? A destra, quella trentina, si guarda alla vicenda in maniera decisamente libera.

Paradossalmente Giorgio Leonardi, leader degli azzurri trentini, è molto cauto a differenza di Tajani, mentre il capogruppo di Fratelli d'Italia in Comune, Pino Urbani è più aperto, così come non fanno barricate i leghisti Mirko Bisesti, capogruppo in consiglio provinciale e Giuseppe Filippin, capogruppo in consiglio comunale.

A chiarire che l'affare riguarda soprattutto la maggioranza parlamentare e che esistono linee di partito è Urbani: «Dovesse arrivare in aula la discussione noi sosterremo la linea di partito».

Mentre Filippin e Bisesti sono netti: «Non decide il Comune, ma lo Stato». Leonardi prima con ironia cerca di sottrarsi: «Posso dire no comment?», e fa capire che non accoglie con entusiasmo la posizione del suo partito. Poi spiega: «È da valutare, è una cosa delicatissima e non va affrontata con demagogia, da una parte e dall'altra. Bisogna muoversi con i piedi di piombo. Sono d'accordo se c'è il rispetto delle regole, delle tradizioni. Vanno bene i diritti, ma devono esserci anche i doveri».

Urbani invece spiega che comunque sarà rispettata la linea di Fratelli d'Italia: «No alle fughe in avanti. Evidentemente stiamo andando verso tempi diversi e bisognerà affrontare il problema con coscienza e non ho dubbi che la Meloni farà le scelte migliori. Certo abbiamo visto che questi ragazzi sono coinvolti con lo sport che più della scuola può essere un metodo. Se ci arrivassimo senza fughe in avanti, si può parlarne. Se il sindaco ha deciso di non forzare la mano in consiglio ha ragionato in maniera saggia. Se c'è da discuterne siamo pronti, ma senza giochetti».

Filippin accusa Forza Italia: «Tajani spinge per raggranellare voti, ma così rompe la coalizione di governo. Se Forza Italia dovesse votare con la sinistra in Parlamento apre la crisi. La trovo una cosa strumentale. Comunque lo statuto comunale non prevede la cittadinanza agli stranieri. Se arriva in aula ne discuteremo, ma senza andare contro le normative nazionali».

Mirko Bisesti sottolinea: «È un falso problema. I dati dicono che abbiamo un sistema che concede più cittadinanze di altri Paesi europei. Perché ritoccarlo se funziona, se comunque la cittadinanza viene concessa? E non è nell'agenda del governo, piuttosto contrastiamo l'immigrazione illegale. E, nel caso, la questione passa dallo Stato, non è che puoi rivedere la cosa a secondo del Comune».

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