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Case popolari, Sunia Cgil: indicizzare all'inflazione l'Icef su cui si calcolano i canoni Itea

La segretaria del sindacato inquilini, Manuela Faggioni: "Sono due anni che denunciamo con forza il pericolo di impoverire le famiglie che oggi è diventato realtà, pur avendo subito l'inflazione e avendo visto ridotta la propria capacità di spesa gli inquilini pagano di più"

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TRENTO. "Sono due anni che denunciamo con forza il pericolo di impoverire le famiglie che oggi è diventato realtà. Infatti i nuclei in casa Itea non sono diventati miracolosamente più ricchi da un anno all'altro, anzi hanno perso potere d'acquisto e sono più poveri. Solo che è cresciuto il reddito nominale e dunque l'indice l'Icef su cui si calcolano i canoni. Con il risultato che pur avendo subito l'inflazione e avendo visto ridotta la propria capacità di spesa gli inquilini pagano di più".

Lo dichiara in una nota la segretaria del sindacato inquilini della Cgil Manuela Faggioni a margine della presentazione del bilancio sociale Itea. "Un cortocircuito che produce anche un aumento delle morosità e di conseguenze degli sfratti perché, pochi forse lo sanno, ma ad un inquilino moroso Itea applica subito il canone di mercato. Assurdità su assurdità che va a colpire le famiglie più in difficoltà".

Sunia Cgil chiede "coerenza a chi ha messo l'emergenza abitativa in cima alle priorità della legislatura".

L'unico modo per contrastare questa situazione, aggiunge il sindacato, è indicizzare l'Icef all'inflazione.

"Questo permetterebbe non solo di avere canoni più rispondenti alla reale condizione economica dei nuclei familiari, ma anche definire criteri più equi per l'accesso in graduatoria e per le esclusioni".

Da piazza Dante invece, prosegue Sunia Cgil, "pensano di chiudere per un anno la possibilità di fare domanda per gli alloggi popolari. Non è questa la soluzione per soddisfare la domanda di alloggi sociali", afferma Faggioni.

"Ci propongono un gioco di prestigio, ma non si risolve l'emergenza casa se non si immettono sul mercato nuovi alloggi. E l'aumento del numero di alloggi fermi dimostra il fallimento di Itea su questo fronte. Dobbiamo costruire soluzioni per l'emergenza".

Un altro "nodo critico", come lo definisce il sindacato, è la questione sfratti. "Con la fine dell'anno scadrà la sospensione degli sfratti. Visto il numero in crescita degli alloggi non disponibili per mancata ristrutturazione è necessario che la Provincia si assuma le proprie responsabilità e proroghi la sospensione. Siamo consapevoli che è una soluzione tampone perché per tante famiglie che evitano lo sfratto ce ne sono altrettante che restano in lista d'attesa senza una casa. Dunque chiediamo anche maggiori risorse per l'integrazione al canone d'affitto", conclude Faggioni, che chiede anche di agire per "ampliare il numero di Comuni che applicano il canone concordato". Ad oggi, aggiunge Sunia Cgil, sono cinque.

Anche dal sindacato, infine, arriva la richiesta di "attivare nuovamente l'Osservatorio provinciale per la casa per avere un monitoraggio costante della situazione".

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