Diga e bacino sul Vanoi, la Provincia ribadisce la netta contrarietà trentina
Piazza Dante sottolinea il no all'opera che il Consorzio di bonifica Brenta (Padova) intende realizzare sul territorio trentino e sul quale ora ha avviato anche l'iter del «dibattito pubblico»
MONTAGNA Il no del Club alpino italiano, sollecitato da Sat e Cai bellunese
COMITATO «No alla diga sul torrente Vanoi, ecco la nostra battaglia»
PROGETTO Diga sul Vanoi, il Consorzio di bonifica va avanti
BARD «Da bellunesi diciamo stop alla pianura che sfrutta la montagna»
TRENTO. La diffida formale da parte della Provincia di Trento al Consorzio veneto di bonifica Brenta dal proseguire con ulteriori passi per la progettazione della diga del Vanoi è caduta nel vuoto, almeno per ora. Ieri, 29 agosto, infatti, in una conferenza stampa il Consorzio ha annunciato che, conclusa la consultazione preliminare con l'invito trasmesso a 185 soggetti tra enti, istituzioni, associazioni e potenziali portatori di interesse, lunedì 2 settembre entrerà nel vivo il «dibattito pubblico» per il Serbatoio del Vanoi, come viene chiamata la diga.
È un iter previsto dalla legge per consentire un confronto tra il proponente e i soggetti portatori di interesse, non è dunque un'attività di progettazione. Infatti il Consorzio di bonifica Brenta mette sul tavolo il Documento di fattibilità delle alternative progettuali, realizzato con il finanziamento del Ministero delle politiche agricole, che sottolinea non essere un progetto ma «uno studio con le diverse soluzioni in grado di soddisfare le esigenze, trasmesso in modo completo ai soggetti interessati nella fase preliminare».
Il calendario degli incontri pubblici già fissati sui territori interessati dall'opera inizia dal Trentino, lunedì 9 settembre alle 20.30 a Canal San Bovo (al Teatro Parrocchiale). Dall'apertura del Dibattito lunedì 2 settembre e sino al 4 novembre (60 giorni come da normativa) è possibile inviare in forma scritta le diverse osservazioni.
Contrarietà all'opera hanno manifestato tutti i Comuni della zona interessata, trentini e bellunesi, così come la Provincia di Trento (e pure quella di Belluno).
E oggi piazza Dante ribadisce il no in modo chiaro, in un comunicato stampa.
Eccolo: "La Provincia, nel riaffermare la propria contrarietà all’opera, si dice pronta e decisa ad intraprendere nelle sedi opportune ogni azione che si renda necessaria a difesa delle proprie prerogative e a tutela dei territori trentini interessati, qualora da parte dei promotori dell'iniziativa non ci siano passi indietro.
In particolare, la Provincia ribadisce che:
- le acque del torrente Vanoi sono già oggetto di concessione a scopo idroelettrico e conseguentemente non vi è la possibilità oggettiva ad oggi del rilascio di nuove concessioni idriche da parte della Provincia autonoma di Trento. Il progetto inoltre è carente di valutazioni o stime oggettive sui fabbisogni che la realizzazione dell’opera andrebbe a sopperire, secondo del previsioni del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP);
- l’opera in esame è priva di qualsiasi riferimento all’interno degli strumenti di pianificazione in vigore in quanto non prevista dal Piano urbanistico provinciale e dagli strumenti di pianificazione subordinati, né in alcuno degli strumenti deputati alla gestione delle acque a livello distrettuale, quali il Piano di gestione delle acque e il Piano di gestione del rischio alluvioni;
- l’invaso ha un significativo impatto ecologico, in quanto per la maggior parte si estenderebbe sul territorio provinciale dove l’alto livello di naturalità degli ambienti interessati richiederebbe la loro conservazione. Inoltre l’area dove è prevista la costruzione del serbatoio è connotata perlopiù da pericolosità massima (P4) della carta di sintesi della pericolosità provinciale.
Già lo scorso luglio l’Amministrazione provinciale aveva inviato al Consorzio Bonifica Brenta - e per conoscenza anche alla Regione Veneto e al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste - una formale lettera di diffida dal compiere ulteriori attività di progettazione e realizzazione di opere che interessino il territorio della Provincia autonoma di Trento, in violazione delle disposizioni normative e degli strumenti di programmazione e pianificazione vigenti, evidenziando nell’atto le criticità dell’iniziativa da un punto di vista giuridico, tecnico, ambientale e di sicurezza", conclude la Provincia.