Sicurezza / La critica

Incidenti sul lavoro, l’attacco della Cgil: “Giunta provinciale inerte, prevenzione solo a parole”

Secondo il rapporto della Cgia di Mestre, il Trentino, con otto morti sul lavoro nei primi sei mesi dell'anno, è tra i territori a rischio più elevato. Tenendo conto anche gli incidenti mortali in itinere, il totale dei decessi è pari a undici persone. I lavoratori stranieri subiscono un maggiore rischio di incidenti mortali o con gravi conseguenze, con un +33%

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TRENTO. "Il Trentino, con la sua autonomia, potrebbe rendere molto più efficaci le misure di contrasto agli incidenti sul lavoro, invece ci si adatta alla scia nazionale, dove al momento a parole si vuole fare prevenzione, nei fatti si indeboliscono le normative spuntando le armi di chi dovrebbe fare segnalare, denunciare e infine attivare i controlli".

Così - in una nota - la responsabile per la salute e la sicurezza sul lavoro della Cgil del Trentino, Manuela Faggioni, commentando l'ultimo rapporto dell'Osservatorio Vega engineering di Mestre.

Secondo il rapporto, il Trentino, con otto morti sul lavoro nei primi sei mesi dell'anno, è tra i territori a rischio più elevato. Tenendo conto anche gli incidenti mortali in itinere, il totale dei decessi è pari a undici persone. I lavoratori stranieri subiscono un maggiore rischio di incidenti mortali o con gravi conseguenze, con un +33%.

"Restiamo convinti che un incidente mortale non sia mai frutto di una drammatica casualità: ci sono sempre alla base superficialità, mancato rispetto delle norme e delle procedure sulla sicurezza, sottovalutazione dei rischi e così via. Alcune questioni si potrebbero arginare prevedendo nei luoghi di lavoro la figura del rappresentate territoriale per la sicurezza. Eppure in settori particolarmente a rischio, come l'edilizia, la richiesta dei sindacati viene ignorata da anni", aggiunge Faggioni, chiedendo più controlli e più prevenzione.

"Se a livello nazionale la situazione è ferma il Trentino potrebbe innovare e sperimentare. Intanto, però, la Giunta preferisce restare sostanzialmente inerte su questo tema", conclude Faggioni.

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