«La gente non trova casa, fermiamo gli affitti brevi»: la proposta di legge del PD trentino
In provincia ci sono oltre 13 mila alloggi per turisti, che assommano a 57 mila posti letto. Ma chi lavora nelle zone «ad alta vocazione» non può permetterseli
TRENTO. Il gruppo del Partito democratico del Trentino in Consiglio provinciale ha presentato una proposta di legge per contenere le locazioni turistiche brevi a favore di quelle residenziali. Il ddl, presentato in conferenza stampa, si propone di tutelare il diritto all''abitare, disincentivando e contenendo il fenomeno degli alloggi destinati ai turisti.
"In alcune zone della nostra provincia la gente non trova casa. Ci sono residenti che non possono più vivere nel posto in cui lavorano. Il fenomeno va gestito", ha spiegato il consigliere Paolo Zanella.
Secondo i dati Ispat del 2023, citati dai proponenti, gli alloggi turistici in Trentino sono 13.120 per circa 57.016 posti letto, localizzati soprattutto nelle zone a maggiore vocazione turistica.
Il ddl prevede la possibilità per i Comuni di determinare un limite massimo al numero di alloggi per uso turistico e case vacanza (Cav) attraverso un regime autorizzativo quinquennale, assieme alla tutela della concorrenza attraverso il principio di rotazione e di massima distribuzione delle autorizzazioni tra i richiedenti. Inoltre, si prevede la riduzione a due (uno nei comuni ad alta pressione turistica) del numero di alloggi che è possibile destinare a uso turistico in forma non imprenditoriale, e la necessità di Scia che certifichi requisiti minimi urbanistici, igienico-sanitari e di sicurezza anche per alloggi per uso turistico gestiti in forma non imprenditoriale.
Ancora, si prevede l'impossibilità di avvalersi di intermediari per la gestione di alloggi nelle forme non imprenditoriali, la rivalutazione dei Comuni ad alta pressione turistica e delle quote da destinare ad alloggi per tempo libero e vacanze e la possibilità di cambio di destinazione d'uso da non residenziale a residenziale solo per residenze ordinarie. Infine, si ipotizza l'aumento della tassa di soggiorno degli ospiti degli alloggi per uso turistico tra uno e tre euro e destinata totalmente ai Comuni che ne dovranno utilizzare almeno il 70% per i controlli sul rispetto della normativa su ricettività turistica, assieme alla possibilità per i comuni di aumentare l'aliquota Imis sugli alloggi per uso turistico.
Secondo quanto riferito dai firmatari, il ddl dovrebbe andare in discussione in aula il prossimo novembre.