Terza Età / Assistenza

Siamo sempre più vecchi, servono altre Rsa: le proposte di Upipa per Trento

Quasi 1.200 famiglie in attesa di un posto in Trentino, e in futuro andrà sempre peggio, le proposte dell’Unione per una strategia complessiva: non solo il capoluogo, in sofferenza anche val di Non e Sole

ALLARME Crollo verticale delle nascite, il 2023 anno nero in Trentino
ESPERTO Perché tanti giovani trentini non intendono avere figli

PERGINE Boom demografico addio, ma la città è attrattiva

di Chiara Zomer

TRENTO. Non solo una Rsa all'hotel Panorama. Upipa qualche idea su come si potrebbero usare spazi ora vuoti in città ce l'ha. Perché siamo in emergenza ora - sono in attesa di un letto in Rsa quasi 1.200 persone in Trentino - e lo saremo ancor più in futuro e perché la demografia impone scelte diverse, servizi differenti, ma certo risposte più ampie - quantitativamente e qualitativamente - rispetto a quelle messe in campo ora.

E quindi eccole le proposte, solo per la città di Trento, messe nero su bianco nel parere alla variante Prg: una Rsa all'ex Panorama, ma anche la rivalutazione della destinazione d'uso di alcuni compendi dismessi, come l'ex Onmi in via della Collina (sopra l’Ospedalino), luogo adatto a residenze protette, o l'uso degli alberghi dismessi del basso Bondone come posti di sollievo. O, infine, una riflessione da far partire già ora sull’attuale ospedale S. Chiara e su quegli spazi. Passando da un'analisi su come si costruisce il futuro ospedale.

«È importante dare una risposta organica, differenziata per necessità, calibrata su tutti gli aspetti - evidenzia la presidente di Upipa Michela Chiogna - la nostra risposta non sarà come quella dell'Alto Adige, una Rsa all'anno. Ma nemmeno zero è la soluzione».Numeri e demografia.

L'allarme l'ha lanciato la stessa Upipa la scorsa primavera: servono 1.400 posti letto in più a livello provinciale. Certa è la richiesta ad oggi: in Rsa attendono di trovare un posto 1.150 persone. E il 70% degli ospiti ha problemi di deambulazione e di demenza. Gli attuali posti (4.546 in provincia, di cui 936 a Trento) non bastano oggi, figuriamoci tra qualche anno. Le previsioni del Comune sulla popolazione anziana da qui al 2040 sono drammatiche: nel 2022 gli over 65 erano 27.821 (il 23,6%) e gli over 75 14.491 (12,3%), ma nel 2024 le cifre si impennano: 38.574 over 65 (30,4%) e 20.894 over 75 (16,5%). Chiaro che si impennerà anche la domanda. È questo lo scenario che spinge a pensare a soluzioni come l'ex hotel Panorama. Ma Upipa invita a ampliare l'orizzonte.

Le proposte al Comune. Il Comune di Trento sta avviando gli atti preparatori ad una variante al Prg, e di prassi si chiede un parere ad una serie di soggetti. Tra questi anche il mondo dei servizi agli anziani. E Upipa, ma soprattutto i presidenti Michela Chiogna (Apsp Civica), Antonio Giacomelli (Apsp de Tschiderer) e Nicoletta Tomasi (Apsp Grazioli) hanno messo nero su bianco le idee.

«Servono posti, in effetti, adesso nell'emergenza, ma servono anche risposte in prospettiva. Per questo abbiamo formulato delle idee al Comune, riassumibili in 5 punti. A partire dal futuro compendio S. Chiara, su cui chiediamo si faccia un tavolo di lavoro che ci includa, e che immagini di usare parte di quel compendio per dare risposte alle esigenze degli anziani. Chiediamo inoltre che si valuti di inserire criteri salutogenici nella progettazione di strutture socio sanitarie, in sinergia con l'università di Trento».

Vuol dire costruire edifici che facciano stare bene, insomma. Poi c'è il tema delle strutture. «Proponiamo di usare strutture dismesse che se ripensate possono dare risposte in tempi abbastanza brevi. Abbiamo individuato tre proposte: l'ex hotel Panorama, appunto. Noi proponiamo di fare subito un progetto di fattibilità che dia chiaramente numeri concreti, tempi, modi, costi, per la trasformazione di quell'edificio in una Rsa. A chi contesta l'ubicazione decentrata ricordo che purtroppo il 70% dei nostri ospiti o ha problemi di deambulazione o di demenze, l'anziano in Rsa che esce e va a farsi una partita a carte purtroppo rappresenta una percentuale minoritaria. Diverso sarebbe parlare di alloggi protetti, quelli non sarebbero adatti perché gli ospiti in quelle strutture hanno bisogno di un tessuto intorno».

Poi Chiogna propone l'ex opera Onmi: «È confinante con la casa di riposo Angeli custodi, è stata una residenza per ragazze madri, ora non è usato da tantissimi anni è di un privato ed ha già la destinazione d'uso assistenza. Potrebbe essere il luogo di un'assistenza leggera, alloggi protetti magari».

E poi ci sono gli ex alberghi ormai dismessi del basso Bondone, compreso Vaneze. «Alcuni sono all'asta, chiusi da 20 anni. Noi diciamo: non sono adatti per alloggi protetti, ma nemmeno per Rsa, certo, perché sono periferici. Ma hanno già la struttura a camere e spazi comuni, perché non pensare di realizzare strutture per posti di sollievo?».

Strategia provinciale. Ma non c'è solo Trento. «Abbiamo chiesto alla Provincia le cifre precise, le nostre proiezioni dicono che il territorio della val di Sole e Non è il più penalizzato, a seguire quello della Valle dell'Adige».

Il sistema Rsa aveva chiesto, la primavera scorsa, 1.400 posti letto in più. Ad oggi risposte non ne hanno avute, anche perché l'assessore aveva appena iniziato il suo giro nelle diverse Rsa. Adesso ci si aspetta qualche riscontro: «A breve avremo un incontro con l'assessore Tonina - spiega Chiogna - ripeto: credo serva una risposta multipla, con diverse soluzioni». Serve iniziare.


 

comments powered by Disqus