Picchiavano il gregge, la Procura chiede l'archiviazione: «Non c’è crudeltà». La Lav: faremo opposizione
Indagine per uccisione di animali e maltrattamenti, agnellini presi a calci e pecore bastonate: le azioni violente dei pastori sono state filmate dall’associazione animalist. I proprietari degli ovini, due trentini, chiedono di patteggiare. La pm evidenzia che i pastori lavoravano in "condizioni logistiche e igieniche quasi al limite della tollerabilità umana"
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TRENTO. Agnellini presi a calci, pecore bastonate sul dorso: atti di cattiveria gratuita ma compiuti senza il dolo di "crudeltà", secondo la ricostruzione della procura di Trento. Viene però riconosciuto che "le condotte di violenza in danno degli ovini, soprattutto i più piccoli" erano "connotate da una gestione alquanto arcaica degli animali, ivi compresa la convivenza di animali vivi e carcasse".
La pm Patrizia Foiera ha chiesto l'archiviazione del procedimento aperto per accertare le responsabilità di quattro pastori, ma la Lav, che aveva denunciato i maltrattamenti, non ci sta. «Come parte offesa (assieme a Associazione Nogez e Stop Animal Crimes Italia, ndr) abbiamo venti giorni dalla comunicazione per presentare opposizione alla richiesta di archiviazione - spiega Simone Stefani, responsabile della sede Lav di Trento - I nostri legali sono già al lavoro. Non vorremmo che si creasse un precedente: quanto abbiamo mostrato non evidenzia alcun "evento accidentale" come sostiene la procura, ma una volontà precisa e ripetuta di maltrattare gli animali».
I proprietari del gregge - un uomo e una donna trentini - hanno invece chiesto il patteggiamento, con contestuale istanza di revoca del sequestro preventivo del gregge.
I ripetuti atti di violenza ingiustificata effettuati da soggetti diversi contro gli animali erano stati filmati in più occasioni ed a distanza di mesi, affinché le immagini diventassero una prova della cattiveria e della crudeltà dei pastori.
La segnalazione era stata raccolta dallo Sportello contro i maltrattamenti di Lav Trento: la denuncia risale a settembre 2023 e nella primavera scorsa la procura di Trento aveva disposto il sequestro preventivo del gregge, circa 400 capi. Nel fascicolo, aperto con l'ipotesi di reato di uccisione e maltrattamenti di animali, sono finiti i nomi dei proprietari del gregge e di quattro pastori romeni.
Nei giorni scorsi la pm Patrizia Foiera ha mandato al giudice per le indagini preliminari la richiesta di archiviazione in merito alla posizione dei lavoratori stranieri, per la mancanza del dolo di crudeltà: gli atti contenuti nei video sono stati valutati come "contestuali alle operazioni di gestione di animali quali la tosatura, il tentativo di allattamento di un agnellino ovvero gli spostamenti da un pascolo all'altro".
Viene anche evidenziato che gli indagati romeni erano senza documenti, non conoscevano quasi nulla della lingua italiana e che "risultavano essere tenuti a lavorare in condizioni logistiche e igieniche quasi al limite della tollerabilità umana": vivevano in una roulotte sporca e fatiscente, senza acqua e servizi igienici, senza un riscaldamento continuo. Assunti come braccianti agricoli, senza alcuna esperienza come pastori, i quattro erano stati sentiti dalla polizia giudiziaria: hanno raccontato che veniva loro dato cibo scaduto e che erano costretti a uccidere gli agnelli per sfamarsi. Uno dei pastori aveva un compenso mensile di 37,92 euro, per poco meno di 500 euro annui.
Non sarebbero loro i responsabili della morte dei 5-6 capi ritrovati in primavera nel corso degli accertamenti: secondo la veterinaria le carcasse non mostravano segni di violenza. Sempre i veterinari avevano constatato che, nel periodo dicembre 2023-marzo 2024, gli animali erano in uno stato di salute buono e che per il decesso di alcuni capi è "verosimile l'ipotesi di eventi traumatici riconducibili ai movimenti del gregge, di oltre 700 ovini, e all'accidentale calpestamento di animali".
La Lav promette battaglia e chiede ai deputati della Commissione giustizia della Camera, ai parlamentari e al ministro della Giustizia Carlo Nordio di sbloccare subito la discussione della legge per inasprire le pene relative ai maltrattamenti contro gli animali. «I diritti di serie A e di serie B non sono accettabili in un Paese che ha inserito nell'articolo 9 della Costituzione la tutela degli animali» conclude Stefani. In quasi due anni di attività lo Sportello di Trento ha raccolto 244 segnalazioni, effettuato 238 sopralluoghi, presentato 31 denunce e contribuito a salvare 70 animali.