La diga del Vanoi? Dal governo la conferma: non ci sono i soldi per finanziarla
Il dicastero di Lollobrigida scrive alla provincia di Belluno, e conferma, pure il ministro Salvini non l’ha messa negli investimenti del Pnrr: sorte segnata?
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VANOI. La diga sul Vanoi? Non ci sono i soldi per costruirla. Il consorzio Brenta ha preso solo i soldi per progettarla, grazie al Pnrr. Stop.
È netta, esplicita, la lettera recapitata in questi giorni dal ministero dell'Agricoltura, dicastero tenuto da Francesco Lollobrigida, alla provincia di Belluno e ai sindaci interessati, ma tutti contrari, all'invaso fra Trento e Belluno.
Una diga che solo il consorzio Brenta vuole. Era stato lo stesso commissario Nicola Dell'Acqua, di recente, a non ricomprendere la diga nell'ultimo elenco delle priorità infrastrutturali contro la siccità. E il ministro alle infrastrutture Matteo Salvini si è comportato di conseguenza: non l'ha proprio messa in conto.
Oltretutto ieri si è fatto sentire anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che nei giorni scorsi aveva evitato di prendere una posizione netta, rinviando sempre l'ultima parola «ai tecnici». Ieri le parole, precise: «Finché non sarà risolto anche l'ultimo dubbio, dal punto di vista tecnico, la Regione manterrà la sua contrarietà».
Al momento, dunque, il progetto della diga tanto contestata esiste soltanto nello studio del Consorzio Brenta illustrato l'altra sera al primo incontro di Canal San Bovo del Dibattito Pubblico.
Ma andiamo con ordine. Simona Angelini, direttore generale del ministero dell'Agricoltura, ha spedito giorni fa una lettera a Regione, Provincia di Belluno e quella di Trento e ai sindaci in cui afferma che «non è previsto alcun finanziamento per la realizzazione dell'opera, per quanto di competenza». Si tratta della risposta alla Provincia di Belluno, retta dal presidente Roberto Padrin, che il 4 giugno scorso chiedeva, sulla base di una delibera del 16 maggio, di «interrompere la progettazione e di cancellare la previsione dell'invaso del bacino del Vanoi come ora configurato dagli strumenti di qualsiasi pianificazione e programmazione a livello regionale, nazionale e anche futura».
Oggetto del finanziamento da parte del ministero dell'Agricoltura, precisa la lettera, è solo «lo sviluppo progettuale - da progetto di fattibilità a progettazione definitiva - avente a oggetto la realizzazione di un bacino sul torrente Vanoi».
Attenzione: non è compreso neppure il progetto esecutivo. Un chiarimento lapidario. Con la lettera si invita quindi la Provincia di Belluno ad avvalersi del dibattito pubblico «per valutare nell'ambito della propria sfera di attribuzioni il progetto». Il serbatoio non è dunque finanziato dal Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, il "Pnissi", pubblicato il 18 luglio. Salvini non l'ha inserito appunto perché il commissario antisiccità, Nicola Dell'Acqua, lo aveva escluso dall'elenco degli interventi ammessi nel Piano "Pnissi". Rinfrancato da questi presupposti ieri il presidente Zaia, a Palazzo Balbi, sede della giunta del Veneto, è stato esplicito: «Finché non sarà risolto fino in fondo anche l'ultimo micrometrico dubbio la nostra posizione è di chiusura, vogliamo che le carte siano chiare».
Ma questa, ha insistito, «è una posizione tecnica». La presa di posizione di Zaia è arrivata all'indomani del «no» ribadito dal presidente trentino Maurizio Fugatti, che evidentemente ha avuto il suo peso. Per Zaia la questione «compete ai tecnici, ed è bene che sia così». E i tecnici della Regione hanno sottolineato: «Sono necessarie indagini geognostiche dirette e indirette». Padrin evita di attaccare, ma gongola, la diga difficilmente con queste premesse vedrà la luce sul torrente Vanoi.