Elezioni / Il nodo

Nuove regole per i mandati dei sindaci, la giunta provinciale approva la proposta della Regione: ecco cosa cambierebbe

Serve una norma di attuazione, Kompatscher e Fugatti puntano ad un «iter acceleratissimo» per le elezioni del 4 maggio con nuove regole. Ma dipende dal governo

TRENTO. Da tutta la settimana, il tema del limite dei mandati per i sindaci fa discutere la politica. Fra proposte di modifica, idee di partizione fra Comuni più o meno grandi, e norme nazionali.

Oggi la giunta provinciale di Trento si è schierata con la Regione. Spiega l’ufficio stampa dell’esecutivo: «Il tema dell’elezione dei sindaci in relazione al numero dei mandati è stato esaminato oggi nella riunione della Giunta provinciale, nella quale l’assessore agli enti locali Giulia Zanotelli ha relazionato i colleghi sui recenti passaggi in materia. Come già accaduto a livello di Giunta regionale, nell’ambito dell’iter previsto per la trattazione di questi temi, anche la Giunta provinciale di Trento ha approvato una proposta di adesione al percorso di predisposizione di una norma di attuazione ad hoc.
Si compie perciò un passo avanti verso la presentazione alla commissione dei Dodici dello schema di modifica normativa. Un iter che potrà portare dunque al confronto, sentito il parere dei ministeri competenti, presso la commissione paritetica e quindi in consiglio dei ministri, su una proposta che mira a garantire la piena competenza delle Autonomie speciali in merito alla disciplina per l’elezione dei sindaci e il limite dei mandati».

Il pronunciamento segue quello della giunta regionale. L’assessore regionale agli enti locali, Franz Locher (Svp), come aveva annunciato, ha portato lunedì in Giunta regionale  il disegno di legge che recepisce la norma statale che modifica il limite dei mandati dei sindaci.

Si prevedono i due mandati nei comuni sopra i 15.000 abitanti, viene eliminato ogni limite sotto i 5.000 (in Trentino sono 146 comuni su 166) e lasciati i tre mandati negli altri. Il disegno di legge è stato approvato all’unanimità, con il voto a favore anche della vicepresidente leghista Giulia Zanotelli, perché contestualmente la Giunta ha condiviso una proposta di norma di attuazione dello Statuto che amplia la competenza della Regione in materia di ordinamento dei comuni specificando che si può derogare alla norma nazionale «al fine di promuovere la piena rappresentanza delle minoranze linguistiche».

La norma di attuazione è stata quindi approvata nella giunta provinciale di Trento oggi, e lo sarà martedì prossimo in quella di Bolzano, con un iter accelerato. La si vuole portare infatti all’esame della Commissione paritetica dei 12 già il 25 settembre.

La vicepresidente Zanotelli avrebbe assicurato che c’è l’apertura del ministro agli Affari regionali, il leghista Roberto Calderoli, a far sì che arrivi il via libera del Consiglio dei ministri alla norma di attuazione in tempi da record.

Il presidente di turno della Regione, Arno Kompatscher, ha dato però tempi strettissimi e sembra molto complicato che possano essere rispettati, anche con un iter super veloce, visto che ha chiesto la norma di attuazione prima di novembre, quando il disegno di legge licenziato dalla Giunta approderà in consiglio regionale per essere approvato.

«La giunta regionale - ha spiegato lunedì il presidente Kompatscher - ha dato il via a uno schema di norma di attuazione da inviare alla Commissione dei Dodici. Questa norma, qualora fosse approvata, permetterebbe di derogare. Non si esprime sui contenuti. Contestualmente abbiamo avviato l’iter legislativo per arrivare nei tempi, a prescindere dalla norma di attuazione, perché dovremo approvare la legge entro novembre».

Le elezioni comunali saranno fissate infatti per il 4 maggio, come è già stato annunciato, e quindi i sindaci uscenti devono poter sapere per tempo se potranno ricandidarsi oppure vengono fermati dal raggiungimento del limite di mandati.

In Trentino con l’approvazione del disegno di legge non potranno ricandidarsi il sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer (Campobase), e quello di Arco, Alessandro Betta (Pd), per altro già bloccato anche dalla norma analoga prevista dallo Statuto del partito.

Tutti i sindaci dei piccoli comuni che hanno raggiunto i tre mandati, invece, potranno puntare al quarto.

Ora sul disegno di legge verrà chiesto il parere, entro 15 giorni, dei due Consorzi dei Comuni di Trento e Bolzano e poi passerà all’esame della commissione, mentre la norma di attuazione seguirà parallelamente il suo iter. In Alto Adige, pur condividendo ovviamente un possibile ampliamento dell’autonomia, sono scettici sul fatto che, come spera la Lega, si riesca ad avere la norma prima di novembre. E anche una volta ottenuta la norma di attuazione resta da vedere se si troverà l’accordo su eventuali modifiche. Fratelli d’Italia è infatti per ridurre a due i mandati nei grandi comuni. La Lega invece vuole tenere i tre, ma vuole eliminare il limite nei piccoli comuni, come previsto dalla norma statale.  Anche alla Svp interessano i piccoli.

L’assessore regionale Carlo Daldoss (FdI) commenta: «La norma di attuazione è un tentativo per poter derogare, cosa che altrimenti non possiamo fare. I tempi sono molto stretti».

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