Vetri Speciali, al Ciré sciopero dei lavoratori che verranno trasferiti a Trento: altri 4 giorni di astensione
Lunedì la protesta, poi la replica dell’azienda che però non cede sulle condizioni contrattuali, e si profila una serrata da venerdì a martedì prossimo
PERGINE. Sciopero e presidio pienamente riuscito, ma con le sole bandiere della Uiltec-Uil al vento (assenti Filctem-Cgil e Femca-Cisl, che pure avevano firmato la protesta) l’altroieri mattina alla Vetri Speciali di Ciré di Pergine. In ballo, per i 100 dipendenti che venerdì hanno deciso l’astensione dal lavoro per tutte le otto ore dei tre turni (6-14, 14-22, 22-6), ci sono diritti economici maturati nel corso di decenni nello stabilimento storico dell’azienda che conta quattro sedi in Italia, di cui due in Trentino.
Il secondo (ma meglio dire ormai “il primo”) è quello che a Spini di Gardolo attende le maestranze perginesi a inizio ottobre, quando la produzione che ora si fa a Ciré verrà fermata per essere trasferita nel capannone che sorge nel quartiere industriale di Trento.
I diritti considerati acquisiti e irrinunciabili per cui si è svolta una protesta che si spera porti a risultati concreti nel prossimo incontro previsto il 23 settembre corrispondono - spiega il segretario del sindacato dei chimici della Uil, Alan Tancredi - a circa 200-250 euro che arricchiscono la paga mensile di operai e impiegati di Pergine, per 14 mensilità. Soldi che, come detto, sono il risultato di una stratificazione di accordi di secondo livello e concessioni accumulati nei tanti anni di esercizio dell’azienda, dove il segretario generale Uil, Walter Alotti, e il collega Walter Largher, ricordano che lavorano figure difficili da trovare altrove.
Lavorare in una vetreria non è una passeggiata, hanno sottolineato ieri anche i dipendenti: le alte temperature, i turni notturni, la soglia di attenzione da prestare alle procedure fanno sì che il turnover in certi stabilimenti (come a Spini) sia elevato. Per questo, operai più o meno giovani, con più o meno esperienza, anche con lo sciopero hanno cercato di far capire alla proprietà che se trasferirsi di sede è già un sacrificio (perché da zero o pochi km al giorno di percorrenza si passa quanto meno a 30 o più), se i costi aumentano perché c’è chi negli anni scorsi ha deciso di trasferirsi a Pergine perché qui aveva il lavoro, almeno sia mantenuto in essere il trattamento economico maturato nel tempo. «Invece, l’azienda ci ha presentato un accordo per cui i dipendenti dovrebbero rinunciare a una parte sostanziosa dei 200 euro che ormai sono fissi in busta paga, accontentandosi di 70-80 euro - continua Tancredi -. Su questo non c’è margine di trattativa, non è solo una questione sindacale, ma anche giuridica».
Sindacato e lavoratori si rendono conto che il mercato dei vetri speciali non vive un momento facile (il calo di vendite del vino si riflette sugli ordinativi), ma l’azienda è solida, macina utili annui importanti. «Visto che Vetri speciali è un’associata di Confindustria - aggiunge Walter Alotti - e visto che Confindustria afferma da tempo che c’è necessità di stipendi più alti, direi che questa è l’occasione per passare dalle parole ai fatti». Confindustria sta però cambiando il suo vertice, e la vertenza di Vetri Speciali cade in questo “interregno” tra Fausto Manzana e Lorenzo Delladio... «Vero, ma proprio perché sta arrivando un presidente più legato al territorio e alla manifattura, e che si parla di un centinaio di operatori specializzati, speriamo in una maggiore sensibilità». Al presidio di ieri ha partecipato anche il consigliere provinciale Filippo Degasperi, che in gennaio aveva presentato una interrogazione all’assessore Achille Spinelli, sul trasferimento a Spini e il rischio del taglio di stipendi per gli operatori di Ciré: «Mai avuto risposta».
La replica dell’azienda
«I lavoratori non perderanno un centesimo delle loro buste paga. Se un lavoratore prendeva 35mila euro lordi l’anno scorso li prenderà ancora. Cambierà semmai la voce sotto cui avrà la cifra». Osvaldo Camarin, amministratore delegato di Vetri Speciali, confida che la protesta degli operai di Cirè possa essere chiusa velocemente. «Anche perché - spiega - da un anno e mezzo si sa dello spostamento. Anzi, siamo anche un po’ ritardo rispetto all’ipotesi iniziale di giugno».
Ingegner Camarin, quando verrà spento il forno di Pergine? «Venerdì 27 settembre. Dal primo ottobre, secondo il nostro programma, si lavorerà esclusivamente nello stabilimento di Spini di Gardolo. Abbiamo deciso di chiudere in Valsugana un po’ prima di quanto previsto anche per le note problematiche di mercato, con il calo del consumo di bottiglie di vetro».
Gli operai di Cirè sostengono che con il trasferimento a Spini perderanno circa 200 euro in busta paga. «Non è così. Io ho sempre detto, e lo ribadisco anche adesso, che sul totale annuo non ci rimetteranno un centesimo. Ci sono diatribe sul modo di ottenere questo compenso, ma non sul fatto che sarà quello».
Ma perché, allora, non lasciare tutto uguale? «Io non posso avere dentro lo stesso stabilimento lavoratori che hanno una parte fissa della busta paga più alta e altri più bassa. Bisogna trovare altre forme per riconoscere i frutti di vecchie contrattazioni sindacali a chi le aveva in precedenza. Bisogna lavorare sulla parte variabile».
Forse è proprio il concetto di “variabilità” a mettere sul chi va là i lavoratori. «Si tratta solo di una forma tecnica. Lasciatemi sottolineare un concetto: non sono qui per ledere i diritti di nessuno».
A proposito, nelle ultime ore avete sentito i lavoratori? «Noi e la direzione del personale che sta seguendo la questione, siamo disponibili tutti i giorni a trovarci con i rappresentanti e spiegare queste cose».
Confida che si riesca a trovare un accordo prima dei primi di ottobre? «Da parte della Vetri Speciali nessun problema. Io non sono esperto di cavilli burocratici, ma sono una persona seria: se dico che se prendevi X continuerai a prendere X è così. Anzi, secondo me con la nuova formula pagherebbero meno tasse perché i premi sono tassati meno. Non vogliamo imbrogliare nessuno. Usiamo il buon senso e una soluzione possiamo trovarla facilmente».
Altri 4 giorni di sciopero in vista.
Le parole dell’azienda hanno però esacerbato gli animi. Con altri 4 giorni di sciopero. Gli operai della Vetri Speciali di Ciré di Pergine l’hanno messa giù dura: dal primo ottobre prenderanno servizio nello stabilimento di Spini di Gardolo sobbarcandosi il peso del trasferimento di sede solo e soltanto se sarà garantito loro lo stesso trattamento economico che hanno attualmente. Non solo in termini di lordo in busta paga, bensì per quanto guarda la presenza delle voci della parte fissa dello stipendio che ricevono tutt’ora.
Dopo l’assemblea interna in cui la Rsu ha riferito sull’incontro di lunedì scorso (primo giorno di sciopero e presidio) con la direzione aziendale, i circa 100 operai hanno deciso di proclamare altri 4 giorni di sciopero sui tre turni: venerdì, sabato, domenica e lunedì.
Un’astensione dal lavoro strategica, visto che proprio venerd’ alle 18, su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, Confindustria ha convocato un incontro che vorrebbe essere di mediazione.