Il disegno di legge di Paccher: vitalizi da 380 euro a 800 netti (mentre il Trentino non ha mai attuato gli aiuti per gli artisti)
I consiglieri tornano alla carica, il leghista ripropone la proposta della Svp della scorsa legislatura. Ma salta fuori la curiosa discriminazione fra Bolzano e Trento per l’arte
TRENTO. In commissione regionale ieri si è aperta la discussione del disegno di legge proposto dal presidente del consiglio regionale Roberto Paccher (Lega) per la reintroduzione di un vitalizio per i consiglieri regionali, oggi ribattezzato «indennità differita», che era stato rimpiazzato nel 2014 da un contributo per la pensione integrativa. La ragione principale per cui si vogliono riesumare i vitalizi invece di continuare con i contributi per le pensioni integrative è che questi contributi oggi vengono tassati al 43% per la parte che supera i 5.164,57 euro annui come per chiunque abbia una pensione integrativa.
«E quindi i consiglieri regionali si sono accorti - spiega la consigliera Brigitte Foppa (Verdi) che alla fine invece di avere un assegno di 800 euro netti mensili dopo cinque anni di legislatura come gli era stato detto quando nel 2014 fu cambiata la legge, di ritrovano solo 350 euro».
Per questo ripristinando un sistema, come quello proposto da Paccher e nella scorsa legislatura dalla Svp, che riporta in capo alla Regione la gestione del pagamento delle rendite vitalizie per i consiglieri. La contribuzione previdenziale obbligatoria a carico del consigliere resta di 919,24 euro al mese, pari all’8,8% della sua indennità consiliare lorda, che è di 10.445,93 euro, quella a carico del consiglio regionale viene fissata a 24,20% dell’indennità (2.527,92 euro al mese) per tutti i consiglieri senza distinzione, mentre oggi per i liberi professionisti la contribuzione al fondo pensione è del 12% e chi già percepisce una pensione non ha diritto a nessuna pensione integrativa mentre oggi avrà anch’egli l’indennità differita. In più tutti avranno diritto a questa rendita già a 60 anni.
Ieri in commissione il presidente Paccher ha però sostenuto che con questa riforma la Regione risparmierà «oltre 26 milioni in 10 anni». Si tratta essenzialmente di un risparmio sulle tasse e gli interessi non su quanto verserà ai consiglieri. Su quanto riceveranno i consiglieri Paccher osserva: «Dipende dall’età in cui si riceve e dall’aspettativa di vita».
Un aspetto curioso, sempre in commissione regionale. Grazie al disegno di legge regionale presentato dal consigliere altoatesino Zeno Oberkofler (Verdi) per innalzare da 500 a 1.000 euro il contributo della Regione per la pensione integrativa per gli artisti, si è scoperto che in Trentino la legge, che è del novembre 2020, non è mai stata applicata per colpa della Giunta che non ha approvato i criteri attuativi. In Alto Adige, invece, è dal 2022 che è stata resa operativa e sono oggi 29 gli artisti che beneficiano di questa pensione integrativa, come ha spiegato ieri il prima commissione del consiglio regionale l’assessore alla previdenza integrativa Carlo Daldoss.
La legge offre a ogni artista e lavoratore della cultura l’opportunità di ottenere da parte della Regione un contributo pensionistico integrativo di 500 euro a fronte di un versamento proprio pari ad almeno 500 euro in un fondo di previdenza complementare.
In commissione è emerso ufficialmente che la Provincia di Trento non ha mai approvato i criteri per la definizione di “artista” per avere diritto al contributo previdenziale e quindi in Trentino nessuno ancora riceve la pensione integrativa.