Trentino Trasporti: contenzioso con il Fisco per il pagamento dell'Iva, ma vince la causa
Una causa da 70 milioni di euro, per gli anni dal 2016 al 2022; la società vince il ricorso, la tassa non era dovuta perché «servizio pubblico»
TRENTO. Seconda vittoria in un aula di giustizia - tributaria - per Trentino Trasporti. La società era finita a processo contro l'Agenzia delle Entrate che reclamava il pagamento dell'Iva. Una partita complessiva di oltre 70 milioni di euro, che corrisponde agli anni dal 2016 al 2022.
La spa della Provincia aveva già vinto l'anno scorso in primo grado davanti alla Corte di giustizia tributaria di primo grado di Trento il processo relativo al 2016 per oltre 8 milioni di euro. Questa volta riguardava il 2017 per una quindicina di milioni di euro. E una decina di giorni fa è arrivata la seconda vittoria. L'Azienda era difesa anche stavolta dagli avvocati dell'Azienda trentina, Massimo Basilavecchia, docente universitario a Teramo e Angelo Contrino docente alla Bocconi.
L'Agenzia delle Entrate aveva perso tempo fa un analogo processo anche contro la Sad, la società di trasporto locale di Bolzano. In pratica l'Agenzia delle Entrate sosteneva che Trentino Trasporti doveva il "vantaggio fiscale" per il mancato versamento dell'Iva.
La tesi, a fondamento dell'attività di accertamento presso la sede della spa in via Innsbruck svolta dalla Guardia di finanza per conto dell'Agenzia, è che le somme percepite da Trentino Trasporti sulla base di atti e convenzioni a carattere negoziale, stipulate con la Provincia di Trento - che è però di fatto la proprietaria insieme ad alcuni Comuni trentini, Trento, Rovereto, Lavis, Pergine Valsugana e Arco - hanno natura di corrispettivo per l'esercizio di un servizio pubblico derivante da un contratto di servizio. Quindi, non ci sono ragioni che tengano: rientrano nel campo di applicazione dell'Iva perché "operazioni imponibili".
L'avviso di accertamento è relativo al periodo di imposta 2016, per recuperare 7,28 milioni di Iva non pagata. Con gli interessi maturati, un importo di 8,2 milioni. Ma se vale per il 2016, vale anche per gli anni successivi: ecco perché il contenzioso sull'Iva, a cascata, vale una settantina di milioni.
Nel primo processo e ancora più stavolta, nel secondo, la Corte ha dato pienamente ragione a Trentino Trasporti: i contributi degli enti pubblici alla spa per il servizio di trasporto pubblico non sono assoggettabili a Iva. Nella sentenza, il giudice tributario aveva fatto esplicito riferimento al precedente di Bolzano. Un precedente importante.
La locale Agenzia delle entrate aveva analogamente contestato il mancato versamento dell'Iva a Sad Trasporto Locale spa. E la Sad vinse anche in Cassazione. Alla società trentina, presieduta dall'avvocato fiscalista Diego Salvatore, hanno tirato tutti un bel sospiro di sollievo. La tesi che circola in via Innsbruck, ma anche in Provincia, è che per fare funzionare la società e di conseguenza i mezzi pubblici che attraversano il territorio, contribuisce l'ente pubblico, perché ovviamente i soli biglietti di viaggio non basterebbero a tenere in piedi il bilancio. E qui c'è il paradosso che lo Stato va a chiede all'ente pubblico il pagamento di una imposta. Tanto più che il giudice riconosce che la società svolge un servizio pubblico universale. Ora si attende comunque un ricorso in appello dell'Agenzia delle Entrate.
La societa trentina dei trasporti in queste settimane ha dovuto affrontare non solo il contenzioso con il fisco, ma anche un richiamo dell'Art, l'Autorità di regolazione dei trasporti, per il mancato invio della documentazione relativa ai costi e alla produttività dei dipendenti. Tutto si è risolto, ma quando in via Innsbruck hanno visto il provvedimento firmato dal presidente di Art, Nicola Zaccheo, hanno avuto un tuffo al cuore: se non avessero adempiuto alle richieste avrebbero avuto una sanzione corrispondente all'1 per cento del fatturato. Ovvero tra 1,2 milioni e 1,3 milioni di euro.
Trentino Trasporti era convinta di avere già fornito tutta la documentazione, avendola consegnata alla Provincia, ma evidentemente non bastava. Così si è corsi ai ripari e l'Autorità regolatoria ha chiuso il procedimento.
La società è stata anche coinvolta dall'Airp, la società di ricostruttori di pneumatici, che ha diffuso una nota in cui sostiene che Trento avrebbe un solo autobus elettrico.
Peccato che Trentino Trasporti ne abbia tredici, su un parco circolante di 850 mezzi. Acquistati con i 13 milioni di euro avuti nell'ambito degli aiuti del Pnnr.