Guerra / Medio Oriente

Due studentesse dell’università di Trento  bloccate nel Libano in fiamme: da Beirut tutti i voli annullati

Karen e Aria, in visita ai loro parenti, potrebbero prendere una nave per Cipro, ma i biglietti in questi giorni hanno triplicato il prezzo. E parte l’appello degli studenti: «Aiutiamole»

di Marica Viganò

TRENTO. Karen e Aria vedono le bombe israeliane cadere su Beirut. Le due studentesse libanesi iscritte all’università di Trento si trovano in un paese vicino alla capitale. Sarebbero dovute rientrare in Italia nelle scorse ore, dopo una visita alle loro famiglie. Le valigie erano fatte, i biglietti pure: tutto era pronto per la partenza. Ora rischiano di non poter lasciare il Paese.

Al momento di salutare i genitori e la loro terra d’origine hanno dovuto cambiare i programmi: le bombe israeliane a sud della capitale hanno paralizzato l’aeroporto. La strada principale d’accesso è stata pesantemente danneggiata, molte compagnie aree stanno cancellando i voli da e per Beirut.

Karen, che a Trento sta frequentando la magistrale in Studi europei ed internazionali, è rimasta a casa di Aria, iscritta a Scienze cognitive: la zona è fuori dalla capitale, ma al tempo stesso così vicina da vedere le esplosioni. È rischioso muoversi sulle strade verso il centro, senza contare che con l’escalation della violenza l’aeroporto potrebbe chiudere condannando il Paese all’isolamento.

«Avevamo il volo per Milano due giorni fa (venerdì 27, ndr), alle 7 del mattino. Le bombe su Beirut erano iniziate a scoppiare a mezzanotte. Abbiamo capito che la situazione si stava aggravando, che il bombardamento si faceva più intenso - spiega Karen - Io con mia madre, Aria con sua madre e suo padre abbiamo visto in tv cosa accadeva, abbiamo visto le bombe sulle strade. La situazione era critica: troppo pericoloso raggiungere l’aeroporto. Abbiamo deciso di non partire, di non rischiare. Ora stiamo cercando di contattare le compagnia aeree, il rischio è che i voli siano sospesi fino al 12 ottobre».

Per aiutare Karen e Aria, alloggiate a Trento presso lo studentato di Sanbapolis, si stanno muovendo gli studenti dell’università attraverso un tam tam sui social. «La possibilità di lasciare il Libano sono molto limitate e costano davvero tanto - scrive nell’appello (divulgato in lingua inglese) Darya - Per questo motivo abbiamo avviato una raccolta fondi, affinché possano tornare e continuare i loro studi».

La soluzione che al momento appare più sicura per uscire dal Libano è di prendere la via del mare, a bordo di navi che da Beirut raggiungono Cipro. Ma i prezzi della traversata stanno salendo: ieri il ticket era pari a circa 1.500 euro.

Per chi desidera dare una mano, questo è il codice: revolut.me/maryna64vt .

«Vogliamo aiutarle a tornare in Italia al sicuro e il più presto possibile» si legge nell’appello scritto dagli amici per sostenere l’iniziativa. «Il costo del viaggio via mare sabato è arrivato a 1.500 euro - spiega Maryna, una delle promotrici della raccolta fondi - Ci siamo posti l'obiettivo di raccogliere 3.500 euro per la nave e poi per i biglietti aerei per Milano. Ora siamo arrivati al 15% della somma totale. Ho anche contattato il Consiglio degli studenti dell’università e lo staff dell’Ateneo che potrebbero darci una mano».

«Il costo dei biglietti è duplicato e anche triplicato - conferma Karen - Ringrazio per l’aiuto gli amici di Trento ed i docenti, con cui sono in contatto». In Libano il livello di attenzione si è alzato ai massimi livelli dopo l'annuncio dell'uccisione del leader di Hezbollah Hasan Nasrallah, nel massiccio bombardamento israeliano su Beirut. L'Iran ha evocato anche la possibilità di inviare truppe a sostegno dell’alleato libanese, ma - come informa l’Ansa - non è riuscito finora a far atterrare all'aeroporto di Beirut nemmeno un aereo civile. E ha annullato ogni volo verso il Libano dopo che Israele ha ribadito di essere in grado di controllare, a distanza, lo scalo aereo internazionale libanese.

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