Trasporti / Nodi

Mancano autisti per bus e corriere? Brugnara: «Formiamo gli immigrati, all’estero lo fanno e funziona»

Il consigliere di Trentino Trasporti: «Il posto di lavoro non attrae, bisogna agire sulle cause: stress, stipendi bassi, sicurezza non garantita. E investire sul trasporto pubblico, non su nuove strade»

di Fabrizio Franchi

TRENTO. Situazione consueta: l'autista è malato e non si presenta al lavoro, così l'autobus di linea resta in deposito. È quello che succede spesso e Trentino Trasporti deve fronteggiare situazioni davvero difficili. Ma il problema non sono le malattie, è proprio la carenza d'organico che incide pesantemente sulla qualità del servizio. Manca circa un decimo del personale viaggiante, in particolare per le corse urbane, quelle di Trento e di Rovereto, dove in organico c'è un "buco" di una trentina di autisti.

Purtroppo l'iniziativa della Trentino Trasporti Academy che ha formato una trentina di nuovi giovani autisti ha solo tamponato il problema, ma non lo ha risolto. Il posto di lavoro poi non attrae, con stress, stipendi non particolarmente alti, timori personali legati alla sicurezza carente.

Trentino Trasporti si sta ponendo il problema, ma non è l'unica questione per una realtà complessa. In questi giorni si deve affrontare, in vista dell'anno venturo, la partita degli autobus sostitutivi della ferrovia della Valsugana che da febbraio sarà oggetto di lavori anche per l'elettrificazione della linea. E i nuovi treni, che in via Innsbruck , già hanno visionato e giudicano "bellissimi e funzionali" arriveranno tra pochi mesi e ci sarà il problema di tenerli funzionanti in attesa della messa sui binari tra Trento e Bassano, linea che però non sarà pronta con l'elettrificazione prima della primavera del 2026. Venerdì il Cda di Trentino Trasporti ha discusso come organizzare le linee sostitutive tra Trento e Borgo. Il problema della carenza di autisti è grave e forte.

«Va detto che è un problema che riguarda tutte le province e le città italiane - dice Michele Brugnara, consigliere comunale di Trento e membro del Consiglio d'amministrazione di Trentino Trasporti in rappresentanza del Comune - fortunatamente è meno grave per il nostro trasporto extraurbano».

Brugnara elenca i problemi che tengono lontani i lavoratori dal mondo dei trasporti: «C'è lo stress per la congestione del traffico cittadino. Ogni giorno a Trento ci sono 323 mila spostamenti auto in arrivo e in partenza. Il dopo Covid ha creato problemi seri: in parallelo abbiamo 5 milioni in meno di passaggi sul servizio di trasporto pubblico, siamo passati dai 22 milioni di passaggi del 2019 ai 17 milioni del 2022. Un aumento vertiginoso dell'uso dell'auto e un calo drammatico del trasporto pubblico. Poi c'è il tema della sicurezza, che va affrontato, rendendo le cabine di guida inaccessibili».

E per avere più autisti Brugnara indica una strada che all'estero è già stata intrapresa: pescare lavoratori tra gli immigrati. «Poi servono campagne comunicative efficaci spiegando che questo è un servizio per la comunità. Sono tre i pilastri dello Stato sociale: scuola, sanità, e trasporto pubblico».

Tra i problemi che allontanano gli autisti Brugnara ci mette anche le ferie che i lavoratori non riescono a fare per sopperire alle carenze.

Poi ci sono problemi minori e meno nobili: ai capolinea mancano i servizi igienici, così gli autisti si trovano in una condizione imbarazzante. Problemi ci sono su diverse linee: «In particolare in sobborghi come Montevaccino, o alle Laste oppure la linea 16 della collina est».

Per Brugnara bisogna investire di più sul trasporto pubblico, non fare nuove strade, scelta fatta dalla Provincia a guida Fugatti: «Siamo rimasti indietro sul trasporto pubblico. Si vogliono spendere 200 milioni di euro per la Campitello-Canazei o 800 milioni per il tunnel di Tenna, invece di pensare al treno dell'Avisio che ne costerebbe la metà. Sono contento dell'assessore comunale Ezio Facchin perché sta dando una fortissima spinta all'innovazione, si pensi all'intermodale all'ex Sit, o la cabinovia del Bondone».

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