Pompieri di Roncegno, 200 interventi all’anno: "In aumento quelli per le vespe, Ss47 sempre un pericolo"
Il Corpo guidato da Sergio Dalledonne affonda le sue radici nella seconda metà dell'Ottocento. Nel corso dei decenni le emergenze sono cambiate: un tempo quelle più frequenti erano legate al fuoco, oggi ce ne sono tante altre. Il comandante dei Vigili del fuoco di Roncegno ci spiega tutto
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Dalla chiamata per l'incidente sulla Superstrada della Valsugana alla liberazione di un rapace incastrato in una rete, dagli straordinari per i sempre più frequenti danni correlati ai cambiamenti climatici al supporto determinante al 118, perché se chi guida l'ambulanza per raggiungere uno dei tanti masi dislocati sul territorio comunale dovesse affidarsi al navigatore satellitare arriverebbe a destinazione in grave ritardo.
Anno dopo anno l'attiviità dei Vigili del fuoco di Roncegno diventata sempre più intensa: ora gli interventi sono in media 200 all'anno.
I VIGILI DEL FUOCO DI RONCEGNO
- Sergio Dalledonne
- Stefano Menegol
- Marco Montibeller
- Mariano Quaiatto
- Gianluca Borgogno
- Mattias Conci
- Manuel Mencucci
- Nicola Andermarcher
- Enrico Andermarcher
- Luca Camiscia
- Cristian Capra
- Cristian Ciola
- Devis Colme
- Luca Conci
- Alessio Dalledonne
- Lorenzo Facchini
- Daniel Margon
- Stefano Menegol
- Carlo Montibeller
- Pietro Montibeller
- Daniel Montibeller
- Fabrizio Montibeller
- Giorgio Nervo
- Andrea Oberosler
- Giorgio Pallaoro
- Maurizio Pasquale
- Elisa Pontalti
- Giovanni Rozza
- Alessandro Tondin
- Jennifer Zadra
- Clizia Zanghellini
- Francesca Zottele
- Franco Zottele
- Gianni Zottele
- Giuliano Zottele
- Daniele Zottele
- Gabriele Zottele
- Walter Zottele
Vigili allievi
- Luigi Dalledonne
- Angela Fellin
- Emil Lazzerini
- Nicola Tomaselli
Vigili di complemento
- Beppino Dalprà
- Dino Oberosler
Vigili onorari
- Giuliano Colleoni
- Giuseppe Conci
- Marcello Jobstraibizer
- Gianluigi Montibeller
- Bruno Montibeller
- Carmelo Montibeller
- Renato Toller
- Bruno Zanghelli
IL COMANDANTE SERGIO DALLEDONNE
Stava spegnendo, insieme ad altri vigili del fuoco, un incendio boschivo nei boschi sopra Ospedaletto. Il peggio sembrava passato: nel giro di pochi minuti quell’intervento poteva però finire in tragedia. Il comandante dei Vigili del fuoco di Roncegno, Sergio Dalledonne, non ha mai dimenticato quella giornata.
“Il vento è un avversario imprevedibile. Quando il rogo era ormai domato, ci siamo trovati circondati dalle fiamme. Per noi non c’era nessuna via di fuga. Solo l’intervento tempestivo dell’elicottero ci ha salvato. Dall'alto ci hanno aperto un varco e siamo riusciti a scappare correndo a valle. Quando siamo tornati su per riprendere l’attrezzatura abbiamo trovato solo pezzi di ferro. Impressionante”.
Di situazioni difficili Sergio Dalledonne, 45 anni e un entusiasmo contagioso, ne ha vissute parecchie nel corso della sua lunga militanza nei pompieri: nessuna di queste lo hanno mai spinto a fare un passo indietro. Lo hanno fatto, al contrario, appassionare ancora di più a quella che per lui è una missione.
Dal 2018 guida il Corpo di Roncegno, una realtà da una quarantina di vigili del fuoco effettivi, 4 allievi (“speriamo di averne di più in futuro”) e una media di 200 interventi all’anno.
Una vita dedicata al Vigili del fuoco
Sergio Dalledonne ha iniziato la sua carriera nei Vigili del fuoco a Borgo, nel 1992, quasi per caso: “Avevo 13 anni e nessuna idea di cosa volesse dire essere un pompiere. Sono partito dagli allievi. All’inizio ero spaventato, perché la vecchia guardia ti osservava con occhi critici. Dovevi dimostrare di essere degno di far parte del gruppo con i fatti. La formazione era più rudimentale rispetto ad oggi, non c’erano tutte le tecnologie e i protocolli moderni. Si imparava sul campo”.
Si vide consegnare il suo primo "tesserino da pompiere effettivo" nel 1997 durante la festa di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco. “Indimenticabile” afferma. Fin da subito fu mandato in prima linea: “Negli anni '90 sulla statale c'era quasi ogni settimana un incidente. Non sto a dire quello che ho visto. Ho tenuto tra le mani persone gravemente ferite, ho lottato per salvare vite. La cosa peggiore è quando ti trovi di fronte a una tragedia e ti rendi conto che non puoi fare nulla. Ogni vita salvata, ogni emergenza risolta vale i sacrifici fatti. Quando giro e incontro delle persone che mi dicono “sa che se sono qui lo devo a lei?”, ecco lì mi emoziono”.
Il trasferimento a Roncegno e la nuova sfida
Nel 2012, la vita di Sergio subì una svolta importante. “Per motivi familiari, mi sono trasferito a Roncegno. Lasciare Borgo non fu facile. Il comandante dell’epoca, Luca Conci, mi invitò a unirmi alla sua squadra. Nel 2018 fui eletto comandante. È stato un momento di grande orgoglio. Ora sono al secondo mandato”.
La tempesta Vaia: un ricordo indelebile
La tempesta Vaia, che colpì il Trentino nell’ottobre del 2018, è una delle esperienze che hanno segnato Sergio Dalledonne. “Fu un incubo” ammette. “Il vento soffiava così forte che sembrava volesse portarsi via tutto. Ricordo che eravamo impegnati in un evento in paese quando ricevemmo le prime chiamate. Non riuscivamo a stare dietro a tutte le richieste di aiuto. I tetti delle case volavano via, gli alberi cadevano come birilli”.
Quella notte, Sergio prese una delle decisioni più difficili della sua carriera: sospendere, nonostante tutto quello che stava succedendo, gli interventi per garantire la sicurezza dei suoi uomini. Il rischio era troppo alto: "Non potevo permettere che i miei vigili si facessero male. A volte la vera forza non sta nel buttarsi a capofitto, ma nel sapere quando fermarsi”.
Duecento interventi all’anno
“Non c’è tempo per annoiarsi” scherza Dalledonne, mentre mostra la caserma nel cuore di Roncegno. “Si spazia dagli incendi – per fortuna non così frequenti negli ultimi anni – a tanti altri servizi. Una voce che ci richiede sempre più impegno ultimamente è quella della rimozione dei nidi di vespe. Abbiamo fatto un intervento del genere nelle scorse settimane presso la scuola locale”.
E prosegue: “Anche il fronte del soccorso alle persone è sempre più caldo. Vi dico solo questo, il territorio di Roncegno è grande e ci sono dei masi raggiungibili in poco tempo esclusivamente se si conoscono bene le strade. Il navigatore è spesso un cattivo consigliere e le ambulanze arrivano in fretta in quei posti perché ci siamo noi”.
La “maledetta” Ss47
“La pericolosità della Superstrada della Valsugana è sempre considerevole, ma rispetto al passato la situazione è migliorata. Molti degli incidenti sono provocati, oltre che dalla velocità, dalla disattenzione. E da abitudini scellerate come il parlare al telefono mentre si guida. Sulla Ss47 c’è poi il problema dell’attraversamento della carreggiata di cervi, caprioli e di altri animali. Ho visto macchine completamente distrutte per un impatto con un ungulato. Soluzioni? Non tocca a me proporle, ma un’idea potrebbe essere quella della creazione di corridoi faunistici”.
Spirito di squadra e solidarietà
“Lavoro con un bellissimo gruppo – dichiara Sergio Dalledonne –. Ci troviamo settimanalmente per confrontarci e per allenarci. La preparazione è fondamentale per essere sempre all’altezza della situazione. Sono inoltre soddisfatto della qualità dell’attrezzatura che abbiamo a disposizione e di una caserma che ci permette di accogliere anche chi ha bisogno se serve. La burocrazia? Vi hanno già detto tutto i comandanti che avete già sentito. Terribile. Voi non immaginate nemmeno le carte e le procedure che servono per organizzare una festa come quella che noi facciamo ogni anno in paese. Ma non ci arrendiamo”.
LA STORIA DEL CORPO
Risale all’anno 1877 la costituzione della “Compagnia dei Pompieri di Roncegno”. Chi vuole conoscere bene la storia del Corpo diretto dal 2018 da Sergio Dalledonne, deve recuperare il libro uscito in occasione del 125esimo di fondazione e scritto da Giulio Candotti.
“Lo scopo principale dell’istituzione della Compagnia dei Pompieri – si legge nello Statuto – è quello di avere in paese un corpo ben istruito e disciplinato nella cognizione e nel maneggio delle Macchine Idrauliche, onde possa utilmente prestarsi prestarsi nell’estinzione degli incendi”.
Alla testa dei primi volontari fu posto Michele Boccher (Cheloto), che ricoprì questo incarico fino al 1890, quindi per 13 anni.
Tante le storie e gli aneddoti narrati: tra gli eventi più dolorosi l’incendio di casa Martinello a Marter nel 1924. Nelle operazioni di spegnimento un vigile in seguito alle ferite riportate moriva. Molto duri pure i giorni dell’alluvione del 1966. Roncegno ha sempre risposto “ci siamo” anche quando c’era da intervenire per aiutare popolazioni in difficoltà in Trentino, Italia e all’estero.