Opere pubbliche / Lo scontro

Valdastico, continua l'ostruzionismo delle minoranze in consiglio provinciale

Gli ordini del giorno oggi, martedì 8 ottobre, sono arrivati a quota 1.800, la seduta è stata interrotta fra scambi di opinioni opposte. Valduga: "Nella  valle di Terragnolo si rischia di compromettere le sorgenti"

SCONTRO Failoni sbotta contro le opposizioni: «Basta ostruzionismo»
PROGETTO La Provincia va avanti: approvata la variante Pup
IL NO Valdastico: 1.351 ordini del giorno per bloccare tutto

VENETO Zaia rilancia: è importante e va fatta

 

TRENTO. La seconda sessione di ottobre del consiglio provinciale di Trento si è aperta oggi con la ripresa della discussione generale sul ddl 37 dell'assessore Mattia Gottardi, che modifica il Pup per introdurre il "corridoio est".

L'opposizione continua con l'ostruzionismo - gli ordini del giorno sono arrivati a quota 1.800 - anche se nel corso della mattinata sono intervenuti anche gli esponenti della maggioranza. La seduta in aula è stata sospesa per alcuni minuti durante l'intervento del consigliere Roberto Paccher (Lega), particolarmente contestato dalle minoranze.

La seduta - si legge in una nota - è stata seguita dai sindaci della Bassa Valsugana e del Tesino, favorevoli al progetto della Valdastico.

"La nostra non è una posizione ideologica, ma idrogeologica", ha affermato il consigliere di Campobase Francesco Valduga, che, guardando al tracciato che attraversa la valle di Terragnolo, ha ricordato come "il primo rischio è quello di compromettere le sorgenti, non solo lo Spino, che forniscono l'acqua a tutto l'altopiano" e "la compromissione del paesaggio delicato e caratteristico della Valle di Terragnolo".

Per la consigliera Michela Calzà (Pd), che ha invitato il Patt a "fare chiarezza sulla sua posizione", la Valdastico è "un progetto anacronistico" e un tema "squisitamente politico", mentre Alessio Manica (Pd) ha ricordato che "lo studio di fattibilità fatto fare dalla giunta nel 2019 dimostra che la Valdastico difficilmente supererebbe i 20mila transiti; una cifra sproporzionata per i livelli di investimento e di impatto ambientale richiesti dall'opera".

Oltre a ciò, ha sottolineato Manica citando sempre lo studio del 2019, la Valdastico "richiederebbe pedaggi nettamente fuori mercato: 200 euro e dei privati 50 euro".

Per la maggioranza "non si può rimanere indietro", ha detto il capogruppo della Lega in consiglio provinciale Mirko Bisesti, che ha sottolineato che la Valdastico è "una promessa che è stata fatta ai trentini". Paccher (Lega) ha contestato il "no" delle opposizioni: "non è idrogeologico, ma illogico", ha detto.

Il pomeriggio

Il pomeriggio è proseguito in Consiglio l’ostruzionismo al ddl 37 dell’assessore Gottardi di variante Pup per allargare il corridoio est, un intervento letto dalle minoranze come il via libera alla Valdastico. Al termine della discussione generale, cui ha replicato l’assessore, si contavano 1939 ordini del giorno presentati. I lavori riprendono domani mattina a partire dalle ore 10.00.

La serie di interventi per “fatto personale”

Hanno introdotto il pomeriggio una serie di interventi “per fatto personale”, a respingere alcune considerazioni pronunciate dal consigliere Paccher al mattino.

Alessio Manica (PD) ha messo in guardia da una lettura di questi temi, che stanno dentro dimensioni europee, da un punto di vista troppo ristretto e localistico. Ha pregato di evitare di trasporre ad altri la propria personale interpretazione del mandato, ha aggiunto. Lucia Coppola (AVS) ha auspicato altre modalità di interlocuzione, ricordando al collega di aver presentato decine di atti negli anni sulla questione della mobilità sostenibile. Per Michela Calzà (PD) il riferimento territoriale si connota negativamente se si configura come una partigianeria: la Giunta deve alzare il tiro affinché i sindaci possano trovare risposte in un piano di mobilità sostenibile oggi assente. Roberto Paccher (Lega) ha ribadito che se si continua a dire no ad autostrade, funivie, ciclopedonali, resta solo il mulo, ma anche su questo ci sarà disaccordo perché si utilizza un animale come mezzo di trasporto: la mia era solo una battuta e non voleva essere irrispettosa, tanto meno verso una collega che apprezzo molto per la sua coerenza. Lucia Maestri (PD) ha citato alcune dichiarazioni di Zaia e Fugatti dalle quali si evince l’evidente volontà di cedere alla sovranità, oltre che all’autorevolezza del concessionario dell’A31 ed al Veneto. Senza contare l’aver portato in aula i sindaci pro Valdastico, mettendo così le valli contro le valli e le città contro le valli. C’è un silenzio assordante di Fratelli d’Italia, ha aggiunto, che non fa cenno alla contrarietà assoluta alla Valdastico della sezione di Rovereto del partito. E’ poi tornata sul giallo della delibera di Giunta di approvazione della variante, citata dal collega Manica: due delibere di fatto, con stesso oggetto, ma con data e firme differenti: ci attendiamo una spiegazione plausibile ovvero l’argomento sarà affrontato in altra sede. Walter Kaswalder (Patt) ha sottolineato che i sindaci hanno espresso un problema reale a cui va data una soluzione e sta a noi fornirla: mi auguro che si trovi una via di dialogo. Roberto Stanchina

(Campobase) ha replicato a chi lo ha chiamato “vespa”: noi siamo tutti intervenuto perché ci sono state attribuite farsi e decisioni che non abbiamo pronunciato.

La discussione generale

Claudio Cia (Misto) non si è detto per nulla meravigliato della presenza dei sindaci alla seduta del Consiglio del mattino. Gli amministratori locali sarebbero a suo avviso venuti spontaneamente, senza alcun invito da parte della maggioranza. Noi ci siamo concentrati esclusivamente sul tema della Valdastico, anche se la portata del disegno di legge in oggetto è molto più ampia in realtà. Tuttavia, ostacolare il percorso della maggioranza nel tradurre il proprio programma è scorretto: spero che eviterete almeno di dirci che non avremo portato a termine gli impegni presi con l’elettorato, ha aggiunto.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, Stefania Segnana ha ribadito il fatto che i sindaci sono venuti spontaneamente: nessun richiamo da parte della Lega, solo la decisione autonoma di rappresentanti istituzionali.

Carlo Daldoss (Fratelli d’Italia) ha precisato che l’eventuale realizzazione della Valdastico, se mai si trovasse un’intesa fra Veneto e Provincia, dovrebbe tornare in aula ed essere sottoposta ulteriormente a vaglio e verifica da parte di questo Consiglio. Detto questo, con un siffatto ostruzionismo non diamo alla gente un grandissimo esempio nell’affrontare i problemi. Già oggi la Valsugana soffre, perché le strade non sempre portano sviluppo, ma possono avere anche risvolti negativi, sopratutto quando sono principalmente utilizzate come attraversamento di un territorio: non vorrei che tra non molto dovremo trovare obbligatoriamente una soluzione. Vale dunque la pena fare un tale ostruzionismo preventivo, si è chiesto, quando si potrebbe semplicemente allargare il corridoio con la garanzia che le scelte future possono essere eventualmente rivalutate e ridefinite e posteriori?

La replica dell’assessore

Preliminarmente alla replica, Mattia Gottardi con riferimento alle idiosincrasie rilevate sulla famosa delibera di approvazione in Giunta della variante ha evidenziato, prendendosi la responsabilità di quanto detto che, fatte le verifiche formali, i colleghi Marchiori e Gerosa non erano presenti al voto. Dopodiché verificheremo la redazione e il caricamento della delibera e le motivazioni del ravvedimento dell’errore rispetto alle presenze. Mi viene da dire, ha aggiunto, che solitamente si provvede alla rivotazione di una delibera per errore materiale quando il contenuto è difforme rispetto al deliberato.

Detto questo, ha precisato che non dovevamo oggi parlare di una posizione, pur legittima sulla Valdastico, ma solo del contenuto della variante, ovvero l’allargamento della compatibilità urbanistica di un eventuale progetto di fattibilità che dovrebbe presupporre un piano della mobilità o una progettualità (gli eventuali passaggi successivi all’approvazione della variante). Siamo ancora lontani da quel passaggio. Dopodiché, di fronte alla presentazione di un progetto strategico, l’iter per arrivarci prevederebbe un ulteriore coinvolgimento del Consiglio nella fase di partecipazione prima dell’aula, ma anche nella ratifica dell’intesa a valle di un lungo iter. Qui siamo in una fase decisamente molto precedente. Mi sento di rassicurare, rispetto alle legittime preoccupazioni dei territori coinvolti, ha aggiunto, che a nessuno di noi è mai passato per la testa di mettere a rischio le popolazioni e di non tenere conto delle valutazioni idrogeologiche dei territori: sono tutte valutazioni che si fanno anche quando si fa un marciapiede, figuriamoci rispetto ad un opera strategica di cui si discute da svariati decenni.

Nel merito delle valutazioni politiche rispetto al tracciato, Gottardi ha infine fatto alcune precisazioni rispetto ad alcune sfumature di linguaggio che a suo avviso vanno rimarcate per distinguere l’approccio. Al principio della colpa rispetto a ritardi nell’azione amministrativa o a agli errori o alle presunte “sbianchettature” di atti, rilevati in alcuni interventi, ha riaffermato il principio della responsabilità. Ha poi aggiunto che la dialettica dell’aula espone ad animosità o reazioni poco eleganti: nella discussione generale non ho personalmente gradito l’ironia sul fatto che quando la maggioranza tace è perché non si esprime, quando parla non dice quello che le opposizioni vogliono sentirsi dire e non perché la maggioranza è fatta di soldatini di piombo, ma perché nella dinamica politica la coesione si raggiunge prima, senza necessità che poi intervenga un contraddittorio in aula. Sul piano formale, ha quindi stigmatizzato la citazione fuorviante del lavoro fatto dal Consiglio delle autonomie che aveva deciso legittimamente di assegnare nel proprio parere una priorità ai territori coinvolti direttamente dall’opera. Nel lungo iter che ha portato il ddl ad essere inemendabile, si sta però ora superando la democrazia rappresentativa, ha osservato: pro futuro si dovranno a suo avviso valutare differenti procedure di approvazione di questo tipo di norme. Qualora il ddl non arrivasse all’approvazione formale, ha concluso, credo che politicamente andremo avanti con quell’iter che vi vedrà eventualmente coinvolti a valle di un percorso tecnico e politico, qualora il concessionario dovesse presentare un progetto.

La discussione è stata sospesa per dare modo agli uffici di completare la valutazione dei 1939 ordini del giorno. 

Per la consigliera Michela Calzà (Pd), che ha invitato il Patt a "fare chiarezza sulla sua posizione", la Valdastico è "un progetto anacronistico" e un tema "squisitamente politico", mentre Alessio Manica (Pd) ha ricordato che "lo studio di fattibilità fatto fare dalla giunta nel 2019 dimostra che la Valdastico difficilmente supererebbe i 20mila transiti; una cifra sproporzionata per i livelli di investimento e di impatto ambientale richiesti dall'opera".

Oltre a ciò, ha sottolineato Manica citando sempre lo studio del 2019, la Valdastico "richiederebbe pedaggi nettamente fuori mercato: 200 euro e dei privati 50 euro".

Per la maggioranza "non si può rimanere indietro", ha detto il capogruppo della Lega in consiglio provinciale Mirko Bisesti, che ha sottolineato che la Valdastico è "una promessa che è stata fatta ai trentini". Paccher (Lega) ha contestato il "no" delle opposizioni: "non è idrogeologico, ma illogico", ha detto.

Al termine, l'aggiornamento a domani - mercoledì 9 ottobre - alle ore 10.

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