Sfratti in Trentino, trend in crescita: nel 2023 aumento del 5,64%
Accanto alle storie e alle testimonianze, a parlare di emergenza abitativa questa volta sono i numeri elaborati dal ministero dell'Interno relativi allo scorso anno. In tutta la Regione si parla di 482 provvedimenti di sfratto, di cui 206 nella nostra provincia
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TRENTO. Nel 2023 sono stati emessi ben 206 provvedimenti di sfratto a Trento, un trend in crescita del 5,64% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, registrato tra gennaio e dicembre. Accanto alle storie e alle testimonianze, a parlare di emergenza abitativa questa volta sono i numeri elaborati dal ministero dell'Interno relativi allo scorso anno. In tutta la Regione si parla di 482 provvedimenti di sfratto, di cui 276 nella provincia di Bolzano.
Fissando la lente sul capoluogo trentino e osservando i dati nel dettaglio, 55 sono stati emessi per fine locazione: 20 in città, 35 nel resto della provincia. Sessantadue invece per morosità (o altri motivi) nel capoluogo, mentre 89 nelle aree periferiche (in totale in tutto il Trentino 151, a fronte dei 172 in Alto Adige).
Se la variazione sui provvedimenti di sfratto per la provincia di Bolzano dal 2023 rispetto al 2022 è in diminuzione del 3,5% in Trentino risulta in aumento (+5,64). Il leggero incremento pari allo 0,21% in più registrato in regione, è tristemente trainato dalla nostra provincia che alza la media.
Nel corso del 2023 nella città del Concilio sono diminuite le richieste di esecuzione di sfratto presentate, pari a 246 (26,57% in meno rispetto al 2022); ad essere stati eseguiti (con l'intervento dell'ufficiale giudiziario) ben 120 sfratti (-30,64% rispetto al 2022). Eppure la situazione per Sportello casa per tutti, rimane drammatica.
«Possiamo riassumere il tutto in una frase: la bomba sociale è esplosa e la cosa è evidente, al punto che la Provincia ha dovuto "congelare" le graduatorie Itea, mantenendo in vigore quelle del 2023», si legge nel report a seguito dell'assemblea popolare che si è tenuta sabato 5 ottobre al Centro sociale Bruno.
«La lotta che conduciamo da oltre due anni e che ha ottenuto alcuni successi anche in ambito istituzionale. Per prima la legge di assestamento di bilancio dell'8 agosto 2023 che ha sancito la possibilità dell'autorecupero degli alloggi Itea e il rinnovo dei contratti d'urgenza fino a fine 2024. Quest'estate è arrivata la decisione da parte della giunta comunale di Trento di stanziare 600mila euro per il recupero di alloggi Itea, la possibilità di richiedere rinnovo per due anni delle locazioni d'urgenza non ancora scadute e si sono aumentati gli alloggi assegnati in emergenza da 16 a 18 nel 2024 e a 20 nel 2025. A fine settembre 2024 sono anche iniziati i controlli sugli alloggi turistici irregolari o completamente in nero".
“Infine un altro dato interessante: negli ultimi 4 tentativi di sfratto ai danni di famiglie a cui è scaduto il contratto di locazione d'urgenza Itea gli accessi dell'ufficiale giudiziario sono stati posticipati di 4 mesi unilateralmente da Itea. Una decisione che fa ben sperare sulla possibilità di aprire un dialogo serio sul tema”.
Fondamentale per gli attivisti, in prima linea accanto alle famiglie «che si sospendano gli sfratti dagli alloggi dovuti alla scadenza dei contratti di locazione d'urgenza ancora in essere. Chiediamo un tavolo tecnico con tutte le istituzioni e gli enti preposti per esaminare la situazione di ciascuna famiglia e mettere in atto tutti i passaggi necessari ad avere un'assegnazione definitiva o a trovare casa a canone moderato o sul libero mercato».
Grande punto da affrontare, «la mancanza di strutture emergenziali dove le famiglie con minori, disabili e anziani senza casa possano mantenere l'unità del proprio nucleo familiare. Questo vale sia per le famiglie di richiedenti asilo (oggi sistemate in dormitori per senza tetto), sia per le famiglie residenti che si ritrovano sfrattate e non riescono a trovare alloggi».