Circonvallazione, dai monitoraggi la paleofrana della Marzola risulta sotto controllo
I tecnici che seguono le verifiche nei pressi del rifugio Bindesi: «Incrociando i dati il quadro geomorfologico è rassicurante. Adesso un ulteriore approfondimento». Sul fronte nord, dove il cantiere è fermo, si registra una grande variabilità nelle analisi delle acque sotterranee
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TRENTO. «Incrociando i dati il quadro geomorfologico è rassicurante». I dati sono quelli raccolti a partire dal dicembre del 2022 dall'inclinometro robotizzato installato in un pozzo nei pressi del rifugio Bindesi e che scende per quasi 250 metri nella montagna per raccogliere i movimenti e le vibrazioni del terreno, alla ricerca di eventuali interazioni con la cosiddetta paleofrana della Marzola, meglio definita dai tecnici come "deformazione gravitativa profonda".
Le prime risultanze dei dati raccolti dall'inclinometro sono stati illustrati mercoledì mattina dai tecnici di Università e servizio geologico provinciale in una riunione del Comitato tecnico scientifico dell'Osservatorio per la sicurezza ambientale e del lavoro sulla circonvallazione ferroviaria.
«Quello messo in atto è uno sforzo importante di sperimentazione - spiega Massimo Negriolli, presidente del Comitato tecnico scientifico - e i dati non sono di facile lettura. Basti pensare alla presenza di acqua che scorre sotterranea e che complica la lettura dei dati trasmessi dall'inclinometro. Ora comunque i dati raccolti potranno essere valutati e interpretati per un ulteriore approfondimento».
Altro argomento affrontato nella riunione è quello dei monitoraggi ambientali previsti in corso d'opera. In questo caso, con i lavori che nel cantiere di Trento Nord sono fermi da mesi, è evidente che il dato a esempio sulla qualità dell'aria non ha significato perché non può che essere influenzato solo da fattori esterni; non a caso il picco della presenza di polveri sottili è stato registrato il 21 giugno scorso, quando anche sul Trentino trasportata dai venti l'aria era offuscata dalla sabbia del deserto.
Ma una grande variabilità viene registrata anche con i monitoraggi delle acque sotterranee. Le acque di falda sotto lo Scalo Filzi ad esempio evidenziano come in alcune giornate la presenza di tracce di inquinanti sia conclamata mentre in altre tende a sparire; una situazione che deriva probabilmente dalla maggiore o minore piovosità.
Sempre in attesa dell'avvio dei lavori, che allo scalo Filzi dovrebbe avvenire entro la fine dell'anno, l'Azienda sanitaria e l'Uopsal, unità operativa che si occupa di sicurezza sui luoghi di lavoro, stanno predisponendo attività di monitoraggio e di informazione.
A questo proposito è stato ribadito come anche le segnalazioni di privati cittadini, come quella pubblicata qualche giorno fa dal nostro giornale relativamente a una situazione di disagio causata da vibrazioni in un condominio di via Malvasia, possano essere indirizzate all'Infopoint dell'Osservatorio che potrà contattare direttamente il Consorzio Tridentum e intervenire dove possibile per attenuare i disagi.
«É quello che è successo recentemente a un residente di Mattarello che lamentava eccessivo impatto acustico» assicura Negriolli.
Più in generale l'Osservatorio sta organizzando una conferenza informativa rivolta al pubblico per illustrare le modalità e i possibili impatti dei lavori. Il programma e gli argomenti da approfondire sono in fase di elaborazione e l'incontro dovrebbe essere fatto entro la fine dell'anno o al più tardi nel mese di gennaio.