Scontro sui punti nascita gestiti con i medici in “affitto”: 2.200 euro per un turno di 12 ore
Opposizioni, sindacati e Ordine dei medici all’attacco, ma la giunta insiste e non cambia linea
TRENTO. Il giorno dopo che l'Adige rende pubblica la decisione dell'Azienda sanitaria di affidare alla cooperativa bolognese Novamedica la copertura dei "buchi" dei punti nascita di Cles e Cavalese - costo 2200 euro per ogni turno da 12 ore - si apre lo scontro.
Dure ovviamente le opposizioni in consiglio provinciale. Pd, Campobase e Casautonomia vanno all'attacco, parlando di spreco, di soluzione inadeguata. Ma senza fare sconti anche la Cisl si fa sentire e sta studiando un possibile ricorso alle vie legali, contestando sia la mancata concertazione sia la violazione del perimetro contrattuale. E anche il Cimo, il sindacato dei medici, parla di spreco di risorse, come l'Ordine dei medici che per bocca del presidente Marco Ioppi parla di scelta «incomprensibile».
La giunta provinciale invece difende il provvedimento, così come il sindaco di Cles, Ruggero Mucchi: «Un sindaco difenderà sempre le strutture del territorio», dice.
Insomma, il tema accende il dibattito: è opportuno tenere in vita due centri nascita che danno la vita a 232 bambini (Cles) e 137 (Cavalese)?
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