Surriscaldamento, il servizio meteo Ue: è già certo che il 2024 sarà l'anno più caldo
Copernicus certifica che la temperatura media globale risulterà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, si accresce l'allarme per gli effetti sulla vita quotidiana e gli eventi estremi
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ROMA. Il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi.
Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.
"L'anomalia media della temperatura globale - scrive Copernicus - per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023".
Secondo il servizio meteo Ue, "è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato. L'anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l'anno più caldo".
Inoltre, prosegue Copernicus, "dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi".
Lo conferma Roberta Boscolo, Climate and Energy Lead della Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo): "Dai dati provvisiori che abbiamo da gennaio a settembre, è probabile che la temperatura media globale nel 2024 supererà il limite di 1,5 gradi dai livelli pre-industriali", ha detto, intervenendo in video collegamento agli Stati generali della green economy alla fiera Ecomondo a Rimini.
La stessa Wmo ha lanciato ripetutamente l'allarme per le temperature record registrate a terra e in mare.
"Gli eventi meteorologici estremi, sempre più comuni in un clima che si riscalda, hanno un impatto importante sulla salute umana, sugli ecosistemi, sull'economia, sull'agricoltura, sull'energia e sulle risorse idriche" ha spiegato il segretario generale uscente dell'organizzazione dell'Onu, Petteri Taalas.
"È quindi sempre più urgente ridurre le emissioni di gas serra il più rapidamente e profondamente possibile - ha aggiunto - Inoltre, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per aiutare la società ad adattarsi a quella che purtroppo sta diventando la nuova normalità".
Segnalate l'anno scorso le anomalie di un'estate di estremi soprattutto nell'emisfero settentrionale ma anche in Francia, Grecia, Italia, Spagna, Algeria e Tunisia che hanno registrato nuovi picchi nelle temperature diurne e notturne con conseguenti incendi boschivi disastrosi, in particolare a Rodi, Eubea e Corfù e altri che hanno causato decine di vittime in Algeria.