La marcia contro diga e mega invaso sul Vanoi: consegnate a Venezia 13.493 firme
Ieri una delegazione dei 120 camminatori partiti dalla montagna otto giorni fa è stata ricevuta dalla vicepresidente del consiglio regionale veneto: un altro momento della lotta per fermare il progetto di un consorzio irriguo padovano
LAMON Coro di no alla diga sul Vanoi: affollata manifestazione
STOP Zaia: sulla diga i tecnici rilevano la fragilità del territorio
ROMA Salvini: nessuna richiesta di finanziamento al ministero
PD "Basta, Salvini non pensi solo di lavarsene le mani"
TRENTINO Il "dibattito pubblico" è stato un coro di no
IL FRONTE Padrin (Belluno): diga del Vanoi un errore e va fermata
TRENTO. Il progetto della diga e mega invaso sul Vanoi, al fonfine fra Trento e Belluno, va fermato definitivamente: il messaggio è arrivato anche a Venezia, dopo una marcia lunga otto giorni e duecento chilometri, dalle Dolomiti alla Laguna. Contro il progetto sono schierati gli enti locali, Comuni, comitati e Province di Trento e di Belluno.
Ieri sono arrivati alla sede del consiglio regionale veneto, palazzo Ferro-Fini, i rappresentanti del movimento trasversale che si oppone alla diga progettata in Val Cortella dal Consorzio di Bonifica Brenta.
Una delegazione, guidata da Daniele Gubert, ieri pomeriggio è stata ricevuta dalla vicepresidente del consiglio regionale, Francesca Zottis (Pd) cui sono state consegnate le 13.493 firme raccolte.
Lungo il cammino si sono aggiunte circa 700 adesioni da sindaci e consiglieri dei paesi attraversati lungo l'asta del Vanoi, del Cismon, del Brenta.
Zottis ha riferito che la Regione Veneto ha depositato lunedì osservazioni molto critiche sulla diga, confermando la posizione del presidente Luca Zaia. Questi aveva affermato che, salvo certezze granitiche sulla sicurezza, che però non ci sono, non se ne farà nulla. Da Roma, invece, il governo aveva spiegato che il progetto non figura fra quelli finanziabili.
L'iniziativa "In cammino per l'acqua" ha visto partecipare 120 persone, cinquanta delle quali erano presenti anche all'ultima tappa di ieri con l'approdo a Venezia. È stata promossa dal Comitato per la difesa del torrente Vanoi e sostenuta dall'associazione EQuiStiamo di Vicenza.
Il consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde), ha scritto ieri: «Ma ora a stridere è il rimbombante silenzio romano. Ci auguriamo che, come abbiamo fatto noi Verdi a Roma e in Europa, anche gli altri partiti si facciano portatori di un messaggio chiaro e forte, che dalla montagna arriva fino alla laguna, anche presso il Parlamento e il ministero.
I rischi legati a questo progetto riguardano tutti noi, indipendentemente dal colore politico. Della diga sul Vanoi si è discusso molto, anzi troppo: è giunto il momento di porre la parola fine a questo progetto e approfondire invece i progetti alternativi, capaci di fornire una quantità d’acqua superiori a quelle della diga e con costi decisamente inferiori.
La gestione delle risorse idriche è una priorità, sia in periodi siccitosi sia in tempi di imponenti precipitazioni, ma il cambiamento climatico e la fragilità del nostro territorio ci impongono di non compiere scelte scellerate.
Ci siamo coerentemente opposti e battuti in consiglio regionale contro questo progetto fin dalla prima ora, elencando anche una serie di alternative condivise anche coi territori coinvolti, consci del fatto che questo progetto è dannoso e le alternative esistono».