Fauna / Il tema

Studio antropologico: molti residenti non hanno una posizione netta sugli orsi

Roberta Raffaetà con altri colleghi ha vissuto nei paesi del Trentino occidentale per indagare da vicino il sentimento della popolazione: «Dalle interviste emerge una consistente "fascia grigia" che non partecipa alla polarizzazione pro o contro». Sullo sfondo si coglie una preoccupazione generale per il futuro della montagna

AZIONI Lav: "Un campanello sullo zaino per evitare incontri"
COLPITO «Mi ha spinto e mi ha tenuto fermo, non va abbattuto
FORESTALE "Il problema sono i cassonetti dei rifiuti"
CONTRARI Nuovo referendum: anche la val di Non al voto su orsi e lupi
CONSIGLI Cosa fare nel bosco per evitare gli incontri con l'orso
PARCO «Orsi pericolosi solo nello 0,8 % dei casi»

di Fabio Peterlongo

TRENTO. «Dalle nostre interviste rivolte agli abitanti del Trentino occidentale emerge l'esistenza di una consistente "fascia grigia" di popolazione che non partecipa alla polarizzazione pro o contro l'orso.

Sembra che le difficoltà collegate alla presenza dell'orso siano un indicatore e un detonatore di altre problematiche precedenti, la punta dell'iceberg di un mutato rapporto con l'ambiente, che mette a nudo la preoccupazione per il futuro delle malghe, dei pascoli, per gli effetti del turismo di massa e per il futuro dei giovani. Sono criticità che esplodono nell'incontro con la molto concreta problematica dell'orso».

La professoressa Roberta Raffaetà, trentina e docente di antropologia socio-culturale all'Università Ca' Foscari di Venezia, descrive i risultati salienti dell'indagine in svolgimento da poco più di un anno nel Trentino occidentale e che per il momento ha coinvolto oltre duemila persone, intervistate in merito alla presenza dell'orso e del lupo.

In questo arco di tempo, gli antropologi hanno vissuto nei piccoli paesi del Trentino e hanno condiviso esperienze quotidiane insieme alla popolazione delle valli Giudicarie, val Rendena, val di Sole, per scoprire quali siano le problematiche collegate alla presenza dell'orso, secondo il metodo della "osservazione partecipante": ne emerge un quadro dove l'ostilità verso i grandi carnivori è la "spia" di problematiche ben più vaste.

«Dalle interviste fatte a tu per tu con le persone e dai questionari da loro compilati, emerge il bisogno di dire tante cose, di affermare risposte quasi sempre non scontate, che vanno ben oltre la polarizzazione e le semplificazioni», ha spiegato la professoressa Raffaetà.

Le chiediamo se questa "fascia grigia" di popolazione possa sovrapporsi almeno in parte con quel 40% di abitanti della val di Sole che non ha votato alla recente consultazione popolare, il cosiddetto "referendum": «Non possiamo dirlo con assoluta certezza, ma l'impressione è quella. Il nostro lavoro di antropologi è quello di sentire queste persone, ascoltarne le ragioni e condividerne le esperienze. Dire "orso sì" o "orso no" è invece un'operazione più facile».

È la medesima impressione che ha maturato l'antropologo Nicola Martellozzo, che insieme al collega Gabriele Orlandi, partecipa allo studio e ha vissuto a contatto con gli abitanti del Trentino occidentale, perfezionando le 127 domande che poi sono state proposte alla popolazione in un questionario online:

«Abbiamo intervistato direttamente - ha spiegato Martellozzo -un'ottantina di persone, oltre a una cinquantina di interviste informali, mentre il questionario è stato compilato da 2053 persone. Ciò che ci ha colpito è il fatto che una quota consistente di persone, circa il 20%, non si è limitata a rispondere in maniera secca alla domanda "cosa ne faresti dell'orso".

Ma ha voluto scrivere le proprie idee, righe e righe di proposte e soluzioni, come a voler esprimere il bisogno di essere ascoltati, andando oltre il semplice sì o no all'orso e ai grandi carnivori».

In queste settimane si sta svolgendo l'invio per posta del questionario a 383 residenti, selezionati in modo da costituire un campione rappresentativo delle caratteristiche demografiche delle sette comunità di valle nel Trentino occidentale, al fine di ottenere una fotografia ancora più precisa delle posizioni in merito alla presenza di orsi e lupi.

L'indagine è svolta con la collaborazione del Parco Adamello-Brenta, ha coinvolto Ca'Foscari e l'Università di Sassari.

I risultati della ricerca sono ulteriormente utilizzati per attività di ricerca, finanziata dal ministero della Ricerca, con alcuni antropologi dell'Università di Torino e dell'Università del Molise: comparando le esperienze raccolte in tre regioni italiane (Trentino, Abruzzo e Piemonte) si sta cercando di comprendere e attenuare i problemi causati dalla stretta convivenza tra umani e fauna selvatica.

comments powered by Disqus