Pensione a 60 anni per gli ex e possibilità di cumulo: ecco la nuova legge regionale per i consiglieri
Approvata la proposta di Paccher, per la maggioranza è un doveroso adeguamento della normativa, per le minoranze continua uno scandaloso privilegio
TRENTO. Da una parte la maggioranza compatta, sull’asse Lega-Svp. Dall’altra le opposizioni scatenate nel gridare allo scandalo. E’ lo scenario che ha visto oggi approvare in Consiglio Regionale la nuova disciplina della previdenza dei consiglieri, approntata dal leghista trentino Roberto Paccher.
Il comunicato ufficiale.
Il Consiglio regionale è riunito oggi a Trento in seduta plenaria. In apertura di pomeriggio il presidente dell’Aula Roberto Paccher ha continuato la discussione del disegno di legge n. 6 che porta la sua firma e che prevede “modifiche alle leggi regionali in materia di trattamento economico e regime previdenziale dei Consiglieri. In prima battuta si è votato l’emendamento presentato in mattinata dal consigliere Alessio Manica (Pd) che prevedeva che tutti i consiglieri, anche quelli delle scorse legislature, andassero in pensione al raggiungimento della stessa età. Emendamento respinto.
Esauriti gli ordini del giorno e gli emendamenti si è passati all’esame dell'articolato. Gli articoli della legge sono stati approvati senza alcun intervento In dichiarazione di voto finale Brigitte Foppa (Verdi) ha detto di aver preso atto che nessuno in maggioranza è intervenuto durante il dibattito. Paul Koellensperger (Team Kappa) ha detto di voler votare contro il ddl anche per il fatto che non sia stato accolto alcuno degli emendamenti presentati. Andreas Leiter Reber (Misto) ha lamentato a sua volta la mancanza di un vero dibattito sul tema. Chiara Maule (Campobase) ha detto che non si è fatto quel processo di partecipazione per fare capire la norma alla gente, come da lei richiesto. Ribadire tra l’altro - ha detto - che qui non tornano i vitalizi. Sven Knoll (Süd Tiroler Freiheit) ha sottolineato che tra i consiglieri, in tema di contributi, ci sono posizioni di partenza molto diverse. Claudio Cia (La Civica Agire), ha detto di voler ringraziare il presidente Paccher per una legge che ha detto “andrà a sanare un'anomalia introdotta in passato, mentre ora tra l'altro si saprà con certezza come verranno usati i soldi versati”. Stefania Segnana (Lega) ha detto che si trattava di un tema non facile, ringraziando a sua volta il proponente la legge e ricordando come in passato la bontà dell’intervento fosse stata riconosciuta da un tecnico non di area maggioranza.
Harald Stauder (Svp) ha detto che ci voleva coraggio per affrontare il tema, ma che era necessario intervenire. "Non era il caso che qualcuno alzasse la bandiera della morale, magari mentre si trova in aspettativa da un lavoro fisso". Antonella Brunet (Noi Trentino) ha detto che con questa legge i cittadini non avranno costi e che nemmeno la Regione sarà penalizzata in alcun modo. La legge è stata votata per appello nominale ed approvata con 36 si, 10 no e 20 astenuti.
La replica del PD
Oggi, durante la trattazione del disegno di legge del Presidente del Consiglio regionale Paccher, in materia di trattamento economico e regime previdenziale dei consiglieri e delle consigliere, la maggioranza regionale ha mostrato il suo vero volto e lo ha fatto in diversi modi.
In primo luogo non ha avuto nemmeno la decenza istituzionale e politica di dibattere nel merito della proposta, completando così un iter fin dagli esordi inaccettabile, che ha accompagnato la norma presentata senza condivisione e senza alcuna volontà di comprendere la delicatezza sociale del tema.
E, fatto ancora più grave, la stessa maggioranza ha bocciato due importanti emendamenti che avevamo presentato come PD.
Il primo emendamento riguardava il limite di cumulabilità tra indennità consiliare e pensione: limite introdotto dalla stessa maggioranza nella scorsa legislatura, ora eliminato perché probabilmente impattava su qualche componente della stessa.
Con il secondo emendamento bocciato volevamo portare, anche per i percettori di vitalizio, ( i consiglieri fini alla XIV legislatura), l'età pensionabile alla pari con gli altri lavoratori come sarà anche per i consiglieri oggi in carica.
Quando, nei prossimi mesi, ci saranno altre liquidazioni d'oro i cittadini sapranno a chi addebitarne la responsabilità: per i percettori di vitalizio, grazie a questa maggioranza, sarà ancora possibile riceverlo a 60 anni!
Il commento dei sindacati
"La legge Paccher sulla previdenza dei consiglieri regionali che punta a far ritornare sotto la gestione diretta del bilancio regionale i contributi, apre la porta al ritorno dei privilegi. Con questa norma infatti non solo l'Aula sconfessa - ed è gravissimo - il sistema di previdenza complementare regionale Pensplan, ma sotto ipotetici risparmi rimarca una differenza tra i comuni lavoratori e i consiglieri che potranno avere un trattamento diverso e, possibilmente in futuro, anche ulteriormente migliorativo di quanto non lo sia oggi. Tutto questo è inaccettabile dal nostro punto di vista perché affossa l'equiparazione tra politici e semplici lavoratori, adottato in Trentino Alto Adige in via innovativa rispetto al resto del territorio nazionale. Di fatto, dal nostro punto di vista, esiste il rischio più che concreto che ci si avvii verso un ritorno ai vitalizi". Lo scrivono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti
"Restiamo convinti, invece, che l'unica modifica convincente è quella che permette di agganciare la previdenza dei consiglieri all'età pensionabile media dei lavoratori. Per il resto sarebbe stato più coerente, nel rispetto dei cittadini e delle istituzioni, ammettere di non essere interessati alla previdenza integrativa e dunque rinunciare ai versamenti. Non certo creare un'altra pensione pubblica che non ha nessun altro lavoratore".