Pnrr, pioggia di denaro ai contadini trentini per rinnovare i macchinari
Dall'Unione europea stanno in arrivo aiuti per un totale di 11,5 milioni, in val di Non il 75% delle domande accolte. Lo strumento più richiesto è l'atomizzatore, sotto varie forme, usato per trattamenti antiparassitari, concimazione e altri interventi nei campi
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TRENTO - Le file degli entusiasti del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, si sono sicuramente arricchite di oltre 800 agricoltori trentini. Grazie alla misura legata a "Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare", infatti, dall'Europa stanno per arrivare nei loro conti correnti un totale di oltre 11 milioni e mezzo di euro.
A beneficiarne, quota parte (mediamente si parla di circa 13 mila euro) , saranno quei contadini la cui domanda di rinnovo del parco macchinari è risultata conforme ai parametri richiesti per accedere al finanziamento del 65 per cento sulla spesa ammessa.
Nei giorni scorsi il Servizio Agricoltura della Provincia ha pubblicato 40 determinazioni nelle quali sono elencati i beneficiari del contributo e la tipologia di macchinario per il quale è stato concesso. A fare la parte del leone, come sempre accade in questi casi, è stata la Val di Non, sia per la fortissima vocazione agricola del territorio, sia per la particolare attenzione degli agricoltori nonesi (ben indirizzati dalle associazioni di categoria) a sfruttare le opportunità che si presentano di usufruire di fondi pubblici per sostenere o innovare le proprie aziende.
I numeri dicono che circa il 75% delle domande di contributo accolte provengono da comuni delle Valli del Noce, con una schiacciante prevalenza di quelli nonesi rispetto a quelli solandri.
Curioso notare come il oltre il 35% del totale delle domande si concentri ulteriormente in tre Comuni: Ville d'Anaunia (il cui territorio si compone degli ex Comuni di Tuenno, Nanno e Tassullo) con 125 domande accolte pari al 14,8% del totale; Novella (ex Brez, Revò, Cagnò e Romallo) con 111 domande pari al 13% e Predaia (ex Coredo, Smarano, Taio, Tres e Vervò) con 86 domande pari al 10%.
A seguire il capoluogo di valle, Cles, con 52 domande, seguito da Campodenno (35), Livo (31), Contà (27), Sporminore , Denno e Sanzeno (24 ciascuno). In ciò che rimane del "Trentino agricolo" una volta scorporata la val di Non, i numeri crollano verticalmente. Basti pensare che le domande accolte per la città di Trento (che resta il Comune più agricolo del Trentino) si ferma, come valore assoluto, a 36, mentre unendo i territori della Piana Rotaliana e dunque i Comuni di Lavis, Terre d'Adige, San Michele all'Adige, Mezzolombardo, Mezzocorona e Roveré della Luna, aggiungendo pure la Val di Cembra con Giovo, Cembra e Altavalle (tutte zone anche queste vocate all'agricoltura) si arriva a 51, pari al 6% del totale.
Scorrendo la lunghissima lista dei macchinari di cui l'Europa ha finanziato l'acquisto, spiccano per frequenza, superando quota 300, gli atomizzatori del più vario genere (portato, portato di precisione, trainato, con doppio circuito ecc.), seguiti dai carri raccolta in prevalenza elettrici (oltre 120), porta cassoni, piattaforme elettriche e macchine per la distribuzione dei trattamenti fitosanitari.